Pseudoartrosi
Prof. Massimo Valeo
Ortopedico Medico Chirurgo - Professore Aggregato, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 22/08/2024Cause
Normalmente, quando si verifica una frattura, il processo di riparazione dell’osso coinvolge la formazione di un callo osseo intorno al sito della lesione. Questo fornisce il supporto strutturale necessario per stabilizzare la frattura e consentirne la guarigione. Tuttavia, in caso di pseudoartrosi, questo processo di guarigione risulta impossibile e i frammenti ossei non riescono a ricongiungersi correttamente, formando una struttura che può somigliare a un’articolazione ma priva di legamenti.A favorire il mancato ricongiungimento dei frammenti ossei possono prendere parte fattori direttamente correlati al sito della frattura e al processo di guarigione. Tra questi, possiamo segnalare:
- gravi lesioni dei tessuti molli che compromettono la struttura muscolare o il flusso sanguigno nella zona fratturata;
- lesioni a ossa scarsamente irrorate, come alcune ossa del polso, o con una protezione muscolare ridotta, come la tibia;
- perdita di frammenti ossei di grande dimensione, che rendono difficile la stabilizzazione meccanica della frattura;
- infezioni del sito fratturato, le quali possono compromettere il processo di guarigione ossea.
- malattie come l'osteoporosi o l’iperparatiroidismo, che possono influenzare negativamente la densità ossea e la capacità di guarigione;
- carenze nutrizionali, come una bassa assunzione di calcio o vitamina D, che sono essenziali per la salute ossea.
Sintomi
La sintomatologia della pseudoartrosi è rappresentata soprattutto dalla presenza di un dolore persistente, che può variare in intensità in base alla gravità e alla localizzazione della frattura. Generalmente, questo aumenta quando l’area è sottoposta a carichi o movimenti.Inoltre, l’area fratturata può essere instabile e non supportare adeguatamente i movimenti, limitando la capacità del paziente di muovere o utilizzare normalmente l'arto interessato e compromettendo la qualità della vita e le attività quotidiane.
Diagnosi
Generalmente, la diagnosi di pseudoartrosi si può sospettare quando il paziente lamenta un dolore persistente anche a distanza di svariati mesi da una frattura. In questi casi, quindi diventa fondamentale un’anamnesi accurata, da parte dell'ortopedico o dello specialista affine, per individuare eventuali fattori di rischio.Nel garantire una diagnosi più accurata può essere sufficiente svolgere degli esami radiografici, i quali mostrano chiaramente la frattura e la presenza di una mancata fusione o una guarigione incompleta del sito fratturato.
Talvolta, altri esami strumentali, come TAC o risonanze magnetiche, possono essere utili per valutare lo stato complessivo della zona lesionata, inclusi i tessuti molli, come muscoli e vasi sanguigni, e offrire ausilio per eventuali interventi chirurgici.
Rischi
Se non viene trattata in modo adeguato e tempestivo, la pseudoartrosi può comportare a conseguenze rilevanti; nello specifico, il dolore legato alla mancata saldatura delle ossa può diventare particolarmente intenso e interferire anche significativamente con le attività di tutti i giorni.Inoltre, una ricrescita non adeguata dell’osso può portare a una persistente instabilità, che quindi può causare una perdita di funzionalità dell’arto lesionato e, soprattutto, produrre delle deformità ossee.
Cure e Trattamenti
In generale, la scelta del trattamento per risolvere la pseudoartrosi dipende da vari parametri tipici della lesione, come entità e localizzazione della frattura o quanto è efficace la circolazione sanguigna nella zona, ma anche dalle condizioni generali del paziente, come età o malattie del tessuto osseo.Nei casi lievi di pseudoartrosi, in cui la frattura è stabile e non causa sintomi significativi, si può fare ricorso a trattamenti conservativi, che consistono spesso nell’applicazione di alcuni stimoli fisici (ad esempio, onde d’urto o elettromagnetiche) che possono migliorare la vascolarizzazione e riattivare la sintesi dell’osso senza il bisogno di interventi chirurgici.
Il ricorso all’intervento chirurgico, invece, si rende necessario solo quando tutte le strategie conservative non hanno prodotto risultati accettabili o la lesione è troppo grave. In genere, le procedure di intervento includono:
- fissazione interna, ossia l’utilizzo di viti, piastre o chiodi per stabilizzare la frattura e favorire la fusione ossea;
- autotrapianto osseo, che consiste nell’asportazione di uno o più frammenti di ossa da altre sedi del corpo (per esempio, perone o cresta iliaca) per rinforzare la linea di frattura e favorire la formazione del callo osseo;
- allungamento osseo, ossia il ricorso a dispositivi di fissazione mobile che consentono di favorire l’allungamento dell’osso lesionato e ridurre la discrepanza di lunghezza causata dalla pseudoartrosi.
In ogni caso, dopo il trattamento, è importante che il paziente venga monitorato regolarmente dal chirurgo ortopedico per valutare il progresso della guarigione e identificare precocemente eventuali complicanze.
Bibliografia
- Marzi I. Focus on non-union of fractures. Eur J Trauma Emerg Surg. 2019 Feb;45(1):1-2.
- Megas P. Classification of non-union. Injury. 2005 Nov;36 Suppl 4:S30-7.
- Jayakumar P, Jupiter JB. Non-union in forearm fractures. Acta Chir Orthop Traumatol Cech. 2014;81(1):22-32.
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