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Cheloidi

Dr.ssa Donatella D'Onofrio

Dr.ssa Donatella D'Onofrio

Dermatologo Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia Creato il: 01/03/2024
I cheloidi sono delle lesioni cicatriziali di grandi dimensioni che si formano a seguito di traumi o da ferite chirurgiche.

Quando la pelle subisce una ferita o una lesione, il processo di guarigione coinvolge la produzione di nuovo tessuto cicatriziale. Nei casi di cheloide, questa risposta cicatriziale è eccessiva e continua oltre i confini dell’area originaria della lesione.
 
Le ragioni specifiche di questa risposta eccessiva non sono completamente comprese, ma alcuni fattori che contribuiscono alla formazione dei cheloidi includono: 
 
  • predisposizione genetica; 
  • lesione cutanea; 
Il disturbo può colpire gli individui di ambo i sessi, anche se sembra più frequente nelle popolazioni di origine africana e asiatica. 
 
Cheloidi

Cause Cause

La principale causa dei cheloidi è la produzione anomala di tessuto cicatriziale conseguente a un trauma. Le ragioni di tale anomalia sono sconosciute, ma si ipotizza una predisposizione ereditaria

Tra i traumi che più comunemente causano cheloidi, si segnalano: 
 
  • acne: l’infiammazione e le lesioni causate da acne grave possono favorire lo sviluppo di cheloidi sulla pelle; 
  • lesioni cutanee: i cheloidi possono svilupparsi a seguito di varie lesioni cutanee come tagli, ustioni, punture o interventi chirurgici. 

Sintomi Sintomi

I cheloidi sono cicatrici anormali che si differenziano dalle cicatrici normali per diversi sintomi e caratteristiche. Tra i sintomi più comuni e distintivi dei cheloidi si segnalano: 
 
  • crescita eccessiva: la caratteristica principale dei cheloidi è la crescita eccessiva del tessuto cicatriziale oltre i confini dell’area originaria della lesione cutanea; 
  • aspetto elevato e sporgente: i cheloidi sporgono al di sopra del livello della pelle circostante e possono assumere un aspetto elevato e nodulare;
  • colore: inizialmente, i cheloidi possono apparire rossi o rosa e tendono a schiarirsi nel tempo, ma possono comunque rimanere più scuri rispetto alla pelle circostante; 
  • prurito o dolore: alcune persone con cheloidi possono sperimentare prurito o dolore nella zona colpita; 
  • irregolarità nei contorni: a differenza delle cicatrici normali, che spesso hanno contorni regolari, i cheloidi possono estendersi al di là dell’area originaria della lesione in modo irregolare; 
  • sensibilità alla pressione: i cheloidi possono essere sensibili al tatto o alla pressione; 
  • forma variabile: la forma dei cheloidi può variare notevolmente a seconda della localizzazione e delle caratteristiche individuali della persona. 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi è basata sull’analisi dei sintomi in sede di visita specialistica. L’iter diagnostico prevede generalmente le fasi seguenti: 
 
  • anamnesi: il medico raccoglie informazioni sulla storia medica del paziente, inclusa la presenza di lesioni cutanee precedenti, eventuali interventi chirurgici o ferite; 
  • esame fisico: il medico esamina la cicatrice e valuterà le caratteristiche tipiche dei cheloidi, come la crescita eccessiva del tessuto cicatriziale, l’aspetto elevato rispetto alla pelle circostante e l’irregolarità nei contorni; 
  • esame visivo e tattile: l’aspetto e la sensazione al tatto del cheloide possono aiutare il medico nella diagnosi. I cheloidi spesso hanno una consistenza più ferma rispetto al tessuto circostante.
Quando la diagnosi non è chiara, il medico può optare per ulteriori esami diagnostici:
 
  • biopsia cutanea: la biopsia prevede il prelievo di un piccolo campione di tessuto dalla lesione cutanea per esaminarlo al microscopio. Questa procedura consente al medico di ottenere informazioni più dettagliate sulla struttura del tessuto e confermare se si tratta effettivamente di un cheloide; 
  • imaging medico: in alcuni casi, specialmente se ci sono preoccupazioni sulla profondità della lesione, il medico potrebbe richiedere esami di imaging come l’ecografia o la risonanza magnetica, al fine di ottenere una visione più dettagliata della zona coinvolta.
Qualora la cicatrice costituisse disagio per il paziente, il dermatologo potrebbe concordare un trattamento sintomatico per ridurne la visibilità.  
 
Cheloidi

Rischi Rischi

I cheloidi non sono di per sé pericolosi per la salute del paziente, ma possono essere fonte di imbarazzo e disagio o, laddove non adeguatamente trattati, possono arrecare disturbi nella quotidianità del paziente. Tra i maggiori fastidi arrecati generalmente dai cheloidi si segnalano:
 
  • prurito e dolore: i cheloidi possono essere accompagnati da prurito e dolore, sintomi che variano per intensità da paziente in paziente e che possono causare disagio;
  • impatto estetico: a causa della loro crescita eccessiva, i cheloidi possono avere un impatto estetico significativo. Possono essere visibili e sporgere sopra il livello della pelle circostante, influenzando la percezione estetica della persona. 
Al pari delle macchie della pelle asintomatiche e delle smagliature, questi inestetismi possono essere trattati in più modi. 
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento dei cheloidi è perlopiù sintomatico, volto a ridurne la visibilità del cheloide stesso. Il gold standard del trattamento è la crioterapia con azoto liquido, una tecnica che congela la lesione. 

È possibile rimuovere chirurgicamente i cheloidi. Tra i trattamenti più comuni si segnalano: 
 
  • terapia laser: i laser possono ridurre la vascolarizzazione nella zona del cheloide e stimolare la produzione di collagene nella pelle circostante. Ciò comporta sia la riduzione del tasso di crescita del tessuto cicatriziale sia un aumento dell’elasticità della pelle; 
  • radioterapia: la radioterapia può essere utilizzata per inibire la crescita eccessiva del tessuto cicatriziale. Viene somministrata perlopiù sotto forma di radiazione esterna o tramite sorgenti radioattive applicate direttamente sulla lesione;
  • terapia cortisonica: si tratta dell’opzione di trattamento più diffusa, basata sull’utilizzo di corticosteroidi iniettati direttamente nel tessuto cicatriziale del cheloide. 
Anche dopo il trattamento chirurgico, tuttavia, il cheloide ha la tendenza a recidivare, ossia a ripresentarsi.
 

Bibliografia

  • Limandjaja GC, Niessen FB, Scheper RJ, Gibbs S. The Keloid Disorder: Heterogeneity, Histopathology, Mechanisms and Models. Front Cell Dev Biol. 2020 May 26;8:360. doi: 10.3389/fcell.2020.00360. PMID: 32528951; PMCID: PMC7264387.
  • Walsh LA, Wu E, Pontes D, Kwan KR, Poondru S, Miller CH, Kundu RV. Keloid treatments: an evidence-based systematic review of recent advances. Syst Rev. 2023 Mar 14;12(1):42. doi: 10.1186/s13643-023-02192-7. PMID: 36918908; PMCID: PMC10012475.

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