Il problema dell’abbandono delle diete


Spesso i percorsi di dimagrimento sono abbandonati prima di raggiungere il peso desiderabile, precludendo così ogni possibilità di mantenere il corretto peso nel tempo, con un effetto inversione di rotta che porta a recuperare il peso perso, a volta anche in eccesso. I dati sono piuttosto allarmanti e segnalano quanta insoddisfazione vivono ancora i pazienti in cerca di risposte efficaci ai problemi del sovrappeso.

Illustrazione 1 - Dietologia

Cosa si intende per drop out?


Il drop out, ossia abbandono della terapia, è un fenomeno particolarmente diffuso che spezza la relazione nutrizionista/paziente prima dei giusti tempi, ossia il completamento del periodo di calo ponderale e la stabilizzazione del nuovo peso raggiunto per mantenerlo nel tempo.

Da cosa dipende?

Le motivazioni di questo fallimento possono dipendere da errati atteggiamenti del paziente o da errori di valutazione del nutrizionista. Sono riconducibili ad:
  • aspettative irrealistiche;
  • scarsa motivazione da parte del paziente;
  • un percorso dietoterapico troppo lungo e difficile impostato dal nutrizionista;
  • a questi fattori si aggiunge, talvolta, una superficiale relazione terapeutica, che può dipendere da un medico scarsamente empatico o da un paziente che banalizza il percorso dietoterapico in tutte le sue tappe, interrompendo la relazione (i controlli successivi), perdendo così la via tracciata per lui.


Come superare gli ostacoli della dieta?

Un programma personalizzato, obiettivi brevi e tangibili ed un nutrizionista preparato e “rinforzante” possono aiutare a superare i maggiori ostacoli nell’intraprendere una dieta. È estremamente importante che il medico nutrizionista fornisca schemi di dieta maneggevoli e sicuri, facilmente comprensibili dal paziente, che li possa mettere in atto a domicilio nel suo quotidiano con semplicità e costanza. Al tempo stesso, è richiesto al paziente di stringere un rapporto fiduciario con il proprio nutrizionista, non sentendosi in giudizio ma considerandolo un riferimento, soprattutto nei momenti di difficoltà e di esitazione o qualora si sovrappongano eventi della vita devianti rispetto alla dieta. 


Che cos'è la liposuzione alimentare?

In questo quadro torna molto utile il protocollo della liposuzione alimentare, che consiste in tre metodi diversi ma con principi metabolici comuni. Si presenta come un vero e proprio sistema di rieducazione alimentare, fatto di fasi successive, rapide e motivanti, che vanno dal dimagrimento al rimodellamento corporeo fino alla stabilizzazione del peso desiderabile nel tempo. È il metodo che ho studiato ed applicato maggiormente nella mia pratica clinica e presenta numerosi vantaggi, di cui possono beneficiare proprio i soggetti che cercano il primum movens per perdere peso, in modo controllato e sicuro. È utile anche nelle fasi di difficile avanzamento nel percorso, quelle che indurrebbero ad interrompere la dieta, per dare una spinta motivazionale e metabolica, riprendendo così la marcia verso il normopeso.

Sono di fatto metodi di dieta proteico-chetogenica, prescelti dal nutrizionista per il singolo paziente, da personalizzare in base allo stile di vita, ai gusti alimentari, ai ritmi quotidiani dei pasti. L'assunzione di alimenti proteici, integrati con specifici aminoacidi ad alto valore biologico, per un periodo di circa 10-20 giorni, con l’assenza di zuccheri e lipidi, innesca la chetogenesi. La chetosi è il segno che l’organismo consuma tessuto adiposo a scopo energetico, attivando la lipolisi. Al contempo, le proteine e gli aminoacidi garantiscano una sostanziale conservazione della massa magra. In questo modo il calo ponderale si può definire salutare, oltre che efficace.

Secondo la mia esperienza, è il metodo che garantisce il miglior approccio iniziale in percorsi medio lunghi di dimagrimento, al fine di ottenere graditi risultati immediati per poi proseguire nel tempo rieducando il paziente nell’alimentazione e nell’attività motoria. È utile anche per rimodellamenti corporei a scopo estetico o per gestire condizioni di dismetabolismo e steatosi epatica. Con questo metodo ho ridotto notevolmente i casi di abbandono alla dietoterapia, consentendomi di portare a termine i percorsi di dimagrimento, anche quelli più lunghi e complicati, con evidente beneficio per il paziente e rinforzo delle mie scelte terapeutiche.  

 

Bibliografia

  • Paoli A. Ketogenic diet for obesity: friend or foe? Int J Environ Res Public Health. 2014 Feb 19;11(2):2092-107.