Introduzione

I pazienti psichiatrici generalmente hanno un’autostima e un senso di autoefficacia minore rispetto alla popolazione generale, questo a causa di diversi fattori che caratterizzano la loro esperienza di vita: come lo stigma sociale, le cure eccessivamente assistenzialistiche, i lunghi periodi di istituzionalizzazione e le interazioni familiare negative.

Illustrazione 1 - Psichiatria

Un programma riabilitativo che miri a dare, o a restituire, ai pazienti in carico una vita soddisfacente, un positivo senso di identità, supportare la loro autonomia e indipendenza, deve pertanto occuparsi anche di migliorare la loro autostima e il loro senso di autoefficacia. Diversi studi sottolineano come un aumento dell’autostima e dell’autoefficacia abbiano importanti e positive ripercussioni sul funzionamento sociale e la qualità della vita, porti ad un aumento dello stile di comunicazione assertivo, a una diminuzione dei pensieri automatici disfunzionali, attiva e migliora le strategie di coping, porta a una diminuzione dei sintomi psicotici.

L’autostima è il sentimento corrispondente al proprio valore e l’autoefficacia alle proprie capacità. L’aspetto valutativo del sistema del Sé deriva in larga parte dalla comparazione tra il sé ideale e il sé realmente percepito dal soggetto che è frutto, a sua volta, dell’interazione tra l’autovalutazione effettuata dal soggetto e dai feedback sociali ricevuti.
 

Cos'è il senso di appartenenza e di identità?

Il senso di appartenenza deriva dal sentirsi socialmente accettati, dal far parte di un gruppo che condivide determinate caratteristiche e dalle capacità, attuate attraverso e con il gruppo, di superare gli ostacoli, assumersi rischi appropriati e, soprattutto raggiungere obiettivi preclusi al singolo individuo.

Il senso di appartenenza influenza la resilienza anche individuale oltre che di gruppo rispetto all’impatto dei fattori di vita stressanti, rafforza le capacità di coping e il senso di autoefficacia, cosa che comporta un aumento generale dell’autostima. I fattori che influenzano il sentirsi appartenenti a un gruppo sono:
 
  • la vicinanza fisica, geografica;
  • la somiglianza, in termini di idee, sentimenti, interessi, credenze, valori, stili di vita o bisogni;
  • l’identificazione con gli altri appartenenti al gruppo o con le finalità del gruppo stesso;
  • la capacità di condividere la diversità;
  • la convinzione che l’unione fa la forza;
  • la capacità d’integrare la propria diversità con quella altrui;
  • valorizzare la complementarità;
  • considerare il gruppo come molto di più della somma degli individui che lo compongono.
Un gruppo è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l’uno con l’altro con una certa costanza. Questa costanza nell’interazione tiene insieme i partecipanti, dando vita a un’identità di gruppo. Il gruppo nel suo insieme non va considerato come la semplice somma dei componenti, bensì si possono sfruttare sinergie per cui due più due può fare anche sei e non sempre quattro come in matematica. Un gruppo sociale è caratterizzato non tanto dal grado di somiglianza tra i suoi componenti ma piuttosto dalla capacità di fondersi nell’identità del gruppo, senza rinunciare alla propria identità, ma con la consapevolezza che un gruppo, e per estensione ancor di più un popolo, possiede una forza e capacità impensabili per gli individui a sé stanti.  
 

Qual è il programma riabilitativo?

Il modulo si propone soprattutto di favorire lo sviluppo di una identità di gruppo e il senso di appartenenza a esso:
 
  • si partirà dal riconoscere la propria appartenenza ad un “insieme di individui" basato sulla vicinanza fisica e caratterizzato dalla condivisione di spazi e servizi; 
  • si cercherà poi di far emergere le somiglianze tra i membri del gruppo in termini di caratteristiche specifiche, sentimenti, stile di vita e bisogni; 
  • si porterà il gruppo a concepirsi come un gruppo sociale (noi) caratterizzato da un destino comune e da una forte interdipendenza, riconoscendo come questo vincolo possa essere visto come una risorsa per gli appartenenti al gruppo stesso;
  • permettere a ognuno di cogliere le potenzialità del gruppo rispetto a quelle del singolo e i vantaggi che l’appartenere ad un gruppo offre, sia in termini di comprensione, accettazione e aiuto ricevuti dagli altri membri, sia in relazione alla possibilità di sentirsi utili, competenti e acquisire abilità sociali spendibili anche in altri contesti;
  • sviluppare alcuni obiettivi comunitari riconosciuti come importanti da tutti i membri, delineare le strategie gruppali per raggiungerle e il contributo che ciascuno potrà dare. Si lavorerà per aumentare il senso di autoefficacia di gruppo, ovvero le convinzioni circa la capacità del gruppo di mettere in atto determinati piani di azione per il benessere comune, superare congiuntamente gli ostacoli e assumere rischi appropriati.

Parametri di valutazione 

  • senso di appartenenza al gruppo;
  • senso di identità nel gruppo e del gruppo;
  • contributo alla vita di gruppo;
  • utilizzare il gruppo per raggiungere gli obiettivi;
  • utilizzare il gruppo per superare gli ostacoli;
  • utilizzare il gruppo per ridurre il rischio connesso con certe azioni.

Esercizi

  • Riconoscere la similitudine con gli altri appartenenti al gruppo;
  • l’azione di più persone in sinergia tra di loro può spostare un’auto, sollevare una persona per aria con due dita ciascuno, difendere efficacemente un membro del gruppo etc.;
  • la ricerca di spiegazioni, teoremi, soluzioni ai problemi fatta in gruppo ha molta più efficacia dell’intervento di un singolo individuo (es. ricerca scientifica, medica, ecc.);
  • la squadra può vincere anche se uno dei componenti perde;
  • conoscere e prevenire il rischio di annullarsi nel gruppo (es. essere solo un numero);
  • il gruppo come mutuo soccorso;
  • il gruppo per vincere la solitudine;
  • il gruppo per superare gli ostacoli;
  • il gruppo per raggiungere gli obiettivi;
  • contribuire in base alle proprie capacità alla crescita del gruppo.
 

Bibliografia

  • Wolgensinger L. Cognitive behavioral group therapy for anxiety: recent developments. Dialogues Clin Neurosci. 2015 Sep;17(3):347-51.