La prostatite viene definita come la condizione patologica in cui si ha una flogosi o meglio un'infiammazione della ghiandola prostatica e delle aree circostanti. Tra le patologie urologiche è la più comune malattia genito-urinaria nella fascia di età tra i 18 e 50 anni; almeno il 50% degli uomini ha un episodio di prostatite nel corso della vita; una buona percentuale di prostatite acuta si cronicizza.
Tale condizione patologica determina nella maggior parte dei casi una situazione clinica sintomatologica fastidiosa, dolorosa ricorrente, che influisce negativamente sulla qualità di vita. Infatti, i pazienti affetti da prostatite nella fase acuta come nella cronica attiva, presentano una sintomatologia algica, talmente intensa, che ne compromette l'attività lavorativa e di relazione. La letteratura scientifica recente, ha dimostrato come in questi pazienti, la qualità di vita è simile a quella dei pazienti con infarto miocardico recente o con morbo di Crohn in fase attiva.
In rari casi, questa patologia è asintomatica, per cui apparentemente non ha alcun segno sintomatologico. Non è infatti raro, che il paziente possa essere affetto da prostatite infiammatoria asintomatica e non avere alcun sintomo, comunque la sua condizione clinica, può essere diagnosticata nel corso di esami medici clinici e strumentali, eseguiti per altre patologie del tratto urinario o riproduttivo.
Non è raro che i pazienti affetti da prostatite possano andare incontro a disfunzione erettile, diminuzione della libido, depressione e non ultimo infertilità.
La prostatite può avere svariate cause, che spesso non sono facili da identificare. Si associa frequentemente all’ipertrofia prostatica benigna, nei casi in cui vi è uno stato di pseudo-ritenzio o ritenzione cronica, condizione patologica che favorisce l'insorgenza di infezioni e quindi di processi infiammatori.
Tra le altre cause accertate, che determinano l'insorgenza della prostatite si annoverano:
È necessario pertanto, al fine di individuare i vari stati clinici e le cause della prostatite, indicarne la classificazione:
Classificazione NIH-NIDDK (National Institute of Health) :
La sintomatologia legata alla prostatite, dipende dallo stato clinico in cui viene rilevata e diagnosticata.
Normalmente abbiamo due stadi clinici sintomatologici, a seconda che si tratti di una condizione acuta o cronica. È da precisare che i sintomi comuni ai due stadi clinico patologici sono rilevabili quando compare un'irritazione della vescica, tant'è vero che il paziente riferisce una sintomatologia cistitica caratterizzata:
Nello stadio cronico, invece, oltre alla sintomatologia disurica irritativa tipica della cistite, si aggiunge una dolenzia sorda e persistente, localizzata nella maggiorparte dei casi in sede perineale, sovrapubica, sacrale e in regione peno-scrotale.
Al fine di una corretta diagnosi è necessario che il paziente affetto da prostatite, venga inquadrato da uno specialista urologo.
I cardini per una corretta diagnosi comprendono i seguenti step:
In seguito, a conferma della diagnosticata ipotesi di prostatite, vengono eseguiti i seguenti esami:
La prostatite, sia nella fase acuta che cronica, se non accuratamente diagnostica o per lo più trascurata, non è esente da rischi evolutivi.
Il rischio più frequente è il passaggio dalla forma acuta alla forma cronica, con conseguenti disturbi urinari, sessuali (impotenza) e alterazione dello stile di vita compresso quello lavorativo.
Altri rischi a cui un paziente affetto da prostatite può andare in contro a causa della diffusione del processo infiammatorio a livello extra-prostatico sono:
Nel trattamento della prostatite, la terapia comprende trattamenti diversi a seconda che si tratti di una forma acuta o cronica.
Il cardine del trattamento della prostatite è la terapia antibiotica, che trova il suo utilizzo soprattuto nella forma acuta, solo e soltanto quando gli accertamenti colturali, dimostrano la presenza di microrganismi batterici. Oggi il trattamento della prostatite si avvale di diversi tipi di antibiotici che devono tenere conto delle caratteristiche di diffusione a livello della ghiandola prostatica.
I farmaci che hanno dato, secondo i dati scientifici, una maggiore risposta con tassi di eradicazione fino al 90% sono i Chinolonici e i sulfamidici. Il tempo di somministrazione è importante, tant'è vero che al fine dell'eradicazione batterica è necessaria una somministrazione per almeno 4-6 settimane.
La terapia antibiotica trova un ruolo anche nella forma cronica. Tuttavia, la sua efficacia è legata alla reiterata somministrazione di antibiotici nel tempo.
La terapia alfalitica è utilizzata sia nella forma acuta che cronica, in quanto ha azione diretta e immediata nel lenire i disturbi urinari con un rapido sollievo.
Le altre terapie di supporto che vengono utilizzate in entrambe le forme, acute e croniche, comprendono:
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