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Ipertiroidismo

Dr. Cataldo Rotondo

Dr. Cataldo Rotondo

Medico Internista Medico Chirurgo, specialista in Medicina Interna Creato il: 11/07/2018 Ultimo aggiornamento: 14/12/2023

Con ipertiroidismo si indica un aumento del funzionamento della tiroide, la quale secerne quantità eccessive di ormoni tiroidei nel circolo sanguigno. 

La tiroide è una ghiandola endocrina, situata alla base del collo e che immette in circolo un gran numero di ormoni che hanno un ruolo importante per le cellule. 

Ipertiroidismo

Cause Cause

L’ipertiroidismo, inteso come eccesso di secrezione degli ormoni tiroidei, può avere svariate cause, siano esse legate alla presenza nel sangue di sostanze che stimolano l’attività della tiroide o all’iperattività della ghiandola stessa. Tra le condizioni tipiche che possono produrre ipertiroidismo, rientrano:

  • malattia di Graves;
  • gozzo multi-nodulare tossico;
  • adenoma tossico;
  • tiroiditi;
  • adenoma ipofisario producente TSH;
  • adenoma di Plummer;
  • ipertiroidismo subclinico;
  • più raramente tumori.

Raramente, in alcuni casi, valori eccessivi di ormoni tiroidei nel sangue possono essere causati da un’assunzione eccessiva, voluta o casuale, di ormoni (tireotossicosi factitia). 

Sintomi Sintomi

I sintomi dell’ipertiroidismo sono sostanzialmente uniformi a prescindere dalla causa scatenante, variando soprattutto in termini di entità. Nei casi più lievi, questi possono anche passare totalmente inosservati, con eventuali alterazioni ormonali che si manifestano solo a partire da analisi di routine. 

La sintomatologia più comune dell’ipertiroidismo riguarda soprattutto l’accelerazione del metabolismo basale, questo poi si può tradurre in:

  • perdita di peso, nonostante un normale o anche aumentato introito calorico;
  • intolleranza al caldo con eccessiva sudorazione, dovuta alla più intensa calorigenesi dell’organismo;
  • disturbi dell’alvo, che possono portare anche a diarrea;
  • aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) e aritmie cardiache;
  • debolezza muscolare, soprattutto a carico degli arti
  • pelle calda e umida;
  • rossore del viso ed eritema palmare;
  • alterazioni del ciclo mestruale nelle donne;
  • disturbi sessuali negli uomini.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi di ipertiroidismo può essere ottenuta in molteplici modi ma quello più efficace, solitamente, è il dosaggio degli ormoni tiroidei (T3 libera, T4 libera e ormone stimolante, TSH) mediante esami di laboratorio. Tramite anamnesi, osservazione clinica o altri esami (es. ecografia) è poi possibile correlare l’eccesso di ormoni tiroidei alla causa scatenante. 

Tra gli esami di riferimento per la diagnosi di alcune patologie tiroidee rientra la captazione dello iodio, che viene eseguita somministrando iodio radioattivo e misurandone l’assorbimento da parte della tiroide, che è aumentato in presenza di iperproduzione della ghiandola e diminuito in caso di tiroiditi o eccessiva assunzione di ormoni tiroidei.

Rischi Rischi

L’ipertiroidismo è una condizione che può essere molto pericolosa se non correttamente trattata. Nei pazienti colpiti da malattia di Graves o gozzo multinodulare tossico, il rischio più grave è rappresentato da una crisi tireotossica, in genere innescata da stress esterni (es. embolia, traumi o interventi chirurgici) in cui si manifestano sintomi sistemici come:

  • nausea e vomito;
  • diarrea;
  • febbre;
  • stanchezza e indebolimento muscolare.

Questa condizione, occasionalmente, può condurre a un collasso cardiocircolatorio o a uno shock che può mettere a rischio la vita del paziente.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Tutte le strategie terapeutiche dell’ipertiroidismo hanno come fine ultimo la riduzione dell’attività della ghiandola. 

Nei pazienti affetti da malattia di Graves o gozzo nodulare la terapia di riferimento è rappresentata dalla somministrazione di iodio-131 (radioiodio), il cui dosaggio può però risultare complesso. In genere, questa terapia non è pienamente risolutiva in quanto un dosaggio basso aumenta il rischio di recidive mentre uno eccessivamente alto può portare a sviluppare ipotiroidismo.

Altri trattamenti impiegano farmaci antitiroidei come metimazolo, che consente di normalizzare i livelli di TSH e quindi ridurre quelli degli altri ormoni. Occasionalmente, il metimazolo può essere sostituito da propiltiouracile, utile nei pazienti con crisi tireotossica ma che ha anche effetto tossico sul fegato, aumentando il rischio di insufficienza epatica. 

Nei pazienti che non mostrano miglioramenti con le terapie farmacologiche, che hanno sviluppato recidive o che hanno sintomi particolarmente gravi o di origine tumorale, la chirurgia può essere risolutiva. L’intervento chirurgico consiste nell’ablazione, parziale o totale, della tiroide, che riduce, fino eventualmente ad azzerare, l’attività della ghiandola. Nelle asportazioni più estese, il paziente può sviluppare ipotiroidismo e quindi necessitare di una terapia ormonale sostitutiva

Bibliografia

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  • Douglas RS, Kahaly GJ, Patel A, et al: Teprotumumab for the treatment of active thyroid eye disease. N Engl J Med 382(4):341–352. 2020.
  • Ross DS, Burch HB, Cooper DS, et al: 2016 American Thyroid Association Guidelines for Diagnosis and Management of Hyperthyroidism and Other Causes of Thyrotoxicosis. Thyroid 26(10):1343–1421, 2016.

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