Discopatia
Dr. Pietro Brignardello
Neurochirurgo Medico Chirurgo, specialista in Neurochirurgia Creato il: 16/01/2018 Ultimo aggiornamento: 20/09/2023Il disco intervertebrale è formato da una parte centrale, denominata nucleo polposo, composta da acqua e proteine, con la funzione di ammortizzatore fra una vertebra e l'altra, e da una parte periferica, chiamata anulus fibroso, composta da anelli concentrici di collagene. Fra il disco e la vertebra sovra e sottostante, vi è un piatto cartilagineo che connette il disco alle vertebre.
La discopatia consiste in una diminuzione dell'idratazione del disco rendendolo rigido, di consistenza e altezza diminuita e causando, di conseguenza, una alterazione del movimento delle vertebre che si traduce essenzialmente in un eccesso di mobilità e, a causa della diminuita altezza del disco, in un contatto fra una vertebra e l'altra.
Cause
La discopatia si verifica come conseguenza del naturale invecchiamento del disco, in relazione all'età. Può insorgere, tuttavia, anche in giovane età, in seguito a traumi, ad attività lavorative pesanti o, al contrario, troppo sedentarie o anche in seguito ad una predisposizione genetica o a condizioni quali sovrappeso o obesità.
Sintomi
Il sintomo caratteristico della discopatia è rappresentato da un dolore in regione lombare. Nelle fasi iniziali, il dolore è lieve, con sporadiche esacerbazioni. Con il progredire della degenerazione discale, il dolore aumenta di intensità e assume un carattere continuo senza periodi di benessere. Nelle fasi molto avanzate, la sintomatologia è di tale intensità da non permettere di esercitare la propria attività lavorativa e le normali attività della vita quotidiana.
Talvolta, quando si verifica la compressione del canale vertebrale, può manifestarsi anche una sciatalgia.
Diagnosi
La diagnosi di discopatia viene agevolmente ottenuta mediante l'esecuzione di una risonanza magnetica. Il segno caratteristico è il cosiddetto black disc (disco nero): un disco normale, in risonanza, appare di colore chiaro, mentre un disco degenerato appare di colore più scuro, fino ad apparire completamente nero nei casi più gravi.
È inoltre sempre utile completare gli accertamenti con una radiografia in dinamica in flesso-estensione (si tratta di una radiografia della colonna, che viene fatta con il paziente sia in posizione flessa che estesa), che serve a documentare l'eventuale grado di instabilità delle vertebre.
Cure e Trattamenti
Nelle fasi iniziali, il trattamento della discopatia è sempre conservativo e si basa sull'utilizzo di farmaci antidolorifici e antiinfiammatori, miorilassanti e cortisonici. Di fondamentale importanza sono i trattamenti fisioterapici. Se, dopo almeno sei mesi di terapie conservative, non si ottengono risultati, bisogna allora considerare la soluzione chirurgica.
L'intervento per la discopatia è l'artrodesi vertebrale e consiste nell'inserimento di viti nelle vertebre sopra e sotto il disco degenerato. Le viti vengono poi collegate fra di loro con due barre (destra e sinistra). Il materiale è in titanio, compatibile con l'esecuzione di eventuali risonanze magnetiche in futuro. Molto spesso questo tipo di intervento può essere eseguito con tecnica percutanea.
Con la tecnica tradizionale a cielo aperto, è necessaria una incisione più o meno lunga e lo scollamento della muscolatura dalle vertebre per potere posizionare l'impianto.
Con la tecnica percutanea, invece, vengono eseguiti dei piccoli tagli lateralmente sulla muscolatura e, con un apposito strumentario, si posizionano le viti nelle vertebre, passando attraverso la muscolatura senza scollarla dalle vertebre.
In questo, modo il traumatismo chirurgico è ridotto al minimo così come anche le perdite ematiche. In linea di massima, il paziente comincia ad alzarsi la mattina dopo l'intervento e viene dimesso dopo 2-3 giorni. Una volta a casa riprende gradualmente le sue attività, evitando di sollevare pesi e di eseguire sforzi eccessivi per tre mesi.
Bibliografia
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