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Infarto intestinale

Dr. Alessandro Ricci

Dr. Alessandro Ricci

Angiologo Medico Chirurgo, specialista in Angiologia Medica Creato il: 04/12/2024
L'infarto intestinale, anche conosciuto come ischemia mesenterica, è una condizione medica grave che coinvolge la riduzione o l'interruzione del flusso sanguigno all'intestino. 

Questo fenomeno può portare a danni tissutali significativi e richiede un'attenzione immediata per evitare complicanze gravi come la perforazione dell’intestino. 
 
Infarto intestinale

Cause Cause

Come detto in precedenza, l’infarto intestinale si verifica quando l’afflusso di sangue verso l’intestino non è sufficiente a permettere a quest’ultimo di mantenere la sua attività.

Pertanto, questa condizione si può sviluppare in seguito a qualsiasi condizione che ostacola o interrompe l’afflusso di sangue verso l’intestino; tra cui:
 
  • trombosi mesenterica: si verifica quando si forma un coagulo di sangue all'interno di una delle arterie che irrorano l’intestino, riducendo o bloccando completamente il flusso sanguigno;
  • embolia mesenterica: questa condizione si verifica quando un embolo, solitamente un coagulo di sangue o un deposito di grasso, si stacca da un'altra parte del corpo e si sposta attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere un'arteria mesenterica, causando un'occlusione;
  • insufficienza cardiaca: si manifesta in seguito a eventi cardiaci gravi e comporta un volume insufficiente di sangue circolante; non è raro che l’infarto intestinale sia una conseguenza di infarto cardiaco. 

Sintomi Sintomi

Solitamente, i sintomi dell’infarto intestinale sono facilmente riconoscibili e possono essere immediatamente molto acuti o svilupparsi in modo progressivo – quest’ultimo caso è tipico degli infarti di origine trombotica. Tra i sintomi più comuni rientrano: 
 
  • dolore addominale grave (angina abdominis): è il sintomo più comune e può essere costante o intermittente e tende spesso a peggiorare durante la digestione;
  • nausea e vomito: questi sintomi possono essere presenti a causa dell'irritazione intestinale e del dolore;
  • diarrea: non è raro che i pazienti colpiti da infarto intestinale soffrano di diarrea, che spesso si presenza con tracce di sangue al suo interno per via della necrosi dei tessuti intestinali;
  • malassorbimento: la necrosi dovuta all’ischemia dell’intestino riduce la capacità di assorbire i nutrienti durante la digestione; pertanto, non è raro osservare fenomeni di malnutrizione e perdita di peso. 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi dell’infarto intestinale deve essere posta in tempi molto rapidi per prevenire lo sviluppo di complicanze anche gravi. 

In genere, se si sospetta la presenza di un infarto intestinale, in base alla presenza dei sintomi caratteristici, la conferma diagnostica può essere posta mediante una TAC o un’arteriografia, che consentono di visualizzare eventuali alterazioni del flusso sanguigno o danni di natura necrotica a livello dell’intestino. 

Le radiografie dell’addome possono essere utili se si sospetta che si sia verificata una perforazione dell’intestino. 
 
Infarto intestinale

Rischi Rischi

In assenza di un trattamento adeguato, l’infarto intestinale comporta, nella quasi totalità dei casi, la comparsa di complicanze fatali per il paziente. Infatti, il ridotto afflusso di sangue può portare, nello spazio di poche ore, a una necrosi intestinale, una condizione grave che predispone l’intestino a una perforazione

In questi casi, la fuoriuscita di contenuti intestinali nell'addome porta generalmente allo sviluppo di una peritonite, un'infiammazione grave della membrana che riveste la cavità addominale e che può rapidamente evolvere verso una sepsi, una risposta infiammatoria sistemica molto grave che può portare a danni irreversibili agli organi e, in casi più gravi, direttamente alla morte
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Sulla base di quanto detto in precedenza, è fondamentale che l’intervento per un infarto intestinale sia estremamente tempestivo ed efficace. La scelta di quest’ultimo dipende poi dalle condizioni generali del paziente e dalla causa che ha scatenato l’infarto intestinale. 

Per esempio, nei casi di infarto intestinale derivanti da un’occlusione vascolare che vengono diagnosticati precocemente, il trattamento di base è costituito dalla somministrazione di farmaci anticoagulanti e trombolitici, che permettono di dissolvere il coagulo responsabile dell’occlusione. Per esempio, nei pazienti sottoposti ad arteriografia, tramite lo stesso catetere utilizzato per l’esame si può infondere papaverina, che ha effetto vasodilatatore e può aiutare il recupero di una circolazione sanguigna efficace. 

Nei casi di infarto intestinale causato da insufficienza cardiaca, invece, il trattamento è mirato a ristabilire il prima possibile un adeguato volume di sangue circolante e una pressione arteriosa adeguata al mantenimento delle funzioni dell’organismo. Questo trattamento deve essere eseguito con attenzione, in modo da evitare eventuali fenomeni di shock dovuti a un’eccessiva riperfusione di sangue nell’organismo. 

Se il trattamento non è sufficientemente rapido e il paziente è già andato incontro a una necrosi intestinale, il trattamento deve essere di tipo chirurgico e richiede la rimozione chirurgica della parte danneggiata per ricollegare le sezioni sane. In genere, durante questa procedura, si interviene anche per ristabilire una circolazione sanguigna adeguata, che può essere ottenuta tramite rimozione dei trombi o tramite bypass dell’arteria mesenterica. L’intervento chirurgico è necessario anche quando l’infarto è evoluto in una peritonite. 

In genere, la prognosi dell’infarto intestinale varia sensibilmente con la rapidità della diagnosi e del trattamento. Infatti, se l’intervento viene eseguito in tempi sufficientemente rapidi per prevenire eventuali complicanze, la mortalità si riduce sensibilmente, mentre in casi di trattamento tardivo o inadeguato, questa riguarda la maggioranza dei pazienti. 

Dopo il trattamento, il periodo di recupero può variare a seconda della gravità della condizione e della presenza di complicanze. Il follow-up regolare con il medico è importante per monitorare il recupero e prevenire eventuali recidive.
 

Bibliografia

  • Pironi L. Definitions of intestinal failure and the short bowel syndrome. Best Pract Res Clin Gastroenterol. 2016 Apr;30(2):173-85.
  • Allan P, Lal S. Intestinal failure: a review. F1000Res. 2018 Jan 18;7:85.
  • Irving M. Intestinal failure. J Gastroenterol Hepatol. 2000 Oct;15 Suppl:G26-9.

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