Che cos’è la terapia forestale
La terapia forestale è una pratica di medicina preventiva (ONU, 2020) basata su evidenze scientifiche che prevede un’interazione controllata con l’ambiente boschivo in grado di ridurre i livelli di ansia e depressione, migliorare le funzioni cognitive e diversi parametri fisiologici. Nasce dall’incontro tra psicologia, ecologia e medicina, con l’obiettivo di ristabilire un equilibrio tra mente, corpo e ambiente.Le prime ricerche scientifiche provengono dal Giappone, dove negli anni ’80 è stato coniato il termine “Shinrin-yoku”, tradotto come “bagno di foresta”. Gli studi successivi hanno dimostrato che trascorrere tempo in ambienti naturali riduce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), abbassa la pressione arteriosa e migliora le funzioni immunitarie (Li et al., 2019, Frontiers in Psychology).
La terapia forestale non è una semplice passeggiata nel bosco. È un’esperienza guidata da personale clinico condotta esclusivamente presso siti idonei che favorisce la consapevolezza corporea, la calma mentale e la connessione profonda con la natura. Lo psicologo accompagna la persona a rallentare, ad ascoltare e a percepire con tutti i sensi ciò che accade nell’ambiente naturale.

I benefici psicologici
Oltre ai benefici fisiologici, numerose ricerche evidenziano effetti positivi sulla salute mentale: riduzione dell’ansia, miglioramento dell’umore e incremento della concentrazione (Park et al., 2020, International Journal of Environmental Research and Public Health). La sola visione di immagini forestali su uno schermo per un tempo di 90 secondi ha generato benefici psicologici e fisiologici misurabili.Una pratica in espansione
In Italia la terapia forestale si sta diffondendo come pratica integrata nei percorsi di promozione della salute e del benessere psicologico. Alcuni parchi nazionali, come quello delle Foreste Casentinesi, hanno sviluppato protocolli riconosciuti dal CNR per favorire un approccio scientifico e accessibile a tutti (CNR, Progetto Terapia Forestale, 2021).La terapia forestale è quindi un invito a riconnettersi con il mondo naturale come parte essenziale dell’esperienza umana, riscoprendo equilibrio, calma e presenza.
Per chi può essere utile la terapia forestale?
La terapia forestale è una pratica versatile che può portare benefici a diverse fasce di popolazione, dagli adolescenti agli adulti, dalle persone in buona salute a chi affronta condizioni psicologiche o professionali stressanti.- Giovani e adolescenti: i giovani possono trarre vantaggio dalla terapia forestale per gestire lo stress scolastico, l’ansia da prestazione e la pressione sociale. L’immersione consapevole nella natura favorisce la regolazione emotiva e promuove lo sviluppo di capacità di attenzione e concentrazione (Li et al., 2019, Frontiers in Psychology);
- adulti e professionisti: gli adulti, specialmente chi lavora in contesti ad alta pressione o in servizi di cura, possono utilizzare la terapia forestale come strumento di prevenzione del burnout e di gestione dello stress. I benefici includono riduzione dell’ansia, aumento della resilienza e miglioramento del benessere generale (Park et al., 2020, IJERPH);
- persone con disturbi psicologici: la terapia forestale può essere un complemento efficace ai percorsi psicoterapeutici per persone con ansia, depressione o sintomi di stress post-traumatico. La combinazione di ambiente naturale, attività guidate e consapevolezza corporea contribuisce a un miglioramento significativo del tono dell’umore e della regolazione emotiva (Berman et al., 2012, Journal of Environmental Psychology);
- chiunque desideri prevenire lo stress.
In sintesi, la terapia forestale è indicata per chiunque desideri migliorare il proprio benessere psicologico e rafforzare le proprie risorse personali attraverso un contatto profondo e guidato con la natura.

Terapia forestale o bagno di foresta?
Molti si chiedono se la terapia forestale sia la stessa cosa del cosiddetto “bagno di foresta”. Sebbene i termini siano spesso usati come sinonimi, esistono differenze importanti, soprattutto in termini di approccio terapeutico e di finalità psicologica.Il 'bagno di foresta', o Shinrin-yoku, nasce in Giappone negli anni ’80 come pratica di benessere generale. Consiste nel trascorrere tempo immersi nella natura con l’obiettivo di ridurre lo stress e favorire il relax. Si tratta di un approccio passivo, spesso autoguidato, che sfrutta gli stimoli sensoriali della foresta per promuovere benefici fisiologici e psicologici.
La terapia forestale, invece, è un intervento psicologico strutturato. Viene condotta da uno psicologo o da uno psicoterapeuta, appositamente formato, con sessioni progettate per raggiungere obiettivi specifici: gestione dell’ansia, regolazione emotiva, aumento della consapevolezza e sviluppo di competenze relazionali. L’intenzionalità è quindi più marcata e la pratica diventa parte di un percorso terapeutico.
Differenze chiave
• Bagno di foresta: esperienza libera, passiva, orientata al relax e al benessere generale.• Terapia forestale: esperienza guidata, attiva, con obiettivi psicologici e terapeutici specifici che vengono mantenuti in un arco di tempo più lungo.
In sintesi, la differenza principale sta nella presenza di un professionista, nella struttura e nei relativi benefici dell’esperienza.
Benefici condivisi
Nonostante le differenze, entrambe le pratiche condividono numerosi benefici: riduzione dello stress, miglioramento dell’umore, maggiore attenzione e connessione con l’ambiente naturale. La scelta dipende dagli obiettivi individuali e dal livello di supporto desiderato.Terapia forestale: il protocollo CNR - IBE
Da quando la terapia forestale ha fatto il suo “ingresso” nel dibattito scientifico e clinico in Italia, si sono sviluppati diversi approcci, alcuni dei quali basati su evidenze scientifiche più valide di altre.Fra questi rientra il lavoro che il CNR – IBE sta svolgendo da 5 anni a questa parte.
Il protocollo previsto dal CNR – IBE prevede una passeggiata di brevissima durata e in quasi totale assenza di dislivello, per permettere a chiunque di accedere al sito. La sessione deve essere guidata da Psicologi presso siti certificati sulla base di alcune caratteristiche specifiche legate alla presenza di determinati composti organici volatili emessi dagli alberi.
Un ruolo molto importante è svolto dai Composti Organici Volatili Biogenici (BVOC) rilasciati dagli alberi e dal suolo nell’ambiente forestale. Sono sostanze che, una volta inalate, sono in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore, migliorare l’umore, la qualità del sonno, i disturbi legati all’ansia e potenziare le difese immunitarie.
La focalizzazione sui sensi
Durante la sessione di Terapia Forestale, lo Psicologo accompagna le persone in 5 tappe, ognuna focalizzata sull’esperienza di un senso specifico:- vista: la vista del paesaggio naturale, i colori e le forme delle piante favoriscono il rilassamento psicofisico;
- olfatto: I COV rilasciati dagli alberi e dal suolo nell’ambiente forestale sono in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore, migliorare l’umore, i disturbi legati all’ansia e potenziare le difese immunitarie;
- tatto: toccare il legno, le foglie e altre parti delle piante ha un effetto calmante, con azione sull’attività parasimpatica;
- udito: i suoni della foresta e degli elementi ad essa associati (le foglie al vento, l’acqua, il canto degli uccelli) favoriscono anch’essi la distensione
- tappa multisensoriale: l’ultima tappa prevede l’esperienza di un mix dei sensi sperimentati in precedenza.
Terapia forestale: quali prospettive?
Negli ultimi 5 anni il numero di ricerche sui benefici dell’esposizione alla natura per l’uomo sono aumentate considerevolmente. L’attenzione sul tema è alta e, contestualmente, alcune persone e gruppi con finalità esclusivamente speculative, propongono attività e percorsi poco chiari.L’attività di ricerca del CNR-IBE ha la finalità di far validare il protocollo codificato affinché possa essere inserito all’interno dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Solo in questo modo, la Terapia Forestale potrà essere prescritta dai Medici e, così, entrare a pieno titolo nell’insieme delle cure secondarie.
Il ruolo degli psicologi
Gli Psicologi e tutti i clinici hanno il compito di imparare a distinguere un protocollo di Terapia Forestale validato scientificamente da altri approcci. Se la finalità della nostra pratica clinica è migliorare la condizione di salute delle persone che aiutiamo, allora dovremo essere in grado di orientare e supportare le persone nella scelta più corretta.La cultura del verde
Sicuramente la Terapia Forestale rientra a pieno titolo in quell’insieme di studi e ricerche che confermano quanto gli elementi naturali siano essenziali per la sopravvivenza e il miglioramento della qualità della vita delle persone. La tutela della biodiversità, la promozione di modelli di sviluppo sostenibili e l’adozione di stili di vita sani sono i pilastri fondamentali per garantire uno sviluppo armonico dell’uomo all’interno dell’ambiente in cui ha vissuto per il 90% della sua esistenza: il mondo naturale.Bibliografia
- Li et al., 2019, Frontiers in Psychology
- CNR, Progetto Terapia Forestale, 2021
- Li et al., 2019, Frontiers in Psychology
- Park et al., 2020, IJERPH
- Berman et al., 2012, Journal of Environmental Psychology