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Conflitto femoro-acetabolare

Dr. Luca Tafuro

Dr. Luca Tafuro

Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 22/05/2024
Il conflitto femoro-acetabolare è una condizione che si verifica quando vi è un contatto anormale tra le ossa femorali e quelle del bacino durante il movimento dell’anca. Questo può causare danni alle strutture cartilaginee circostanti e generare lesioni articolari che provocano dolori e difficoltà nei movimenti.
 
Conflitto femoro-acetabolare

Cause Cause

L’anca è un’articolazione composta dalla parte superiore del femore (detta testa) che si incastra con l’acetabolo, ossia la cavità dell’osso iliaco situata nel bacino. Tra queste è presente un rivestimento cartilagineo, che consente il movimento fluido dell’anca.

Il conflitto femoro-acetabolare si verifica quando il movimento dell’anca risulta impedito per qualche motivo. Il conflitto si può manifestare in varie forme, talvolta coesistenti, tra cui:
 
  • conflitto a camma: la testa femorale presenta una deformità che si oppone al movimento ottimale, causando un contatto anormale con l’acetabolo durante il movimento e favorendo l’erosione;
  • conflitto a pinza: si verifica in quelle circostanze in cui le alterazioni sono collegate alla coppa acetabolare. Il conflitto si verifica in una sorta di chiusura della testa del femore, dando come l’idea che la si stesse pinzando.
Le cause di questi conflitti possono essere molteplici e includere fattori anatomici, genetici, biomeccanici e ambientali; tuttavia, la maggior parte dei casi è legata a malformazioni congenite o acquisite durante lo sviluppo osseo.

Raramente, nella comparsa del conflitto femoro-acetabolare possono giocare un ruolo anche traumi gravi o ripetuti nella zona dell’anca. L’attività fisica, in alcuni casi, può contribuire ad aggravare la condizione, in quanto i pazienti che svolgono attività regolare tendono a effettuare dei movimenti in grado di accentuare la sintomatologia. 
 

Sintomi Sintomi

I sintomi del conflitto femoro-acetabolare possono variare in base alla gravità della condizione, alla presenza di lesioni associate e ad altri fattori individuali. Nella maggior parte dei casi, questo si manifesta con un dolore localizzato all’inguine o nella zona dell’articolazione (quindi tra il fianco e la parte posteriore dell’anca) e che aumenta con il movimento e con l’attività fisica. 

In alcuni casi, il dolore può irradiarsi verso altre parti dell’anca, della coscia o della parte bassa della schiena. In questi casi, la sintomatologia può rendere complesso eseguire attività che includono movimenti rilevanti dell’anca. 

In genere, l’attrito a livello articolare produce anche fenomeni di rigidità o limitazione del movimento dell’anca, sia legati alla sintomatologia dolorosa che a impedimenti fisici, e può peggiorare la stabilità dell’articolazione. 
 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi del conflitto femoro-acetabolare deve essere posta da uno specialista ortopedico o fisiatra e si basa su un’anamnesi accurata, in cui vengono raccolte informazioni su eventuali sintomi, fattori di rischio e lesioni o traumi pregressi dell’anca.

La valutazione clinica della patologia si basa in genere sull’esecuzione di alcune manovre diagnostiche che consentono di valutare l’ampiezza dei movimenti, la stabilità articolare, la forza muscolare e la presenza di dolore o sensibilità. 

Per individuare eventuali lesioni e stimare l’entità di esse, invece, l'ortopedico può fare ricorso a esami di imaging come radiografie per ottenere informazioni sulle strutture ossee e risonanze magnetiche per ottenerle sui tessuti molli.

In alcuni casi, inoltre, si possono effettuare degli esami mirati che includono l’iniezione di un antinfiammatorio (generalmente a base di corticosteroidi) nella zona della sospetta lesione. Se la procedura riduce il dolore, si può avere una conferma diagnostica di conflitto femoro-acetabolare.
 
Conflitto femoro-acetabolare

Rischi Rischi

Generalmente, il conflitto femoro-acetabolare è una condizione che può essere invalidante per i pazienti, in quanto produce una sintomatologia dolorosa e di rigidità articolare che può peggiorare sensibilmente la qualità della vita di chi ne soffre.

Se non trattato, inoltre, la condizione può portare a una serie di complicanze anche molto fastidiose, contribuendo a una persistenza dei sintomi e alla comparsa di disfunzioni gravi a livello articolare, in quanto il contatto prolungato tra femore e acetabolo può causare danni alla cartilagine dell’anca, favorendo l’attrito tra le due ossa e dando luogo a fenomeni di tipo artrosico o alla comparsa di deformazioni ossee.

In questi ultimi casi, i pazienti possono sperimentare difficoltà significative anche a camminare e, in generale, possono osservare un sensibile peggioramento della prognosi, con la necessità di sottoporsi a trattamenti chirurgici per recuperare una mobilità ottimale.
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il conflitto femoro-acetabolare è una condizione che non è facilmente prevenibile. Tuttavia, esistono numerose strategie terapeutiche, che possono essere adottate in base alla gravità della lesione e alle caratteristiche specifiche del paziente. Il primo approccio è costituito dal trattamento conservativo, che in genere si basa su:
 
  • riposo, in modo da non sottoporre l’anca a stress ulteriori;
  • fisioterapia, con esercizi mirati a migliorare la mobilità dell’anca rinforzandone i muscoli;
  • farmaci antinfiammatori, che servono a ridurre la sintomatologia dolorosa. Questi vengono in genere somministrati tramite infiltrazioni.
Nei casi più gravi o resistenti al trattamento conservativo, può essere necessario fare ricorso a un intervento chirurgico per correggere le anomalie anatomiche dell’anca e ridurre il contatto anomalo tra la testa femorale e l’acetabolo. 

In genere, la procedura può essere svolta in artroscopia, ma nei casi più gravi può essere necessario procedere a trattamenti più invasivi, come la sostituzione di parte o di tutta l’articolazione con una protesi d’anca, a base di titanio, il quale si salda spontaneamente con l’osso, garantendo un recupero della mobilità. 

Dopo l’intervento chirurgico, specie se più invasivo, la riabilitazione può essere anche molto lunga e serve per ripristinare la forza muscolare, la stabilità articolare e la mobilità dell’anca. 
 

Bibliografia

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L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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