Mastite
Dr.ssa Anna Franca Vasta
Ginecologo Medico Chirurgo, specialista in Ginecologia e Ostetricia - Ecografia Creato il: 20/02/2024Cause
La mastite è generalmente causata da un'infiammazione della mammella, spesso associata a un'infezione batterica, in particolare da stafilococchi. Le cause principali della mastite possono variare a seconda del periodo della vita della donna. Per la mastite puerperale, le cause più comuni sono:- blocco del flusso di latte nelle ghiandole mammarie;
- dilatazione dei dotti galattofori che si presenta durante l'allattamento;
- infezioni batteriche, in quanto il blocco del flusso di latte può favorire l'insorgenza di infezioni batteriche, in particolare da stafilococchi; ciò è dovuto al fatto che il latte materno costituisce un terreno ricco di nutrienti e quindi favorevole alla crescita batterica;
- attacco al seno scorretto del bambino durante l'allattamento, che può contribuire al blocco del flusso di latte;
- utilizzo di indumenti stretti, che può contribuire alla compressione delle ghiandole mammarie, favorendo così la formazione di blocchi e infezioni.
Sintomi
I sintomi della mastite possono variare, ma quasi sempre includono gonfiore e arrossamento al seno. La zona colpita può inoltre essere dolorante e sensibile al tatto, con il dolore (mastalgia o mastodinia) che può anche diventare particolarmente intenso. Il seno può anche presentarsi duro al tatto.Talvolta, la mastite può associarsi alla febbre, spesso accompagnata da brividi e sensazione di malessere generale. Più raramente, insieme alla febbre possono comparire dolori muscolari e affaticamenti.
La mastite può portare a difficoltà durante l'allattamento, con il bambino che potrebbe avere problemi a succhiare correttamente. La paziente, inoltre, sempre durante l’allattamento, può sperimentare anche sintomi quali dolore e/o sensazione di bruciore continuo.
Diagnosi
La diagnosi della mastite coinvolge una valutazione clinica dei sintomi da parte dello specialista. L’anamnesi, la valutazione dei sintomi e un esame fisico del seno sono solitamente sufficienti per stabilire una diagnosi preliminare. In alcuni casi, il ginecologo potrebbe richiedere esami diagnostici aggiuntivi, come l’ecografia mammaria o la mammografia, per escludere altre condizioni.In genere, esami più approfonditi vengono eseguiti in casi particolarmente seri (comunque poco frequenti); un esame colturale del latte materno, infatti, può rendersi necessario solo in casi di infezioni gravi, che non rispondono alle terapie o che danno luogo a ripetute recidive.
Rischi
La mastite, se non trattata adeguatamente, può comportare alcuni rischi per la salute delle donne colpite; tra quelli più significativi rientrano:- ascesso mammario, ossia un accumulo di pus all'interno della mammella. Gli ascessi mammari richiedono spesso interventi chirurgici per il loro drenaggio;
- diffusione dell'infezione: se non trattata, la paziente corre il rischio che l’infezione possa diffondersi in altre zone sane della mammella;
- comparsa di recidive, in quanto la mastite non trattata può favorirne la ricorrenza.
Cure e Trattamenti
Nel trattamento della mastite, la strategia più immediata è di tipo conservativo e consiste nell’applicazione di impacchi caldi e freddi, utili per ridurre il dolore e il gonfiore, applicati rispettivamente sulla parte del seno infiammata, sia prima che dopo l'allattamento del bambino. Spesso, questi sono associati a trattamenti antinfiammatori o antidolorifici a base di paracetamolo o FANS (per esempio, l'ibuprofene).Contestualmente, è fondamentale garantire uno svuotamento completo dei dotti lattiferi, per cui è consigliato proseguire l’allattamento; tuttavia, se il dolore è tale da impedirlo, può essere utile sfruttare un tiralatte.
I trattamenti con antibiotici non sono sempre necessari ma lo diventano in presenza di una mastite che non risponde alla terapia conservativa o di un ascesso mammario.
La mastite può essere prevenuta, invece, avendo cura di far attaccare correttamente il bambino durante la poppata, alternando le mammelle e avendo cura di farle svuotare del tutto per evitare gli ingorghi mammari; inoltre, è sempre bene mantenere un’igiene corretta per evitare le infezioni. Anche l’uso di vestiti sufficientemente larghi e traspiranti può essere utile per evitare la formazione di ambienti caldi e umidi, che favoriscono la proliferazione dei batteri.
Bibliografia
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