Cellulite
Prof. Sandro Ciangherotti
Dietologo Medico Chirurgo - Professore Associato, specialista in Scienza dell'Alimentazione Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 15/11/2023La cellulite è una condizione che colpisce il tessuto adiposo sottocutaneo. Scientificamente identificata come adiposità localizzata, porta alla comparsa di fossette che danno alla pelle il classico aspetto a “buccia d’arancia”.
A essere interessate maggiormente dalla cellulite sono le donne in età fertile, che ne sono colpite nel 90% dei casi e in modo decisamente più frequente rispetto agli uomini. In genere, la condizione può essere accentuata durante le gravidanze e nei periodi precedenti la menopausa.
Cause
Le cause primarie della cellulite non sono ancora pienamente note ma è facile ipotizzare che siano dovute a una coesistenza di fattori genetici, costituzionali, ormonali e ambientali, tra cui:
- sedentarietà;
- uso di pantaloni elasticizzati;
- fumo;
- assunzione di alcol;
- abuso di eccitanti come tè e caffè.
Tutti questi fattori, oltre al favorire l’insorgenza della cellulite, possono anche aumentarne l’entità.
A livello cellulare, in genere, la cellulite si suppone sia indotta da una condizione di ipossia (carenza di ossigeno), nei tessuti sottocutanei del distretto della vena iliaca (ossia cosce e glutei); infatti, la carenza di ossigeno viene considerata responsabile di un riarrangiamento della struttura del collagene, che costituisce i setti circostanti le cellule adipose. Il risultato è che i setti si ritraggono, facendo comparire i buchi o le cicatrici generalmente associate alla cellulite.
Sebbene non siano stati ancora accertati i rapporti tra i livelli ormonali e l’insorgenza della cellulite, è ben noto che questa compare in seguito alle prime mestruazioni e viene accentuata durante le gravidanze e poco prima della menopausa, ossia tre situazioni in cui il livello di estrogeni e progesterone aumenta sensibilmente.
Ad aumentare l’entità della cellulite sembra possano intervenire anche i livelli di:
- ormoni tiroidei, la cui carenza è spesso legata all’ingrandimento delle cellule adipose;
- ormoni corticosurrenalici e prolattina, generalmente sovraprodotti in stati di stress e ansia, che aumentano la ritenzione idrica e il deposito di grasso;
- insulina, il cui aumento può essere legato a una condizione di insulino-resistenza che compare nei soggetti obesi.
A contribuire all’insorgenza della cellulite possono anche contribuire carenze di:
- acqua;
- vitamine A, B, C ed E;
- antiossidanti.
Problemi di natura infiammatoria e allergica, a livello intestinale, contribuiscono a peggiorare la qualità della pelle.
Sintomi
I sintomi della cellulite variano a seconda del progresso della condizione, generalmente identificata in quattro stadi:
- I stadio: si osserva tensione, tumefazione e pesantezza degli arti, ma non vi sono particolari alterazioni cutanee visibili o palpabili;
- II stadio: la pelle mostra un aspetto a buccia d’arancia; la pelle appare meno elastica e più pallida e arrossata;
- III stadio: la proliferazione dei setti fibrosi che circondano le cellule adipose fa sì che compaiano le rughe; la pelle è più spessa e dura e aumenta anche il dolore alla palpazione;
- IV stadio: il collagene dei setti fibrosi si ritrae e le cellule adipose crescono di volume; sulla pelle compaiono “buchi” e “noduli”. Il dolore, in questa fase, può essere anche spontaneo e, in seguito alla deambulazione, può manifestarsi affaticamento e irritazione della faccia interna delle cosce per via dello sfregamento.
Diagnosi
Per effettuare una diagnosi di cellulite è bene rivolgersi a uno specialista, il quale si può basare su un’anamnesi del paziente (generalmente incentrata sul suo stile di vita), sull’esame obiettivo e poi su alcuni test di varia natura. Ai fini di una diagnosi, possono essere utili:
- esami ecografici per monitorare lo stato del tessuto adiposo e della circolazione;
- esami del metabolismo e dei rapporti tra massa magra, massa grassa e acqua.
Rischi
In genere, la cellulite viene percepita come un semplice inestetismo ma, nelle sue forme più gravi, può risultare particolarmente fastidiosa per i pazienti, che possono manifestare problemi di circolazione e, soprattutto, comparse di edemi e dolore.
Cure e Trattamenti
Uno degli interventi più semplici per il trattamento della cellulite consiste in una correzione dello stile di vita del paziente, con la prescrizione di una dieta equilibrata e di attività fisica regolare, che possono ridurre l’accumulo di grassi.
Inoltre, l’assunzione di alcuni farmaci (es. ormoni tiroidei e contraccettivi orali) può essere legata a un aumento della cellulite, per cui si può intervenire anche regolandone (o interrompendone, laddove consigliato da un medico) l’assunzione.
Per la rimozione diretta della cellulite, esistono diverse tecniche di liposuzione:
- aspirazione diretta, in cui la pelle viene incisa nelle zone interessate e il grasso aspirato con una cannula;
- ossigeno/ozono, che facilità l’eliminazione dei grassi e aumenta l’apporto di ossigeno ai tessuti in cui questo è carente; in genere, sono richieste diverse sedute per avere un effetto soddisfacente, spesso accoppiate a tecniche di drenaggio;
- con fosfatidilcolina, che viene iniettata sottopelle. La tecnica non arreca alcun danno alla struttura cellulare, ma consente il discioglimento del grasso accumulato dagli adipociti, con conseguente eliminazione della cellulite;
- con radiofrequenza e laser, che aumentano il metabolismo delle cellule adipose, riducendone il volume.
La liposuzione, con qualsiasi tecnica, è efficace per eliminare fisicamente la cellulite ma, se non accompagnata da trattamenti per le cause di quest’ultima, non è risolutiva e, come tutte le procedure chirurgiche, presenta alcuni rischi (ad esempio, infezioni o ematomi).
Bibliografia
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- https://www.nhs.uk/conditions/lipoedema/
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