Aborto spontaneo
Dr. Luca Bettini
Ginecologo Medico Chirurgo, specialista in Ginecologia e Ostetricia Creato il: 08/02/2024Gli aborti spontanei sono fenomeni più comuni di quanto molte persone possano pensare; infatti, circa il 10 - 15% delle gravidanze confermate vanno incontro a un aborto spontaneo ma è possibile che la stima sia maggiore, in quanto alcuni aborti molto precoci possono verificarsi quando la donna non sa ancora di essere in stato interessante. L’aborto spontaneo può essere dovuto a molteplici cause, spesso mai pienamente comprensibili, ma costituisce un’esperienza generalmente traumatica per chi lo affronta.
Cause
In base al momento della gravidanza in cui si manifesta, l’aborto spontaneo può avere molteplici cause, che spesso non si riescono a determinare.Nei casi di aborto precoce, in genere, la causa è costituita da anomalie cromosomiche. Altre cause, invece, riguardano:
- condizioni dell’apparato riproduttivo (ad esempio, fibromi o adesioni intrauterine) che possono influire sul corretto impianto dell’ovulo;
- deficit della produzione di progesterone, ovvero l’ormone necessario al mantenimento della gravidanza, fino alla quinta settimana;
- infezioni virali (ad esempio: herpes, citomegalovirus, rosolia) che possono mettere a rischio la salute del feto;
- traumi fisici di entità notevole (pensiamo, ad esempio, ad un grave incidente stradale).
Sintomi
Generalmente, gli aborti più precoci sono silenti e non producono sintomi riconoscibili, rendendo necessaria un’ecografia per verificare la morte del feto. Nei casi in cui la sintomatologia si manifesti, essa è molto eterogenea e può variare da persona a persona, ma è caratterizzata principalmente da:- importante sanguinamento vaginale. Il sanguinamento, tuttavia, non è inevitabilmente collegato ad un’interruzione di gravidanza: per questo motivo, è bene consultare subito il proprio ginecologo, in modo da verificarne la causa.;
- dolore pelvico, in genere di tipo crampiforme e particolarmente intenso;
- contrazioni uterine, che a loro volta causano crampi;
- espulsione di tessuto o liquido dalla vagina.
Diagnosi
Per ottenere una diagnosi di aborto spontaneo, in assenza di sintomi conclamati, si fa ricorso a una visita ginecologica per monitorare lo stato del feto. Questa, in genere, fa riferimento a tre tipologie di esami:- ecografia, in quanto l’esame ecografico può rivelare la presenza di un battito cardiaco fetale o evidenziare problemi;
- esami del sangue, per misurare i livelli di gonadotropina corionica umana (hCG), un ormone prodotto dalla placenta a inizio gravidanza. Si tratta di un esame che permette di stabilire se il feto è vivo o se si è verificato un aborto spontaneo;
- esami fisici: l’esame pelvico può rilevare segni di aborto spontaneo, come il dilatarsi del collo dell’utero (prima di venti settimane di gestazione), che è generalmente un segno inequivocabile.
Rischi
Sebbene molti aborti spontanei non causino complicazioni significative, possono verificarsi situazioni in cui si rende necessario un intervento medico. Alcune complicanze potenziali includono:- emorragie significative legate all’espulsione del tessuto;
- infezioni, che possono anche aggravarsi fino alla sepsi;
- aborto incompleto: in alcuni casi, parti del tessuto fetale possono rimanere nell’utero, richiedendo un intervento medico per prevenire le infezioni sopracitate;
- impatto emotivo: spesso l’aborto spontaneo può avere un impatto psicologico significativo, causando tristezza, lutto e, in alcuni casi, depressione.
Cure e Trattamenti
In base alla fase della gravidanza, il trattamento successivo a un aborto spontaneo può variare anche sensibilmente. In genere, se questi si verificano nelle fasi iniziali della gravidanza (generalmente entro i primi due/tre mesi), l’intervento di raschiamento (una breve operazione per asportare il prodotto del concepimento, svolta in sedazione profonda) può non essere necessario se non si manifestano particolari complicazioni. Infatti, solitamente, i prodotti del concepimento vengono espulsi totalmente entro otto settimane.Nelle fasi più avanzate della gravidanza, o nei casi in cui i sintomi siano particolarmente gravi e/o i prodotti ancora non completamente espulsi, l’intervento medico si rende necessario e ha come finalità quello di portare alla completa espulsione dei prodotti di concepimento. Si possono seguire due approcci:
- medico (consigliato tra le 10 e le 12 settimane): si somministra il misoprostolo e/o il mifepristone per via vaginale per favorire l’espulsione dei prodotti e il ritorno dell’utero alla sua condizione normale;
- chirurgico: si fa ricorso al trattamento chirurgico di evacuazione uterina, in quei casi in cui l’aborto spontaneo non è stato espulso completamente durante il periodo di aspettativa o mediante farmaci.
Controlli medici possono rendersi necessari nei casi in cui la paziente abbia sofferto di aborti spontanei ricorrenti, in modo da poterne individuare la causa e intervenire in modo adeguato.
Bibliografia
- Spontaneous Abortion (Miscarriage; Pregnancy Loss), Aparna Sridhar, MD, UCLA Health.
- Magnus MC, Wilcox AJ, Morken NH, et al: Role of maternal age and pregnancy history in risk of miscarriage: Prospective register based study. BMJ 364:l869, 2019.
- Devall AJ, Coomarasamy A. Sporadic pregnancy loss and recurrent miscarriage. Best Pract Res Clin Obstet Gynaecol. 2020 Nov;69:30-39.
L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
Cerca i migliori specialisti che si occupano di Aborto spontaneo nelle province di: Roma, Milano, Brescia, Torino
Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.