Fobia sociale
Dr.ssa Susanna Mattoccia
Psicologo Psicologo - Neuropsicologia Clinica Creato il: 14/07/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023L'ansia è una sensazione soggettiva psico-fisica spiacevole, che sopraggiunge in risposta a un segnale d'allarme. Nel caso specifico della fobia sociale (o disturbo d'ansia sociale), il soggetto sperimenta ansia quando si trova in contesti sociali (ma anche in via anticipatoria, quando immagina un evento futuro stressante). Situazioni come parlare in pubblico, fare la fila al supermercato, mangiare esposti in un ristorante, usare un bagno pubblico o incontrare una nuova comitiva di conoscenti diventano eventi altamente spiacevoli, talvolta insostenibili.
Le situazioni sociali vengono vissute come pericoli e spesso evitate, poiché ciò che si teme è il giudizio sul proprio comportamento: ci si sente sempre sotto i riflettori e ogni azione viene considerata come una performance, che sarà severamente giudicata dagli altri. Tipica è anche l'abitudine a rimuginare sugli eventi passati per analizzare e valutare nel dettaglio ogni singolo comportamento.
Non tutte le persone con fobia sociale sperimentano lo stesso livello d'ansia in ogni contesto.
Cause
Non è stata individuata una causa univoca che porta allo sviluppo dei disturbi d'ansia. È probabile che la genetica abbia un impatto significativo su questi disturbi. La predisposizione genetica - infatti - può costituire un terreno fertile per lo sviluppo di diversi disturbi d'ansia, ma non dobbiamo sottovalutare le esperienze di vita, alcune credenze o fattori cognitivi mantenuti nel tempo. Infatti, convinzioni negative persistenti possono innescare e mantenere i disturbi d'ansia. Ad esempio, una persona con disturbo d'ansia sociale può convincersi che emozionarsi, mentre parla in pubblico, possa generare disapprovazione e critica da parte degli spettatori, dunque, per evitare una "brutta figura", smetterà di parlare in pubblico, adottando un safety behavior - o comportamento di salvaguardia - che costituirà una delle cause principali di cronicizzazione del disturbo.
Un'altra causa di sviluppo del disturbo d'ansia sociale può essere rappresentata da un'educazione familiare molto rigida, con alti standard di comportamento sociale.
Altre ipotesi si incentrano sui fattori neurobiologici. Alcuni studi suggeriscono un deficit di connettività tra l'amigdala e la corteccia prefrontale mediale, altri evidenziano un'associazione tra disturbi d'ansia e malfunzionamenti dei sistemi neuro-trasmettitoriali (ad es., della serotonina).
Sintomi
Il sintomo principale è l'ansia eccessiva quando si è esposti al giudizio altrui, ossia quando si deve interagire con qualcuno, quando si è osservati e/o quando si è sotto performance. Questo porta all'evitamento di tali situazioni o a viverle con un profondo senso di disagio. Il livello di ansia raggiunto da una persona con fobia sociale, in genere, non è giustificato dal contesto.
Nei contesti sociali attivanti si arriva a sperimentare un malessere psico-fisico tale da provocare i più comuni sintomi dell'ansia (ad es., tachicardia, aumento della sudorazione, nausea, vertigini, difficoltà di concentrazione, ecc.). Nel momento in cui si manifestano questi spiacevoli sintomi, si aggiunge la preoccupazione del soggetto che qualcuno possa notarli: ci si può preoccupare che qualcuno noti la voce che trema, il rossore in viso, l'incertezza nell'eloquio, che non si è mangiato abbastanza, e così via.
Diagnosi
Per fare una diagnosi di disturbo d'ansia sociale è fondamentale che - oltre ai sintomi precedentemente descritti - vi sia una interferenza del disturbo con la vita di tutti i giorni. I sintomi devono compromettere le aree funzionali del soggetto (ad es. esperienze lavorative, familiari e/o relazionali risultano danneggiate dal disturbo) e causare un disagio significativo.
Riportando il criterio temporale descritto nel DSM-5, il disagio deve essere presente da almeno 6 mesi per la diagnosi. Non deve inoltre dipendere da una condizione medica o all'uso di sostanze.
Rischi
Il disturbo d'ansia sociale può provocare una forte sofferenza. Nel tempo, le situazioni che generano ansia e imbarazzo possono diventare molte e l'intensità del disagio può crescere, proprio rafforzata dai comportamenti di evitamento. La vita del paziente risulta così molto impoverita e le occasioni di scambio sociale diminuiscono.
Il rischio principale della fobia sociale è la sua tendenza a cronicizzarsi senza un trattamento idoneo. Inoltre, la cronicità del disturbo e spesso l'insorgenza precoce possono condurre il soggetto a sviluppare una vulnerabilità per altri disturbi secondari quali la depressione o l'utilizzo di sostanze. I sintomi depressivi possono manifestarsi come conseguenza dei fallimenti nell'interazione sociale. Inoltre, l'abuso di sostanze può essere utilizzato come rimedio temporaneo - ovviamente disfunzionale - per alleviare l'ansia.
Cure e Trattamenti
Chi manifesta i sintomi dell'ansia sociale dovrebbe quanto prima richiedere una valutazione psicologica e considerare l'idea di intraprendere un percorso di cura con un professionista della salute mentale. La remissione spontanea dei sintomi è possibile ma riguarda pochi casi; la cronicizzazione è infatti l'evoluzione più frequente in assenza di trattamento adeguato.
Per quanto riguarda la psicoterapia, vi sono diverse strade percorribili per un paziente che manifesta fobia sociale. La terapia cognitivo-comportamentale è particolarmente indicata in questo disturbo. In un numero generalmente contenuto di incontri si va a lavorare sulla consapevolezza relativa al disturbo, sui fattori cognitivi che lo mantengono e sui comportamenti disfunzionali. È previsto un coinvolgimento attivo e progressivo del paziente anche al di fuori del setting terapeutico; al paziente vengono inoltre insegnate tecniche di gestione dell'ansia. Anche la psicoterapia psicodinamica produce generalmente buoni risultati.
In alcuni casi, inoltre, lo psichiatra potrebbe ritenere necessario ricorrere al trattamento farmacologico. Solitamente i farmaci impiegati nel disturbo d'ansia sociale sono rappresentati dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e dalle benzodiazepine. Per contrastare alcuni effetti somatici dell'ansia (ad es., sudorazione, tachicardia ecc.) possono essere utilizzati i beta-bloccanti.
Bibliografia
- Kring, A. M., Johnson, S. L., Davison, G. C., & Neale, J. (2017). Psicologia clinica. Zanichelli.
- American Psychiatric Association. (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano, Raffaele Cortina Editore.
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