Capezzoli introflessi
Dr. Pierluigi Bello
Chirurgo Plastico Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Creato il: 28/11/2024Cause
I capezzoli introflessi possono avere un gran numero di fattori scatenanti, che possono essere sia congeniti che acquisiti; nella seconda casistica si possono includere anche delle patologie sia di natura benigna che maligna. Le cause più frequenti includono:- fattori genetici: spesso il capezzolo introflesso si presenta come una malformazione congenita. A volte può avere carattere ereditario, in quanto, se uno o entrambi i genitori hanno capezzoli introflessi, c'è una maggiore probabilità che i figli ne siano affetti;
- sviluppo incompleto: durante lo sviluppo fetale, potrebbe verificarsi una mancata crescita dei dotti del latte o del tessuto circostante, causando il ritiro del capezzolo all'interno del seno; in questi casi, la malformazione riguarda spesso i dotti galattofori, che risultano più brevi della norma e impediscono la normale estroflessione dei capezzoli;
- traumi o lesioni: lesioni o traumi al seno, anche durante l'allattamento, potrebbero causare la retrazione del capezzolo;
- infiammazioni: in alcuni casi, infezioni o infiammazioni del seno (per esempio, una mastite) possono provocare l’introflessione del capezzolo;
- tessuto fibroso: la presenza di tessuto fibroso intorno al capezzolo può ostacolarne la normale proiezione verso l'esterno;
- tumori: la presenza di un solo capezzolo introflesso può essere un segnale di tumore del seno.
Sintomi
Il capezzolo introflesso è spesso un sintomo di una condizione sottostante. Questo appare come ritratto all’interno del seno anziché sporgente verso l’esterno, come da norma. In base alla gravità della condizione scatenante il grado di retrazione può variare sensibilmente.Nella maggior parte dei casi, la condizione è di natura benigna, per cui non comporta sintomi rilevanti; in alcuni casi, tuttavia, possono comparire alcune manifestazioni cliniche, quali, ad esempio:
- difficoltà nell'allattamento: le madri con capezzoli introflessi possono riscontrare difficoltà nell'allattamento poiché il bambino potrebbe avere problemi a poppare bene;
- disagio o dolore: alcune persone con capezzoli introflessi possono sperimentare disagio o dolore durante l'allattamento o l'attività fisica; in questi casi si può sospettare una condizione patologica, come la mastite o una neoplasia;
- problemi estetici: sebbene non costituisca quasi mai un vero e proprio problema di salute, l’introflessione dei capezzoli può costituire un disagio a livello estetico per il paziente.
Diagnosi
La diagnosi dei capezzoli introflessi di solito si ottiene in seguito a una visita senologica. Durante la visita, infatti, il senologo, o lo specialista affine, può infatti valutare il grado di retrazione del capezzolo e cercare eventuali cause sottostanti. Queste possono essere suggerite da una possibile sintomatologia concomitante (per esempio, dolore, gonfiore, variazioni anatomiche) o da esami più approfonditi.Per esempio, eventuali altre alterazioni si possono individuare facendo ricorso a esami di diagnostica per immagini, come mammografie, ecografie o risonanze magnetiche per individuare accumuli di tessuto fibroso o neoplasie. In quest’ultimo caso si rende necessaria un’agobiopsia per ottenere la conferma diagnostica.
Rischi
Nella maggioranza dei casi, i capezzoli introflessi non comportano gravi conseguenze per la salute del paziente, laddove (è bene precisare) siano associati a condizioni benigne; tuttavia, se non trattati, possono produrre alcune complicanze, come:- mastite: le donne con capezzoli introflessi potrebbero avere un rischio leggermente maggiore di sviluppare mastite, un'infezione del tessuto mammario, poiché i capezzoli introflessi possono ostacolare il drenaggio del latte materno, favorendone un accumulo che può portare a infezioni;
- problemi di autostima: come detto in precedenza, l’alterazione fisica legata al capezzolo introflesso può costituire un fattore negativo per l’autostima del paziente.
Cure e Trattamenti
La necessità di una correzione per i capezzoli introflessi dipende dalla gravità della malformazione e dalle cause scatenanti. Se non sono dovuti a una patologia sottostante, per esempio, questi possono non richiedere un trattamento, a meno che non costituiscano un disagio estetico rilevante per il paziente. Tra i trattamenti più comuni rientrano:- trattamenti temporanei: consistono in una manovra o nell’uso di dispositivi che favoriscono l’estroflessione del capezzolo; in alcuni casi si può favorire l’estroflessione applicando acqua fredda;
- correzione mediante vuoto: è un rimedio risolutivo, che permette la distensione del capezzolo applicando il vuoto sulla superficie; in genere, questa procedura richiede alcuni mesi;
- piercing: si può impiegare quando il capezzolo può rimanere temporaneamente estroflesso; in questo modo si impedisce la retrazione applicando il piercing e si riduce quindi la tensione del tessuto connettivo, impedendo al capezzolo di rientrare;
- chirurgia: in casi gravi o persistenti, si può fare ricorso alla chirurgia per risolvere completamente la condizione. In genere, il trattamento chirurgico si basa sulla dissezione dei dotti galattofori troppo corti o del tessuto fibroso accumulato; il capezzolo viene quindi suturato all’interno e all’esterno, in modo da impedire eventuali recidive.
Bibliografia
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