Osteogenesi imperfetta
Dr.ssa Maila Bosco
Fisiatra Medico Chirurgo, specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa Creato il: 24/09/2024Questa condizione è stata descritta per la prima volta nel 1830 da Lobstein e si tratta di una patologia complessa e variegata, con molteplici sottotipi, che influiscono sulla gravità dei sintomi. Si stima che abbia un’incidenza di un caso ogni 20.000 nuovi nati, senza particolari distinzioni tra sesso maschile e femminile.
Cause
Le cause dell’osteogenesi imperfetta sono genetiche e sono associate a mutazioni nei geni che sono responsabili della produzione di collagene, una proteina essenziale per la struttura e la resistenza delle ossa.Le mutazioni genetiche possono influenzare la quantità o la qualità del collagene prodotto, compromettendo la resistenza e la struttura delle ossa. La maggior parte dei casi di osteogenesi imperfetta è dovuta a mutazioni dei geni COL1A1 (presente nel cromosoma 17) e COL1A2 (presente nel cromosoma 7), che codificano le catene alfa1 e alfa2 del collagene.
Quando si presenta in forma sporadica, la malattia è legata a una mutazione genica, che si manifesta durante lo sviluppo dell’embrione. Nella maggior parte delle forme ereditarie, invece, l’osteogenesi imperfetta si trasmette con meccanismo autosomico dominante, per cui il figlio di un soggetto con la malattia avrà il 50% di possibilità di svilupparla a sua volta.
Sintomi
I sintomi dell’osteogenesi imperfetta variano notevolmente da individuo a individuo e possono anche differire all’interno della stessa famiglia. In generale, i sintomi comuni includono:- fragilità ossea estrema, per cui le ossa sono soggette a fratture frequenti e spontanee, anche in risposta a lievi traumi o senza motivo apparente;
- bassa statura, legata a uno sviluppo scheletrico incompleto o inadeguato;
- lassità articolare, in quanto i legamenti non esercitano la tensione necessaria per preservare la funzionalità delle articolazioni;
- sclera di colore blu, in quanto la mancanza di collagene ne riduce lo spessore, facendo trasparire i vasi sanguigni dell’uvea sottostante;
- fragilità dentale, poiché la malattia può colpire anche la dentina; in questi casi i denti possono quindi presentarsi particolarmente fragili;
- alterazioni dell’udito, dovute alla malformazione degli ossicini necessari alla trasmissione dei suoni nel canale uditivo.
Diagnosi
Un sospetto diagnostico di osteogenesi imperfetta si può porre nel caso in cui il soggetto abbia subito fratture ricorrenti nella stessa sede o una singola frattura di origine non traumatica o dovuta a un trauma lieve.In presenza di un sospetto diagnostico, il primo esame che viene svolto è in genere una radiografia, che permette di individuare eventuali segni caratteristici di fragilità ossea, come ossa molto sottili, segni di fratture ripetute o deformità scheletriche. In alcuni casi, anche la mineralografia ossea computerizzata (MOC) può essere di ausilio per valutare la densità delle ossa.
Per ottenere la conferma della diagnosi, in genere, sono necessari dei test genetici che consentano di individuare le mutazioni dei geni COL1A1 e COL1A2. In assenza di queste ultime, ma con un sospetto clinico forte, si può ricercare la presenza di altre mutazioni più rare.
Nei soggetti che presentano le forme più gravi di osteogenesi imperfetta, l’ecografia prenatale può rendere più semplice una possibile diagnosi precoce.
Rischi
A seconda della tipologia di osteogenesi imperfetta, i rischi possono variare notevolmente.Nelle forme più lievi, per esempio, il rischio maggiore è costituito dalle fratture che possono iniziare a comparire quando il bambino inizia a deambulare ma tendono anche a diminuire dopo la pubertà. Viceversa, forme più gravi della malattia possono produrre, oltre al rischio delle fratture, anche deformità articolari gravi, che possono interferire con la vita di tutti i giorni e rendere il paziente dipendente da ausili esterni.
Infine, alcune forme della malattia, particolarmente severe, possono rivelarsi letali già in età neonatale, in quanto comportano deformità ossee talmente gravi da interferire con la respirazione, causando insufficienze respiratorie.
Cure e Trattamenti
Come molte malattie di origine genetica, l’osteogenesi imperfetta non possiede, al momento, una cura specifica. Il trattamento, infatti, si basa soprattutto sulla gestione dei sintomi, intervenendo sul rischio di fratture con alcuni trattamenti, che includono:- farmaci, come i bifosfonati, che possono essere utilizzati per ridurre il riassorbimento degli osteociti, aumentando la densità ossea e riducendo il rischio di fratture;
- fisioterapia, in quanto gli esercizi di rafforzamento muscolare e di miglioramento della postura possono aiutare a prevenire le fratture e a migliorare la mobilità;
- supplementazione di vitamina D, laddove necessario, in quanto possiede un ruolo fondamentale nel metabolismo del calcio e quindi nella calcificazione delle ossa;
- ormone della crescita, che in alcune forme consente di compensare il ritardo nello sviluppo scheletrico;
- chirurgia, che può svolgere un ruolo di supporto utile sia per correggere eventuali deformità articolari presenti che per ridurre il rischio di fratture a carico delle ossa lunghe;
- cure dentarie, in modo da prevenire eventuali conseguenze della malattia a carico dei denti.
Bibliografia
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- Palomo T, Vilaça T, Lazaretti-Castro M. Osteogenesis imperfecta: diagnosis and treatment. Curr Opin Endocrinol Diabetes Obes. 2017 Dec;24(6):381-388.
- Rauch F, Glorieux FH. Osteogenesis imperfecta. Lancet. 2004 Apr 24;363(9418):1377-85.
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