Cardiopatia ischemica
Dr. Teymour Nejat
Cardiologo Medico Chirurgo, specialista in Cardiologia Creato il: 02/08/2017 Ultimo aggiornamento: 04/12/2023La Cardiopatia ischemica è una condizione di sofferenza del muscolo cardiaco, dovuta ad un ridotto apporto di ossigeno.
Cause
La causa principale di cardiopatia ischemica è l'aterosclerosi, con formazione di placche ateromasiche che possono portare alla ostruzione acuta o cronica delle coronarie (vasi che portano sangue ossigenato al muscolo cardiaco), riducendo l’apporto di ossigeno e nutrienti al muscolo cardiaco.
La formazione di queste placche ateromasiche è fortemente dipesa dallo stile di vita e fattori di rischio, quali:
- obesità;
- tabagismo;
- vita sedentaria;
- diabete;
- iperglicemia;
- familiarità.
In altre parole, la cardiopatia ischemica è una patologia in buona parte evitabile. Lo stile di vita e l’alimentazione hanno una notevole importanza nel prevenire e curare le malattie in generale e le malattie cardiovascolari in particolare.
La malattia aterosclerotica dei vasi in generale (ictus, malattie renali, ostruzione delle arterie dei vasi del collo e degli arti inferiori) e la cardiopatia ischemica sono le principali cause di mortalità e morbilità nei paesi che hanno maggiori disponibilità, a partire dall'alimentazione, più specificamente errata, fino alla sovralimentazione: dannosa per la società e gli individui che la compongono.
Sintomi
I sintomi dipendono dal grado e dalla velocità di ostruzione dei vasi e possono essere:
- dolore toracico: tipico da sforzo con irradiazione agli arti superiori ed all’epigastrio e/o eventualmente a riposo, che potrebbe associarsi alla sudorazione;
- dispnea (affanno) da sforzo, che potrebbe essere ingravescente con il passare del tempo;
- e, in caso di occlusione acuta e improvvisa di un vaso, si potrebbe avere infarto miocardico, con forte dolore toracico anteriore ed eventuale irradiazione agli arti e alla mandibola.
Diagnosi
La diagnosi di cardiopatia ischemica rimane un punto fondamentale. Un eccesso o non appropriato utilizzo di strumenti diagnostici potrebbe portare a una sovra-diagnosi con conseguente iper-trattamento non vantaggioso e perfino potenzialmente dannoso per il soggetto.
Gli strumenti diagnostici dovrebbero essere utilizzati con conoscenza, cultura e buon senso: ovviamente, una patologia non diagnosticata può aver ripercussioni negative sulla salute, e tener presente che, ugualmente, iper-diagnosi e iper-trattamento non portano benefico alla persona.
Dopo un’attenta anamnesi, gli strumenti diagnostici includono:
- elettrocardiogramma: che rimane punto di partenza fondamentale e insostituibile;
- ECG 24 ore secondo Holter: è un importante mezzo diagnostico anche per i pazienti che presentano dolore notturno e/o a riposo;
- test da sforzo: il test consiste nel far compiere al paziente uno sforzo che potrebbe essere su una cyclette e/o tapis roulant e contestualmente registrare e valutare l’ECG e i valori pressori;
- ecocardiografia Mono e Bidimensionale con Doppler: l'ecocardiografia con l’utilizzo di ultrasuoni e visualizzazione dell’immagine cardiaca in tempo reale rimane un esame fondamentale per valutare le dimensioni delle cavità cardiache, lo spessore e la contrattilità parietale. Questo esame potrebbe essere eseguito anche durante uno stress (ecostress) fisico o farmacologico;
- scintigrafia miocardica: questo esame, che viene eseguito in condizioni basali e dopo stress fisico (cyclette o tapis roulant) o farmacologico (Dipiridamolo), consiste nella somministrazione endovenosa di un tracciante radioattivo con la proprietà di concentrarsi a livello del muscolo cardiaco e la sua concentrazione dipende dall’entità del flusso. Avremmo ipocaptazione quando il flusso si riduce (ischemia): questa radioattività, proporzionalmente alla sua concentrazione, viene rilevata da un’apparecchiatura, la gamma camera e riprodotta come immagini fotografiche. Durante tutto il test, la persona è monitorata con elettrocardiografia e controllo dei valori pressori;
- coronarografia: questo esame viene eseguito in ambiente dedicato, con iniezione del mezzo di contrasto e visualizzazione delle arterie con apparecchiature di radiologia: da tener presente effetti nocivi del mezzo di contrasto e di raggi X;
- TAC coronarica: anche questo esame viene eseguito con iniezione di mezzo di contrasto endovena e ricostruzione delle immagini di coronarie con la possibilità di valutare eventuali restringimenti critici.
Rimane fondamentale eseguire questo esame con precise indicazioni e tener presente i possibili danni biologici da mezzo di contrasto e raggi X. Inoltre, con questo esame non è trascurabile il rischio di sovra-diagnosi e conseguente sovra-trattamento, che non sarebbe utile ma potrebbe anche risultare controproducente per la salute della persona: una attenta valutazione prima dell’esame rimane doverosa.
Rischi
I rischi della cardiopatia ischemica dipendono dalla gravità e possono essere:
- aritmie sopraventricolari e ventricolari con eventuale arresto cardiaco;
- insufficienza cardiaca acuta, edema polmonare.
Cure e Trattamenti
La miglior cura per ogni malattia è prevenirla, e per quanto riguarda la cardiopatia ischemica questa è possibile con:
- uno stile di vita corretto, una giusta e corretta alimentazione, normalità del peso corporeo;
- adeguato consumo di verdure e frutta secca (noci, mandorle, ecc.) e di semi (zucca, lino, sesamo, ecc.);
- evitare zuccheri e dolci;
- moderare il consumo di carboidrati (pane, pasta, riso, ecc.);
- astensione dal fumo;
- riduzione al minimo il consumo di alcolici;
- moderata attività fisica.
E, una volta diagnosticata la cardiopatia ischemica, la terapia deve essere proporzionata e ragionata per ogni caso. Per quanto riguarda la terapia farmacologica:
- ipolipemizzanti: rimane fondamentale abbassare il livello di colesterolo e trigliceridi. Abbiamo a disposizione diversi farmaci: statine, prima di tutto, sono farmaci importanti con enormi dati clinici che dimostrano la loro efficacia. Inoltre, abbiamo a disposizione altri farmaci come Ezetemibe, acido Bempedoico, anticorpi monclonali (Alirocumab-Evolocumab), Inclisiran e fibrati;
- antiaggreganti: in particolare Aspirina e Clopidogrel per prevenire eventi cardiaci e impedire la formazione di trombi e occlusione del lume, in particolare in presenza dello stent;
- rarmaci antiangina, come Beta bloccanti, Nitrati, Calcioantagonisti, Ranolazina e Ivabradina.
Oltre ai farmaci e lo stile di vita, si può ricorrere a terapia interventistica:
- angioplastica coronarica: la procedura consiste nell’arrivare al vaso coronarico con un catetere e dilatarlo dove è presente un restringimento; quindi, applicare eventualmente un tubicino a maglia (stent), per tener aperto il vaso; da tener presente che non necessariamente una ostruzione parziale, anche se rilevante, necessita di essere trattata. Questa procedura deve essere effettuata, previa una precisa valutazione clinico-strumentale, per non rischiare di trasformare una situazione stabile in una situazione di fragilità e potenziale instabilità;
- bypass coronarico: è un intervento chirurgico che con condotti vascolari (arterioso o venoso) riesce a bypassare (saltare) il punto di occlusione o restringimento delle coronarie, portando il flusso di sangue a valle per poter irrorare e nutrire il muscolo cardiaco. L'intervento chirurgico, in relazione al numero di bypass, la funzione cardiaca e condizioni generali del paziente può essere effettuato con l’utilizzo della circolazione extracorporea o a cuore battente.
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