Trapianto di fegato
Dr. Mattia Pizzi
Chirurgo Generale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 27/11/2017 Ultimo aggiornamento: 29/12/2023Il trapianto di fegato è una procedura chirurgica che prevede la sostituzione del fegato di un paziente con gravi malattie epatiche con il fegato sano di un donatore di organi. La procedura è stata sviluppata nella seconda metà del Novecento.
Cause
I trapianti di fegato si rendono necessari in presenza di patologie gravi che colpiscono il paziente. Queste sono, in generale:
- tumori del fegato non trattabili tramite resezione limitata;
- epatopatie croniche di origine virale (es. epatite B e C);
- epatopatie alcoliche, ossia dovute all’abuso di alcol;
- epatopatie colestatiche (es. cirrosi biliare primaria, colangiti sclerosanti);
- epatiti fulminanti (dovute a intossicazioni da funghi o da farmaci);
- malattie metaboliche (es. emocromatosi);
- traumi fisici;
- altre patologie (es. malattia di Caroli o di Rendu Osler).
Sintomi
I pazienti afflitti da malattie epatiche croniche che richiedono trapianto possono mostrare sintomi tipici di un’insufficienza epatica grave, ossia:
- affaticamento;
- ittero (ingiallimento della cute, presenza di edemi e versamenti addominali);
- circoli collaterali dovuti allo scarso deflusso di sangue attraverso la vena porta o la vena cava;
- emorragie digestive;
- infezioni addominali.
Questi sintomi possono poi aggravarsi nelle forme più acute, includendo anche disturbi sensoriali (es. confusione mentale) e della coagulazione. Nei soggetti affetti da fegato policistico, il fegato può ingrossarsi sensibilmente, fino a comprimere lo stomaco o i polmoni, rendendo difficile mangiare e respirare.
Diagnosi
La diagnosi delle malattie epatiche, che possono necessitare di trapianto, deve essere effettuata da uno specialista epatologo e, successivamente, da un chirurgo specializzato in trapianti.
La fase preliminare della diagnosi prevede l’analisi del quadro clinico e alcuni esami di laboratorio; dopodiché, si effettuano esami strumentali, quali:
- ecografia dell’addome;
- TAC dell’addome;
- esofagogastroscopia.
Una volta determinata la necessità di un trapianto, il paziente viene sottoposto ad altri esami per valutare le sue condizioni fisiche e la possibilità di sostenere un eventuale trapianto.
Rischi
I trapianti di fegato presentano alcuni rischi, legati principalmente alle complicanze dell’intervento. Tra i rischi più comuni figurano:
- rigetto acuto o cronico del trapianto;
- infezioni;
- insufficienza renale;
- emorragie post-intervento;
- complicanze biliari;
- tumori;
- ricomparsa della malattia (generalmente prevenibile con terapie antivirali).
Nei casi più gravi, generalmente meno frequenti, l’organo trapiantato può non funzionare o si può verificare una trombosi che porta all’occlusione dell’arteria epatica.
È bene notare, infine, che in Italia la sopravvivenza a un anno dal trapianto di fegato è dell’86.5%.
Cure e Trattamenti
Il trapianto di fegato prevede l’asportazione del fegato malato e l’inserimento, al suo posto, del fegato nuovo. Dopodiché, si effettua anastomosi (ossia il collegamento) con la vena cava, la vena porta, l’arteria epatica e il coledoco del ricevente. Nel complesso, l’intervento può durare diverse ore.
Il trattamento post-operatorio consiste, principalmente, in terapie con immunosoppressori (ciclosporina, corticosteroidi etc.), che servono a ridurre i casi di rigetto del trapianto.
Nei casi di pazienti che devono sottoporsi a trapianti per infezioni da epatite B o C, la procedura prevede delle cure, prima dell’intervento, per impedire la ricomparsa dell’infezione anche successivamente al trapianto.Bibliografia
- Liver Transplantation, Martin Hertl, MD, PhD, Rush University Medical Center.
- https://www.nhs.uk/conditions/liver-transplant/
- O'Leary JG, Lepe R, Davis GL. Indications for liver transplantation. Gastroenterology. 2008 May;134(6):1764-76.
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