“I have a Blue Christmas without you”, “Ho un blu Natale senza te” cantava Elvis Presley in una sua celebre canzone. L’unica cosa che accomuna il Blues con il Christmas blues è il senso di malinconia e tristezza.
 

Cos’è il Christmas Blues?

Quando si parla di blues ci si riferisce a un genere musicale, che è nato negli USA agli albori del secolo scorso. Questo genere si sviluppa tra le comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni delle nazioni del Sud. La denominazione di questo genere deriva dall’espressione: “To have the blue devils”, ovvero “Avere i diavoli blu”, utilizzato per esprimere una sensazione legata all’ essere triste, agitato, depresso.

Da qui, gli americani definiscono “Christmas blues” quella tristezza profonda che può presentarsi in concomitanza con le festività di Natale, ormai vicino.

Illustrazione 1 - Psichiatria

Il Natale è davvero un momento magico?

Per l’atmosfera che lo caratterizza, il Natale rappresenta il momento più magico dell’anno, con la sua atmosfera caratterizzata da alberi addobbati, luci colorate, tavole imbandite, melodie tradizionali, regali da mettere sotto l’albero. Tutta questa “magia” genera nella maggior parte delle persone di sensazioni di gioia e di allegria: un vero clima di festa! Ma lo spirito natalizio esiste davvero? Sicuramente addobbare l’albero di Natale, decorare la casa, creare decorazioni artigianali, le feste in famiglia, i regali, l’atmosfera delle feste dovrebbe, nella fantasia dei più, contribuire ad entrare maggiormente nello spirito natalizio, un’allegria diffusa nell’aria renderebbe o dovrebbe rendere tutto magico. Nell’immaginazione collettiva, l’atmosfera natalizia è il simbolo del calore, della vicinanza emotiva, della cura e dell’attenzione reciproca. Tutte dimensioni che dovrebbero riscaldare, rassicurare, rappresentare un bisogno, più o meno consapevole, di ognuno di noi.  
 

Cos’è la sindrome del Natale?

Purtroppo, però, non tutti vivono il Natale così. La corsa ai regali, i mille impegni, i progetti di lavoro da chiudere necessariamente prima delle vacanze, le innumerevoli occasioni sociali cui presenziare: sono moltissimi i motivi che rendono quello natalizio uno dei periodi più densi e frenetici dell’anno. 

Per molti è non vivere le festività serenamente, dovendo gestire rapporti complicati in famiglia e con sé stessi, provando quella che può essere definita sindrome del Natale. Questa condizione può far vivere il Natale con ansia, stress e una certa tristezza. Non deve stupire  se c’è chi è soggetto allo  stress da Natale, che può trasformare quello che dovrebbe essere un momento lieto e gioioso, in un momento addirittura faticoso.        

Spesso il Natale, e più in generale le festività, rappresentano un momento complesso da gestire, proprio perché possono essere occasione di condivisione “forzata”, c’è chi in concomitanza con questo periodo manifesta tristezza e scarsa volontà di fare.  Lo sguardo dell’altro può essere avvertito come giudicante, generando ansia e preoccupazione. Diventa importante, quindi, trascorrere il tempo dove ci si sente realmente a casa, dove non c’è nulla di diverso da ciò che si è: spesso basta un pizzico di coraggio per trovare il posto giusto.

La società in cui viviamo ci obbliga ad essere allegri: il Natale è associato, infatti, al “dover essere felici”, “avere una famiglia unita”, “‘dover apparire al meglio”.  Condizioni che implicano un senso di obbligo e di costrizione che possono generare ansia, depressione, senso di frustrazione o di inadeguatezza. Un momento di disagio che può generare un malessere chiamato “Blue Christmas” o più semplicemente “depressione natalizia”.

Con tale termine ci si riferisce ad una vera e propria patologia, molto più diffusa di quanto si creda. È una sorta di depressione, legata al periodo natalizio, uno stato in cui la gioia e lo stupore lasciano spazio all’ansia, alla depressione, a disturbi del sonno, che si manifestano già durante i preparativi e scompaiono generalmente al termine delle feste.
 

Quali sono le cause della depressione natalizia?

Le cause possono essere molteplici. A volte, a rendere il Natale un momento poco gioioso sono le situazioni familiari intricate, le occasioni conviviali che riattivano dinamiche conflittuali non risolte, ansia per le spese da sostenere, l’obbligo di dover fare cose che non piacciono, un lutto che genera un senso di vuoto, la solitudine.

Le persone che hanno già un malessere psicologico di fondo, che sono ansiose o depresse, sono più a rischio di sviluppare il Christmas Blues: il Natale, con il suo carico di significati e aspettative, infatti, può slatentizzare e accentuare una sintomatologia già presente. Le difficoltà che in genere vengono nascoste e minimizzate dalla vita di tutti i giorni tornano a galla in tutta la loro evidenza.
 

Come gestire il Christmas Blues?

Ciò che è importante è imparare a concedersi la possibilità di stare male, anche se controcorrente. Può essere utile non forzarsi a dire sempre di “si” a cene ed eventi di famiglia e magari ritagliarsi dei momenti di “solitudine” che permettano di non dover rispondere ad un’immagine “socialmente adeguata al clima natalizio”.

Potrebbe essere molto di aiuto condividere il proprio stato d’animo, trovare un modo per non perdere di vista sé stessi, prendersi cura di sé, magari approfittando delle ore di luce per fare una passeggiata. 

Restare in casa invece di uscire dovrebbe essere intesa come una libera scelta, non una imposizione. Così come concentrarsi, più che sugli obblighi, sul trascorrere del tempo libero con persone alle quali si vuole dedicare tempo ed attenzione, quelle con cui ci si trova bene. Il proprio “rifugio sicuro” un buon modo per cercare di sopravvivere alla malinconia.

La parola chiave per vivere in maniera positiva le festività natalizie è “benessere psicologico”. Non possiamo costringerci a provare qualcosa che è in conflitto con il nostro sentire attuale: accogliere le proprie emozioni è sempre importante, perché la consapevolezza è il motore di ogni trasformazione. Uno dei primi modi per guardare al problema, specialmente quando avviene con una certa ciclicità e se tende a non affievolirsi dopo le feste piuttosto a cronicizzarsi, è rivolgersi ad uno Psicoterapeuta. Il supporto di un esperto può essere utile sia per analizzare le cose da un altro punto di vista che per individuare e modificare le dinamiche personali e relazionali che generano sofferenza.

Rispettarsi e imparare a volersi bene, magari concedendosi un semplice “regalo” (una serata con gli amici, acquistare quell’oggetto che desidero da tempo, un week end, una semplice passeggiata magari anche da solo) resta il migliore antidoto alla malinconia ed alla sensazione che si subiscono sempre per le scelte degli altri, piuttosto che farne di proprie. Bisogna imparare a dire “no” senza provare sensi di colpa, senza pensare di avere ferito l’altro: dire “sì” compiace l’altro ma ferisce sé stesso, generando così un senso di malessere. Potremmo sentirci sopraffatti ma esiste un modo dolce e naturale per ritrovare la calma: la respirazione consapevole.

Uno specialista del campo può, senza ricorrere all’uso di psicofarmaci ma attraverso colloqui (Analisi Transazionale, PNL), modificare il pensiero autodistruggente, attraverso tecniche di rilassamento (Training Autogeno, Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson) e di meditazione (Mindfulness), gestire lo stress e ristabilire il benessere psicologico creando una relazione psicoterapeutica empatica ed accogliente, nella quale si possa lavorare su più versanti, esplorando le circostanze della vita e degli eventi che hanno determinato la crisi, gestendo le emozioni, ricostruendo un senso di sicurezza e di autostima.