Forfora e seborrea
Dr.ssa Donatella D'Onofrio
Dermatologo Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia Creato il: 31/10/2024In generale, esistono due tipologie di forfora:
- forfora secca: è caratterizzata da scaglie disidratate, fini e di colore biancastro che si staccano facilmente dal cuoio capelluto, con il cuoio capelluto che può dare una sensazione di prurito ma non apparire irritato o arrossato;
- forfora grassa: è caratterizzata da scaglie più grandi e spesse, spesso di colore giallastro e consistenza oleosa; questa può essere accompagnato da un eccesso di produzione di sebo. In questi casi, le scaglie possono comparire anche in altre parte del corpo ricche di ghiandole sebacee, come l’inguine, le ascelle e le sopracciglia.
Cause
Il cuoio capelluto, come tutti i tessuti cutanei dell’organismo, è soggetto a un meccanismo di ricambio cellulare continuo, per cui le cellule superficiali più vecchie muoiono e vengono regolarmente sostituite da cellule nuove.La forfora è una condizione che porta a una deregolazione del meccanismo di ricambio cellulare, per cui le cellule dell’epidermide vengono eliminate più frequentemente del previsto, portando alla desquamazione del cuoio capelluto.
Le cause specifiche di questa deregolazione non sono note ma sono stati individuate alcune condizioni che sono propedeutiche al fenomeno. Tra queste rientrano:
- proliferazione di lieviti e, nello specifico, di un fungo chiamato Malassezia furfur, che si trova comunemente sulla pelle umana e, in presenza di ambienti opportuni può crescere in modo incontrollato e causare l’irritazione del cuoio capelluto;
- eccesso di produzione di sebo, che può stimolare la crescita di Malassezia creando un ambiente favorevole;
- uso di prodotti irritanti, alcuni shampoo o prodotti per i capelli possono infatti contenere sostanze aggressive per il cuoio capelluto, causando un’irritazione che può aumentare la produzione di forfora;
- sollecitazioni fisiche del cuoio capelluto, come il lavaggio o l’asciugatura dei capelli a temperature molto alte;
- stress e squilibri ormonali, due fattori che possono influenzare la produzione di sebo e l’equilibrio microbico sulla pelle;
- malattie infiammatorie, come la psoriasi, che provoca un accumulo di cellule epiteliali morte;
- dermatiti da contatto, che si sviluppano in genere per il contatto con alcune sostanze e causa un’infiammazione della pelle che può associarsi al prurito e alla forfora.
Sintomi
Come da sua stessa definizione, la sintomatologia principale della forfora è rappresentata dalla presenza delle scaglie di pelle morta che si accumulano alla base dei capelli in un processo di desquamazione. Queste, quando il cuoio capelluto viene sottoposto a sfregamento (per esempio, durante la pettinatura) possono quindi disperdersi, dando luogo al tipico “effetto neve”.In genere, la forfora si accompagna anche a una sensazione persistente di prurito e irritazione del cuoio capelluto, che, in caso di ulteriori sfregamenti (ad esempio, per l’impulso di grattarsi), possono anche peggiorare l’entità della desquamazione.
Diagnosi
La forfora è generalmente diagnosticata tramite l’esame visivo del cuoio capelluto da parte di un dermatologo o di uno specialista affine. Possono essere eseguiti anche test per escludere altre condizioni cutanee, come la psoriasi o alcune irritazioni cutanee indipendenti, ma questo riguarda generalmente una minoranza di casi.Rischi
In generale, la forfora è una condizione lieve e che non comporta rischi significativi per il paziente; talvolta può essere espressione di una patologia sottostante (per esempio, la psoriasi) ma questo è riservato a casi generalmente rari.Il principale impatto della forfora, infatti, è legato all’aspetto estetico, in quanto la presenza delle scaglie può costituire una forma di disagio per i pazienti, peggiorando la percezione che questi hanno di sé.
Cure e Trattamenti
Anche se la forfora può essere difficile da prevenire completamente, ci sono alcune misure che possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare questo disturbo:- utilizzare uno shampoo adeguato: scegliere uno shampoo delicato e adatto al proprio tipo di cuoio capelluto può limitare l’irritazione e prevenire la desquamazione; questo accorgimento è fondamentale soprattutto nei soggetti predisposti;
- gestione dello stress: essendo un fattore di rischio per la comparsa della forfora, gestire correttamente lo stress può limitarne sensibilmente la formazione;
- igiene del cuoio capelluto: lavare regolarmente i capelli con uno shampoo adatto e massaggiare delicatamente il cuoio capelluto durante il lavaggio può aiutare a rimuovere le cellule morte della pelle e a prevenire l’accumulo di scaglie; inoltre, può essere utile lavare i capelli con acqua non troppo calda e non sottoporli a stress fisici importanti (per esempio, stiramento o asciugatura ad alte temperature);
- limitazione di prodotti aggressivi: lozioni, lacche o prodotti per i capelli con agenti aggressivi per il cuoio capelluto possono favorire la comparsa della forfora; pertanto, se si è predisposti, è bene limitarne l’uso.
- shampoo specifici: gli shampoo antiforfora sono pensati precisamente per ridurre la desquamazione cutanea avendo effetto antinfiammatori e lenitivi sul cuoio capelluto; in genere, questi contengono alcuni agenti antifungini, come il ketoconazolo, che ostacola la proliferazione della Malassezia;
- lozioni cutanee: spesso, in associazione agli shampoo adeguati si possono impiegare anche delle lozioni o delle creme a base di solfuro di selenio che rallentano il ricambio cellulare del cuoio capelluto;
- corticosteroidi: in genere, l’uso di antinfiammatori a base di corticosteroidi può essere prescritto in casi di forfora grave e associata a infiammazioni importanti del cuoio capelluto; questa terapia, in genere, viene accoppiata a uno shampoo antimicotico in quanto, altrimenti, la forfora può ripresentarsi dopo la sospensione del trattamento.
Bibliografia
- Teglia O, Schoch PE, Cunha BA. Malassezia furfur infections. Infect Control Hosp Epidemiol. 1991 Nov;12(11):676-81.
- Borda LJ, Wikramanayake TC. Seborrheic Dermatitis and Dandruff: A Comprehensive Review. J Clin Investig Dermatol. 2015 Dec;3(2):10.13188/2373-1044.1000019.
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