Come affrontare la dieta

L’impulso a mangiare o a non mangiare è strettamente legato allo stato d’animo: nei momenti di crisi tutti noi sperimentiamo una tendenza a modificare il nostro standard alimentare, mangiando di più o di meno del consueto. Lo stile alimentare di ciascuno di noi ha un’origine antica, e ha a che fare con le emozioni sperimentate nei primi mesi di vita, soprattutto nella relazione con la mamma.

Illustrazione 1 - Psichiatria

Le neuroscienze hanno dimostrato che il neonato è in grado di cogliere e padroneggiare emozioni anche complesse. Grazie alla “paletta visiva” della sua retina, dotata di recettori particolari, il bambino coglie le sfumature espressive del volto di chi lo tiene in braccio. Tale capacità (che si estingue tra i 6 e i 9 mesi) lo rende molto sensibile al clima emotivo che lo circonda.

Diversi motivi possono rendere i genitori insicuri, fragili, arrabbiati, nervosi, infastiditi, spaventati, preoccupati o tristi e il neonato è in grado di percepire tutto ciò. Poiché le emozioni degli adulti sono una parte importante del suo universo, assorbe questi stati d’animo e vi reagisce con le sole risorse che ha a disposizione: mangiare di più o di meno, dormire o non dormire, piangere o sorridere.

Per questo è importante imparare a riconoscere le emozioni e le reazioni che accompagnano l’impulso a mangiare: esso può essere legato a un pensiero disturbante oppure a una particolare tensione. Quando mangiate compulsivamente e più del necessario, cercate di capire perché vi siete sentiti frustrati o soli o arrabbiati o delusi o spaventati. I sentimenti di frustrazione e colpa che seguono, sono il peggior veleno della mente: imparate a essere benevoli con voi stessi e perdonarvi le trasgressioni.
 

Le abitudini e i bioritmi

Le consuetudini alimentari riguardo ai tempi e ai modi dei pasti sono molto radicate e si tramandano per generazioni: ogni famiglia, ogni paese, ogni nazione ha sedimentato stili diversi, che agiscono sulle persone indipendentemente dallo stimolo della fame e della sazietà. Lo stile alimentare appreso nell’infanzia ci condiziona per tutta la vita ed occorre molta attenzione e molta fatica per modificarlo. Non sempre le abitudini alimentari sono congrue con la fisiologia del corpo.

L’organismo è regolato da un equilibrio dinamico, scandito da un orologio biologico, i cui ingranaggi sono complessi e raffinati. I ritmi biologici sono perlopiù geneticamente determinati, ma vengono influenzati da sincronizzatori ambientali (come l’alternarsi di buio e luce) e dalle consuetudini sociali.

L’orologio biologico è geneticamente programmato e ha lo scopo di ottimizzare le diverse funzioni metaboliche dell’organismo: attivare i meccanismi generatori di energia tra le ore 5 e le 17, e attivare la riparazione di cellule, tessuti e organi durante la notte. Dunque, occorre rifornire l’organismo di alimenti calorici adatti al consumo energetico al mattino e alimenti proteici, adatti alla ricostruzione tissutale alla sera. Sul versante pratico, per affrontare una dieta è utile avere alcuni accorgimenti.

Il proverbio che “la fame vien mangiando” è evidentemente il risultato di un’antica esperienza: non solo assaggiare un cibo desiderato, ma anche solo il suo profumo e la vista, scatenano una cascata di reazioni neuro-chimiche e innescano l’impulso a mangiare.
 

Consigli pratici

Ricordate che l’abbondanza di disponibilità di cibi (tanti cibi nella dispensa e in grande varietà) fa mangiare di più. Esiste un automatismo inconscio molto primitivo, che scatta a partire da stimoli visivi e olfattivi, e che agisce con forza nell’uomo, come nell’animale. Tenete dunque in casa meno alimenti possibili e solo quelli consentiti: fate la spesa per ciò che vi occorre quotidianamente, procurandovi al massimo il necessario per due giorni. Un trucco importante è andare a fare la spesa a stomaco pieno: mai in condizioni di fame.

Preparate accuratamente la lista della vostra spesa e abituatevi a comprare solo ciò che avete previsto. Se temete di essere sedotti o fuorviati, portate il denaro contato e lasciate a casa la carta di credito. Quando tornate a casa, riponete subito la spesa negli armadi o nel frigorifero: non lasciate cibi in vista. Cucinate quanto è previsto che venga mangiato e non di più. Sparecchiate subito dopo il pasto e non restate a lungo in cucina.

Fate attenzione ai cibi propagandati come dietetici! Anche le caramelle o gomme “senza zucchero” hanno un loro valore calorico; inoltre, la salivazione che producono stimola l’appetito. Potete utilizzare modiche quantità di liquirizia, accertandovi che non sia in alcun modo edulcorata. Abbiate sempre pronte delle verdure crude e cotte da utilizzare nei momenti di fame o di nervosismo e procuratevi una scorta di prodotti proteici, poche quantità di spuntini dietetici e barrette.