Rizoartrosi (o artrosi trapezio-metacarpale)
Dr. Michele Rampoldi
Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 17/01/2018 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023La rizoartrosi è una forma di artrosi che colpisce l’articolazione alla base del pollice. Si tratta di un'articolazione fra il primo metacarpo e il trapezio, un piccolo ossicino della mano. La cartilagine che si trova tra le ossa tende fisiologicamente a consumarsi con l’età, ma questo processo può essere accelerato da diversi fattori.
Il pollice è il dito fondamentale nella funzionalità della mano; tutte le forze generate durante la presa si scaricano su quella articolazione che, di conseguenza, è sottoposta a notevoli stress meccanici. Con il tempo, queste sollecitazioni ripetute possono accelerare la fisiologica degenerazione della cartilagine dell’articolazione e innescare il processo artrosico. La frizione tra le ossa, non più protette dalla cartilagine, rovina la superficie articolare e provoca uno stato di infiammazione di tipo cronico, responsabile dei sintomi.
Cause
La rizoartrosi è più spesso il risultato di una combinazione di fattori (età, sesso, attività svolte), che non di un'unica causa. Anche la predisposizione familiare all'artrosi o anche ad altre forme (ad esempio, la gonartrosi), può giocare un ruolo importante.
Una particolare forma anatomica del trapezio può, ad esempio, determinare una anomala trasmissione dei carichi e facilitare l'usura della cartilagine. Alcune attività manuali, che comportano prese di forza ripetute (ad esempio attività di giardinaggio, meccanica, sartoria, ecc.), risultano particolarmente predisposte allo sviluppo della rizoartrosi. Alcune forme possono essere, poi, il risultato di pregressi traumi o fratture che abbiano interessato l'articolazione.
Sintomi
La rizoartrosi rappresenta la forma più comune di artrosi alle mani. Essa tende a colpire prevalentemente il sesso femminile e insorge dopo i 40 anni, con incidenza elettiva fra i 55 e 65 anni.
Il sintomo principale della rizoartrosi è il dolore riferito alla base del primo raggio della mano, che in genere si manifesta durante le prese e comporta difficoltà ad eseguire dei movimenti e dei gesti quotidiani, come aprire una bottiglia o un barattolo, stringere la macchinetta del caffè, girare una chiave.
Nelle fasi più avanzate, il dolore può manifestarsi anche a riposo o nel corso delle ore notturne. Come tutte le forme di artrosi, anche la rizoartrosi è una malattia cronica, con la tendenza a un peggioramento continuo. Con il tempo, il profilo del primo raggio tende a deformarsi – fino alle volte negli stadi avanzati alla cosiddetta deformità a Z del pollice - con la comparsa di tumefazione e rigidità, che impedisce, ad esempio, di spianare completamente il pollice su di un piano.
Diagnosi
La diagnosi di rizoartrosi si basa sul racconto dei sintomi del paziente, sull’esame clinico - dolore alla palpazione, rumori di scroscio articolare nella compressione dell'articolazione, limitazione allo spianamento del pollice - e sull’esame radiografico.
L’esame RX è, in genere, sufficiente e raramente sono necessari esami più approfonditi (RMN e TC).
Cure e Trattamenti
Non essendoci, sfortunatamente, allo stato attuale, una terapia che curi l’artrosi, il trattamento, nelle forme iniziali, consiste nel mettere a riposo l’articolazione, attraverso l’impiego di tutori e in trattamenti farmacologici di tipo sintomatico (cioè, finalizzati esclusivamente alla gestione dei sintomi). Questi si avvalgono di farmaci antinfiammatori, somministrati per via orale o locale, e di integratori a base di sostanze, che aiutano e nutrono la cartilagine, di applicazioni di ghiaccio, di trattamenti fisioterapici. Maggiormente efficaci risultano, in genere, le infiltrazioni all’interno dell’articolazione di corticosteroidi o di sostanze a base di acido ialuronico.
Quando la terapia conservativa non fornisce risultati soddisfacenti e il paziente continua a manifestare dolore, che impedisce le normali attività quotidiane, vi è indicazione alla terapia chirurgica. Affidata a un chirurgo specializzato nella cura delle patologie della mano, gli interventi per la rizoartrosi determinano nella stragrande maggioranza dei casi la risoluzione del dolore e il ritorno ad una qualità di vita adeguata.
Esistono diversi tipi di intervento la cui scelta dipende da diversi fattori (età, condizione ossea, presenza di artrosi nelle articolazioni vicine, attività svolte dal paziente, esperienza del chirurgo). Fra quelli maggiormente utilizzati:
- protesi: la sostituzione dell’articolazione con una protesi rappresenta l’intervento concettualmente più idoneo, perché non altera l’anatomia e la funzionalità del primo raggio. La protesi è formata da uno stelo, che si inserisce nel primo metacarpo, cui si unisce una piccola testina sferica ed una parte concava, che viene alloggiata nel trapezio. I vantaggi di questa tecnica sono la rapidità del recupero funzionale (possibilità di utilizzo della mano per normali attività a circa tre settimane) e il recupero della mobilità e della forza, in genere ottimali. Svantaggio principale, come per tutte le protesi, è il fatto che la protesi potrebbe non durare tutta la vita e comportare pertanto la possibilità di un secondo intervento;
- trapezectomia e artroplastica in sospensione: l’intervento consiste nella asportazione del trapezio e nell’eseguire una “sospensione” del primo metacarpo con una porzione di un tendine (flessore radiale del carpo o abduttore lungo). Nel postoperatorio, il pollice viene immobilizzato per 15-20 giorni, cui fa seguito un periodo di riabilitazione. La ripresa della normale funzionalità manuale richiede un periodo variabile fra i 40 giorni e i 3 mesi. È questo, ancora oggi, l’intervento più comunemente utilizzato;
- artrodesi: consiste nella fusione dell’articolazione trapezio-metacarpale. Questa tecnica, ormai poco utilizzata, ha la sua indicazione principale nei lavoratori manuali che svolgono attività pesanti.
I pazienti affetti da rizoartrosi soffrono spesso della mancanza di prospettive di cura e, a volte, si rassegnano a sopportare un dolore cronico e a limitarsi in tante attività. In realtà, è bene che sappiano che i progressi tecnologici e chirurgici possono ridare un’ottima qualità di vita al paziente.
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