Artroscopia ginocchio
Dr. Daniele Tradati
Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 14/07/2017 Ultimo aggiornamento: 23/11/2023L'artroscopia è una procedura chirurgica minimamente invasiva utilizzata per diagnosticare e trattare problemi all'interno dell'articolazione del ginocchio ed altre cavità articolari. Si tratta di un intervento in cui un piccolo strumento dotato di una telecamera - artroscopio - viene inserito nel ginocchio attraverso piccole incisioni per esaminare, e talvolta correggere, danni o lesioni alle diverse strutture che costituiscono il ginocchio: menischi, cartilagine, membrana sinoviale, legamenti. Grazie a questa tecnologia si può ridurre l'impatto chirurgico accelerando il recupero del paziente.
Cause
Perché l’ortopedico potrebbe consigliare un’artroscopia?
Sicuramente non verrà consigliata come primo accertamento diagnostico. L’artroscopia ha tanti vantaggi, ma non dovrebbe sostituirsi ai comuni accertamenti strumentali quali radiografie e risonanza magnetica. In pochissimi casi, potrebbe essere usata qualora tutti gli altri strumenti diagnostici non abbiano dato i risultati sperati e il paziente avesse ancora un dolore tale da dover giustificare l’intervento chirurgico al fine di porre una diagnosi di certezza.
Al di fuori di questi casi, poco comuni, l’artroscopia viene usata per trattare innumerevoli patologie che possono affliggere l’articolazione del ginocchio tra cui:
- lesioni meniscali:
- rottura di uno o entrambi i menischi (mediale e laterale). Queste lesioni possono avere forme diverse nello spazio: longitudinali, orizzontali, a flap o manico di secchio;
- possono derivare da traumi sportivi o degenerazione legata all'età.
- Lesioni cartilaginee/condrali:
- usura o danneggiamento della cartilagine articolare nel ginocchio;
- può essere causato da traumi, patologie infiammatorie o degenerative.
- Lesioni osteocondrali:
- coinvolgono sia il rivestimento cartilagineo che l'osso sottostante alla cartilagine;
- spesso causate da traumi diretti o microtraumi ripetuti. Sono lesioni considerate più severe rispetto alle lesioni cartilginee.
- Patologie infiammatorie come la Sinovite:
- infiammazione della membrana sinoviale che riveste l'articolazione del ginocchio;
- può essere correlata a diverse condizioni, inclusi problemi autoimmuni o infezioni.
- Lesioni dei legamenti:
- rottura del legamento crociato anteriore (LCA) o del legamento crociato posteriore (LCP);
- comunemente causate da traumi sportivi o incidenti.
- Cisti sinoviali:
- sacche piene di liquido sinoviale che si formano all’interno o all’esterno del ginocchio;
- possono derivare da altre condizioni come lesioni meniscali, problemi legamentosi o malattie infiammatorie croniche.
- Neoformazioni del ginocchio:
- includono tumori benigni o altre formazioni anomale all'interno o attorno all'articolazione;
- richiedono valutazione e intervento chirurgico per la rimozione, se sintomatici o con possibile evoluzione maligna e/o invasività locale.
L'artroscopia viene impiegata per diagnosticare e trattare queste condizioni, consentendo interventi mirati, riducendo al minimo l'impatto chirurgico sul paziente.
Sintomi
Il dolore al ginocchio viene comunemente definito gonalgia e può trovare più di 40 possibili cause. Parlare di dolore al ginocchio apre quindi un enorme ventaglio di possibili diagnosi, spetta allo specialista identificare quella più probabile applicando i principi della medicina basata sull’evidenza (EBM).
Oltre al dolore, le patologie del ginocchio possono essere caratterizzate da altri sintomi:
- cedimenti;
- blocchi articolari;
- instabilità;
- gonfiore;
- calore e zoppia.
Ogni patologia è caratterizzata da uno specifico quadro che include uno o più dei sintomi sopra esposti:
- lesioni meniscali:
- dolore al ginocchio, specialmente quando si piega o si ruota;
- gonfiore e rigidità nell'articolazione;
- possibile senso di blocco o scatto durante il movimento.
- danni cartilaginei:
- dolore cronico al ginocchio, soprattutto dopo sforzo;
- gonfiore e limitazione del movimento;
- scricchiolii o sensazione di scivolamento nell'articolazione.
- Lesioni osteocondrali:
- dolore persistente al ginocchio, specialmente durante l'attività fisica;
- gonfiore e instabilità;
- limitazione del movimento e senso di blocco.
- Patologie infiammatorie:
- gonfiore e rigidità nell'articolazione del ginocchio, soprattutto nei primi 30 minuti dal risveglio;
- calore e arrossamento nell'area interessata;
- dolore persistente che può variare in intensità.
- Lesioni dei legamenti:
- dolore acuto al ginocchio dopo un evento traumatico;
- gonfiore e instabilità nell'articolazione nei pazienti subacuti e cronici.
- Cisti sinoviali:
- gonfiore visibile o rigonfiamento nella parte posteriore o anterolaterale del ginocchio;
- dolore legato alla compressione di nervi o tessuti circostanti;
- possibile senso di pienezza nell'articolazione e difficoltà nella mobilizzazione del ginocchio.
- Neoformazioni del ginocchio:
- gonfiore, masse o protuberanze palpabili nell'area del ginocchio;
- dolore intermittente o costante, a seconda delle dimensioni e della posizione delle neoformazioni;
- limitazioni nei movimenti articolari.
Ricorda, questi sintomi possono variare in base alla gravità e alla tipologia della condizione patologica.
Diagnosi
La diagnosi delle patologie legate al ginocchio è essenzialmente clinica, uno specialista in chirurgia del ginocchio può diagnosticare gran parte delle patologie più comuni nella pratica clinica per mezzo del solo esame fisico del ginocchio – esame obiettivo. Al fine di confermare il sospetto diagnostico richiederà quindi degli esami strumentali mirati, evitando accertamenti inutili o che potrebbero addirittura confondere il paziente circa la reale natura della sintomatologia (es. una lesione meniscale in un ginocchio artrosico, nella gran parte dei casi, non è meritevole di trattamento). Per riassumere gli strumenti che aiutano lo specialista a fare diagnosi sono:
- anamnesi clinica: il medico raccoglie informazioni dettagliate sui sintomi, sull'insorgenza del problema e sulla storia clinica del paziente, inclusi eventuali traumi o attività fisiche svolte;
- esame fisico: il medico esamina il ginocchio per valutarne la stabilità, la mobilità, il gonfiore, e per individuare eventuali punti dolorosi specifici;
- imaging diagnostico:
- Raggi X: per valutare la struttura ossea e individuare eventuali lesioni ossee, artrosi o vizi assiali (ginocchio varo-valgo);
- Risonanza Magnetica (MRI): Per ottenere immagini dettagliate di tessuti molli, come menischi, legamenti, cartilagine e altre strutture articolari;
- ecografia: Utile per visualizzare le cisti sinoviali e talvolta valutare i tessuti molli peri-articolari.
- artroscopia: in pochi e selezionati casi.
Una volta raccolti i dati da queste fonti diagnostiche, il medico può formulare una diagnosi accurata e creare un piano di trattamento personalizzato per il paziente.
Rischi
L'artroscopia al ginocchio è considerata una procedura chirurgica relativamente sicura, ma come qualsiasi intervento presenta alcuni rischi e complicazioni potenziali, tra cui:
- infezioni: anche se rara, c'è il rischio di infezione nel sito chirurgico. Le misure preventive vengono adottate per ridurre questo rischio, ma può comunque verificarsi;
- sanguinamento e trombosi: ci può essere un rischio di sanguinamento (molto basso) e formazione di coaguli di sangue nelle vene del ginocchio (trombosi venosa profonda) o in altri vasi sanguigni;
- danni ai tessuti circostanti: durante l'intervento, c'è una remota possibilità di danneggiare strutture circostanti come nervi, vasi sanguigni o tessuti molli;
- reazioni avverse all'anestesia: alcuni pazienti possono avere reazioni negative all'anestesia utilizzata durante la procedura;
- rischio generale dell'intervento chirurgico: ci sono rischi associati alla chirurgia in generale, come problemi respiratori, reazioni allergiche ai farmaci o problemi cardiaci;
- insoddisfazione con i risultati: nonostante l'intervento, alcuni pazienti potrebbero non riscontrare un sollievo completo dai sintomi o potrebbero avere complicazioni post-operatorie:
- rischio di fallimento della sutura meniscale: nei casi in cui si effettua una sutura per riparare un menisco danneggiato, esiste la possibilità che la sutura possa non guarire correttamente. Questo può essere dovuto a vari fattori, come tensione eccessiva sul menisco o a una condizione non idonea per la sutura (scarsa vascolarizzazione, lesione inveterata etc.). In tali casi, potrebbe essere necessario un intervento aggiuntivo;
- peggioramento delle lesioni condrali e dell'artrosi: l'artroscopia, sebbene sia un intervento minimamente invasivo, comporta comunque una manipolazione dell'articolazione del ginocchio. In alcuni casi, questa manipolazione può causare danni aggiuntivi alla cartilagine articolare (lesioni condrali) o accelerare il processo di artrosi nel tempo, sebbene sia un evento raro;
- rischio di recidiva della lesione del legamento crociato: dopo la ricostruzione o la riparazione del legamento crociato, esiste la possibilità che il legamento possa ri-lesionarsi o non guarire completamente. Questo potrebbe comportare una recidiva dell'instabilità del ginocchio e richiedere ulteriori interventi chirurgici.
È importante discutere approfonditamente con il medico i potenziali rischi e benefici dell'artroscopia al ginocchio, oltre a seguire scrupolosamente le istruzioni post-operatorie per ridurre al minimo il rischio di complicazioni. In genere, i benefici della procedura superano i rischi, ma è importante essere consapevoli di quest'ultimi.
Cure e Trattamenti
Tramite l'utilizzo dell'artroscopia, il chirurgo può eseguire diversi gesti chirurgici tra cui:
1. meniscectomia: Rimozione parziale o totale di parte del menisco danneggiato per alleviare il dolore e ripristinare la funzionalità articolare. La procedura è volta a minimizzare la rimozione di tessuto meniscale malato, conservando quanto più residuo meniscale possibile;
2. sutura meniscale: tramite diverse tecniche chirurgiche, differenti per ogni regione meniscale, si evita l'asportazione del menisco e i due margini della lesione meniscale vengono suturati al fine di promuovere una guarigione biologica. Il tasso di successo della guarigione biologica dipende dalla regione meniscale, dall'età del paziente, dall'aderenza al protocollo terapeutico e da meccanismi biologici che non sempre possono essere controllati dal paziente o dal chirurgo;
3. reinserzione radice meniscale: riposizionamento della radice del menisco a livello della tibia (solitamente della radice posteriore) per preservarne la stabilità e la funzionalità. Questa tecnica prevede l'ancoraggio della radice meniscale con fili di sutura, la preparazione di un tunnel nella tibia e la stabilizzazione della radice a livello preordinato;
4. ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) o Posteriore (LCP): tecnica artroscopica che, oltre agli accessi artroscopici standard, si avvale di piccoli accessi cutanei aggiuntivi per ricostruire il legamento crociato anteriore o posteriore in seguito a lesioni gravi o complete. L'innesto che verrà usato per sostituire il legamento danneggiato è solitamente un tendine prelevato dal paziente (semitendinoso, gracile, tendine rotuleo etc.);
5. chirurgia condrale (microfratture, nanofratture, trapianto di condrociti): procedure finalizzate a trattare lesioni o danni alla cartilagine articolare. Queste tecniche sfruttano il potenziale riparativo dell’osso sub condrale al fine di promuovere la formazione di una cartilagine fibrosa simile a quella nativa;
6. rimozione di corpi liberi articolari: estrazione di frammenti di cartilagine, osso o menisco liberi all'interno dell'articolazione che possono causare dolore o limitare il movimento;
7. debridement articolare: rimozione chirurgica di tessuto infiammatorio o danneggiato dall'interno del ginocchio per ridurre l'infiammazione e migliorare la funzionalità;
8. sinovialectomia: rimozione chirurgica della membrana sinoviale infiammata in caso di sinovite grave o persistente;
9. trattamento delle cisti sinoviali: drenaggio o resezione delle cisti sinoviali per alleviare la pressione e ridurre i sintomi associati;
10. revisione di procedure precedenti: intervento per correggere o migliorare risultati precedenti di artroscopia o altri interventi chirurgici al ginocchio;
11. ritensionamento del Legamento Patellofemorale Mediale (MPFL): ricostruzione o ritensionamento del legamento patellofemorale mediale per stabilizzare la rotula;
12. trapianto meniscale: trapianto di tessuto meniscale da donatore o sintetico per sostituire parti danneggiate o rimosse dei menischi;
13. coblazione delle lesioni condrali con radiofrequenze: utilizzo di radiofrequenze stabilizzare le lesioni condrali.
È importante discutere approfonditamente con il medico i potenziali rischi e benefici di ogni procedura, oltre a seguire scrupolosamente le istruzioni post-operatorie per massimizzare i potenziali risultati dell'intervento.
Bibliografia
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- Complications of knee arthroscopy. Mayr HO, Stoehr A. Orthopade. 2016 Jan;45(1):4-12. doi: 10.1007/s00132-015-3182-0.
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