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Ustioni

Dr.ssa Rosaria Fidanza

Dr.ssa Rosaria Fidanza

Dermatologo Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia Creato il: 24/10/2020 Ultimo aggiornamento: 23/01/2024
Le ustioni rappresentano delle lesione cutanee generate, di solito, da una fonte di calore, ma anche da elettricità, radiazioni o prodotti chimici. Talvolta, un’ustione può essere anche a carico dei tessuti sottocutanei.

Le ustioni sono fonte di dolore, che può variare di intensità. Queste lesioni possono causare, inoltre, vesciche, edemi e perdita di parte della pelle.

Generalmente, i danni provocati da questi agenti si registrano a carico della cute. Ciononostante, in determinati casi, possono coinvolgere anche altre strutture del corpo, più profonde. Pensiamo, per esempio, ai muscoli, alle ossa o al tessuto adiposo.

Si è soliti classificare tali lesioni in tre gradi, distinti in base alla loro profondità e gravità:
 
  • lesioni di I grado: sono dette anche ustioni superficiali. Sono a carico dell’epidermide, ovvero lo strato più esterno della cute;
  • lesioni di II grado: conosciute anche come ustioni a spessore parziale. Si riferiscono al derma, cioè la parte intermedia della pelle. A seconda se interessino la parte superiore o inferiore del derma, vengono ulteriormente classificate in superficiali e profonde. Richiedono molto tempo per la loro guarigione;
  • lesioni di III grado: vengono dette anche ustioni a tutto spessore. Rappresentano le ustioni più gravi e sono a carico di tutti e tre gli strati della cute: epidermide, derma e strato adiposo.
Ustioni

Cause Cause

Le lesioni possono essere provocate da diversi fattori o agenti, tra i quali:
 
  • fonti di calore: si tratta di quelle più comuni, dette anche ustioni termiche, che sono determinate, ad esempio, dal contatto con il fuoco, il vapore, superfici particolarmente calde o bollenti (pensiamo, per esempio, ai fornelli) o, in generale, con liquidi molto caldi;
  • agenti chimici: quali, ad esempio, l’acido solforico, l'acido cloridrico, l'acido fluoridrico, la soda caustica;
  • radiazioni: le più comuni sono quelle causate dall’esposizione prolungata ai raggi solari;
  • elettricità: di solito, si caratterizza per un passaggio di corrente elettrica nel corpo.
Talvolta, possono presentarsi come effetto indesiderato di un trattamento laser chirurgico, ad esempio, per la rimozione di tatuaggi.
 

Sintomi Sintomi

La sintomatologia varia a seconda del tipo di ustione riportato dal paziente. Comunemente, tuttavia, è possibile distinguere i seguenti segni clinici:
 
  • dolore: che può andare da live a grave, a seconda dei casi. Talvolta, nelle ustioni di III grado, il paziente può non avvertire dolore, in quanto sono stati distrutti anche i nervi in grado di percepirlo;
  • arrossamento: le ustioni di I grado sono di colore rosso; quelle di II grado, invece, presentano una colorazione che può essere rosa o rossa. Quelle di III grado, infine, possono presentare una cute che diventa bianca, nera o rosso acceso;
  • gonfiore: l’area che circonda l’ustione può gonfiarsi;
  • vesciche: si tratta di un sintomo proprio delle ustioni di II grado. Tali vesciche possono presentare anche un liquido trasparente;
  • febbre: può manifestarsi come risposta immunitaria del corpo alle ustioni.

Diagnosi Diagnosi

Solitamente, la diagnosi di ustione avviene mediante esame fisico del paziente. Lo specialista, infatti, oltre a informarsi sulla dinamica dell’accaduto (chiedendo al diretto interessato o, eventualmente, a seconda dei casi, ai testimoni), prenderà in analisi i segni clinici riscontrati sul corpo della persona.

Il medico terrà conto di quelle che sono la gravità e la profondità delle lesioni. Ciò gli permetterà di individuare il tipo di ustione riportato dal paziente.

Se ritenuto necessario, specie per quei pazienti che hanno avuto necessità dell’ospedalizzazione, possono essere eseguiti anche degli esami clinici, finalizzati a una valutazione ulteriore delle ustioni, quali, ad esempio:
 
  • test ematochimici e delle urine: al fine di determinare la presenza di proteine, generate dai danni arrecati al tessuto muscolare, che, talvolta, può avvenire in seguito ad ustioni profonde;
  • radiografie: per valutare eventuali danni ossei.
Verranno tenute sotto controllo, inoltre, anche la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca del paziente che presenta ustioni estese.
 

Rischi Rischi

Come facilmente ipotizzabile, i rischi correlati alle ustioni variano a seconda del grado della ferita riportata. Per quanto riguarda quelle più comuni, appartenenti al gruppo delle ustioni di I grado, il danno è generalmente superficiale, non presentando alcun tipo di complicanza.  

Per quanto riguarda le ustioni di II grado, solitamente, guariscono nel giro di settimane. Generalmente, una volta che queste sono guarite, possono lasciare delle cicatrici.
Relativamente alle ustioni gravi, principalmente quelle di III grado, queste possono presentare complicanze serie, a causa della perdita di liquidi e agli importanti danni tissutali, tra cui:
 
  • possibilità di contrarre infezioni che si diffondono nel flusso sanguigno, determinando malattie anche gravi;
  • distruzione del tessuto muscolare, detta rabdomiolisi;
  • le persone che riportano ustioni estese, possono essere oggetto di una disidratazione, a causa del passaggio dei liquidi dal sangue ai tessuti ustionati. Questa disidratazione, se grave, può determinare uno shock;
  • le ustioni che interessano il 90% del corpo, infine, possono presentare un esito fatale.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento delle ustioni varia a seconda della tipologia della lesione, della sua gravità e della sua profondità. Di solito, le ferite che rientrano tra quelle di I grado vengono trattate mediante il raffreddamento della scottatura, magari con acqua a temperatura ambiente. Subito dopo, vengono disinfettate, in modo da prevenire eventuali infezioni, e poi medicate, mediante pomata o crema antibiotica.

Le ustioni gravi, invece, richiedono un ricovero ospedaliero e un trattamento specifico a seconda della ferita, come, ad esempio:
 
  • somministrazione endovena di liquidi, in modo da contrastare la disidratazione;
  • cura della cute: è fondamentale pulire la ferita, al fine di prevenire infezioni. Tale operazione deve essere eseguita periodicamente, sostituendo di volta in volta le bende utilizzate per la medicazione;
  • intervento chirurgico: vari studi hanno dimostrato una diminuzione del tasso di mortalità dei pazienti con gravi ustioni sottoposti a un regime chirurgico precoce rispetto al trattamento conservativo;
  • una dieta specifica: il giusto apporto di proteine e sostanze nutritive è fondamentale per la cicatrizzazione;
  • fisioterapia: utile per la riabilitazione del paziente.

Bibliografia

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  • International Society for Burn Injury (ISBI) Practice Guidelines Committee: Steering Committee; Advisory Committee. ISBI Practice Guidelines for Burn Care. Burns 42(5):953-1021, 2016. doi: 10.1016/j.burns.2016.05.013.
  • Burns--risk factors and treatment. Perry ZH, Palivatkel M, Yanculewitch N, Koren L, Rosenberg N. Harefuah. 2009 Jun;148(6):375-80, 412, 411.

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