Gastrite
Dr. Vittorio Riso
Gastroenterologo Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 07/07/2023 Ultimo aggiornamento: 15/12/2023Con gastrite si fa spesso riferimento a un’infiammazione, cronica o acuta, che colpisce la mucosa dello stomaco, ossia il suo rivestimento interno.
Molto comunemente, la gastrite si identifica con il dolore che colpisce la regione superiore dell’addome e la difficoltà a “digerire” alcuni cibi solitamente assunti senza problemi. Non meno raro è il senso di “pesantezza” nella zona epigastrica.
La gastrite può manifestarsi in molte regioni della mucosa gastrica o anche colpirla nella sua interezza. In genere, si definisce la gastrite antrale quella che colpisce la porzione più distale dello stomaco e del fondo e del corpo se interessa le altre due. Un’ulteriore distinzione riguarda le forme acuta e cronica, basata sulla durata della sintomatologia e dell'eziologia.
Approfondimenti
Cause
Le cause della gastrite possono essere molto varie:
- assunzione eccessiva di alcuni cibi, siano essi molto acidi (es. agrumi, caffè), particolarmente piccanti o affumicati;
- abuso di alcolici o bevande molto gassate;
- abuso di farmaci gastrolesivi, tra cui gli antinfiammatori non steroidei (FANS) che hanno azione dannosa sulla mucosa gastrica sia per effetto topico (aumento della permeabilità) che per effetto sistemico (inibizione della secrezione di prostaglandine che proteggono la mucosa);
- ansia e stress hanno un ruolo importante, in quanto stimolano la secrezione di adrenalina che, a sua volta, aumenta i livelli di acido cloridrico.
Un’altra causa significativa della gastrite è rappresentata dall’infezione da Helicobacter pylori; questo, infatti, è stato scoperto nel 1981 da Barry Marshall e Robin Warren ed è universalmente riconosciuto, ormai, come la causa più importante e più frequente della patologia.
L'Helicobacter pylori, infatti, danneggia la mucosa gastrica direttamente, distruggendo le cellule epiteliali, e indirettamente, con la produzione di una tossina che stimola l’afflusso di linfociti e macrofagi, i quali producono le citochine, tra cui interleuchina-1 (IL-1), interleuchina-6 (IL-6) e interleuchina-8 (IL-8) che danno luogo all’infiammazione.
Sintomi
Le gastriti acute, solitamente, hanno sintomi facilmente riconoscibili, come:
- dolore, specie ai quadranti alti dell’addome;
- nausea;
- vomito.
Più rari ma comunque presenti sono: febbre, dispepsia, emorragia, anoressia. Tutti questi tendono a scomparire quando si tratta la causa della gastrite.
Le gastriti croniche nel 50% dei casi sono asintomatiche, con la comparsa di sintomi manifesti che è spesso dovuta a una complicazione. La più frequente è forse proprio l'anemia, presente nelle gastriti provocate da una infezione da H. pylori, nella quale si ha una ridotta capacità delle cellule gastriche di assorbire il ferro (anemia microcitica) o per un minore assorbimento di vitamina B12 (anemia macrocitica), o alla comparsa di un’ulcera sanguinante. Nel 30% dei casi, queste complicazioni conducono a epigastralgia e nel rimanente 20% compaiono altri sintomi dispeptici.
Tra le complicanze più gravi delle gastriti rientrano, essenzialmente:
- emorragie, che possono essere anche latenti e, nel lungo periodo, portare ad anemizzazioni croniche, con una forte carenza di emoglobina, o acute, con ematemesi (presenza di sangue nel vomito) o melena (presenza di sangue digesto nelle feci);
- perforazioni, che coinvolgono soprattutto le ulcere e danno luogo a un forte dolore trafittivo;
- stenosi, ossia la restrizione della valvola pilorica (quella che unisce stomaco ed esofago) che porta a sintomi comuni, come nausea e vomito.
Diagnosi
Giungere precocemente a una diagnosi di gastrite è molto importante per prevenire l’insorgenza di alcune complicanze.
La metodica di elezione per la diagnosi di gastrite è rappresentata dalla gastroscopia, che consiste nell’inserimento di una sonda all’interno della bocca o del naso, la quale consente la visualizzazione diretta, tramite una telecamera, delle mucose dell’esofago, dello stomaco e del duodeno.
Questa tecnica ha il grande vantaggio di osservare immediatamente la mucosa, individuando facilmente la presenza di eventuali lesioni associate a ulcere, erosioni o tumori. Inoltre, la gastroscopia consente anche di effettuare dei prelievi di tessuto che possono essere poi analizzati a livello cellulare (biopsia). Tramite biopsia, infatti, è possibile individuare un’infezione da H. pylori, una gastrite atrofica autoimmune (GCA) o la presenza di cellule tumorali e quindi studiare al meglio il trattamento della condizione.
Rischi
I rischi principali delle gastriti non curate riguardano in buona parte la stessa sintomatologia, quindi:
- dolore epigastrico;
- sanguinamento;
- perforazione;
- anemizzazione.
Un capitolo a parte, proprio per la sua importanza, va lasciato alla possibile evoluzione della Gastrite Atrofica Autoimmune nel tumore dello stomaco. Questa è infatti un’infiammazione cronica della mucosa gastrica, legata a un’alterazione del sistema immunitario che causa la distruzione delle ghiandole gastriche, le quali vengono sostituite da altre che normalmente risiedono nell’intestino (metaplasia intestinale). Anche l’infezione da H. Pylori, se non correttamente trattata, può evolvere verso la GCA e quindi verso la metaplasia.
Le emorragie poi possono dar luogo a un’anemia perniciosa, che consiste in una carenza di globuli rossi dovuta a un mancato o ridotto assorbimento della vitamina B12, spesso causato a sua volta dalla ridotta produzione di Fattore Intrinseco (FI), un elemento fondamentale per la formazione di nuovi eritrociti. Si tratta di una malattia autoimmune, che scaturisce dall'aggressione di alcuni anticorpi verso le cellule del fondo gastrico deputate alla produzione del FI, la glicoproteina necessaria all'assorbimento della vitamina B12. Secondo alcuni studi, circa il 6% dei pazienti con anemia perniciosa sarebbe destinato, prima o poi, a sviluppare una neoplasia gastrica.
Cure e Trattamenti
Una volta accertata la causa della gastrite, uno dei trattamenti di elezione riguarda l’uso di inibitori della pompa protonica (IPP), che inibiscono la secrezione di acido cloridrico, mettendo a riposo la mucosa gastrica. I principi attivi più comuni sono: esomeprazolo; rabeprazolo; pantoprazolo e omeprazolo.
Una seconda strategia terapeutica riguarda la somministrazione di antiacidi, come sali di magnesio e alluminio, magaldrato o ranitidina o protettori della mucosa, come il sucralfato.
Nei pazienti infetti da H. pylori il trattamento prevede primariamente l’eradicazione del batterio, in genere con la somministrazione di una doppia terapia antibiotica in associazione con un inibitore della pompa protonica.
Bibliografia
- Sipponen P, Maaroos HI. Chronic gastritis. Scand J Gastroenterol. 2015 Jun;50(6):657-67.
- Jamieson JR, Hinder RA. Chronic gastritis. Surg Annu. 1991;23 Pt 2:13-29.
- Smith CL. Sucralfate in the treatment of gastritis. A review. Am J Med. 1989 Jun 9;86(6A):70-2.
- Neumann WL, Coss E, Rugge M, Genta RM. Autoimmune atrophic gastritis--pathogenesis, pathology and management. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2013 Sep;10(9):529-41.
L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
Cerca i migliori specialisti che si occupano di Gastrite nelle province di: Roma, Milano, Torino, Brescia
Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.