Leishmaniosi
Dr.ssa Maria Letizia Musumeci
Dermatologo Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia Creato il: 11/11/2024La leishmaniosi è presente in diverse regioni del mondo, principalmente nelle aree tropicali e subtropicali, ma anche in alcune regioni temperate come quella del mediterraneo.
Cause
La leishmaniosi, come detto in precedenza, è causata dai protozoi del genere Leishmania. Di questi, esistono circa 30 specie in grado di infettare i mammiferi, tra cui 20 in grado di colpire anche l’uomo.In genere, l’infezione si trasmette tramite la puntura di un flebotomo che ha precedentemente punto un animale infetto da Leishmania. Quando il protozoo entra nell’organismo tende ad accumularsi all’interno delle cellule che costituiscono il sistema immunitario (nello specifico all’interno dei macrofagi) e può rimanere localizzato nella zona dove è avvenuta la puntura (causando la cosiddetta leishmaniosi cutanea) o diffondersi e causare forme più gravi (mucocutanea o viscerale).
Sintomi
Come detto, la leishmaniosi dell’uomo può manifestarsi con diverse forme a seconda della gravità dell’infezione e della risposta immunitaria del paziente. Si identificano in genere tre tipologie di malattia:- leishmaniosi cutanea: è la forma più lieve ed è caratterizzata dalla comparsa di lesioni cutanee generalmente di dimensione circoscritta e aspetto variabile. Normalmente, questa esordisce con l’arrossamento e l’ispessimento della pelle che poi gradualmente si espande, generalmente ulcerandosi. Normalmente, queste lesioni cutanee sono indolori e rimangono presenti per diversi mesi o anni ma tendono a risolversi spontaneamente;
- leishmaniosi mucocutanea: è una forma leggermente più grave, caratterizzata da una lesione cutanea che guarisce spontaneamente ma che, dopo la guarigione, si manifesta con delle lesioni che interessano le mucose di naso e bocca, spesso doloranti e associate ad alcune deformità del viso;
- leishmaniosi viscerale (o kala-azar): è la più grave e può essere potenzialmente fatale se non trattata. Ha un’evoluzione graduale che inizia con la comparsa di una febbre irregolare e un ingrossamento di fegato e milza (epatosplenomegalia).
Diagnosi
Il dermatologo, o il medico specialista affine, può basare la diagnosi della leishmaniosi sulla presenza dei sintomi, specialmente se, all’anamnesi, il paziente riferisce di aver vissuto o viaggiato in aree endemiche per la malattia. Tuttavia, la diagnosi della leishmaniosi si basa soprattutto sull’individuazione del protozoo, che generalmente è possibile tramite:- PCR (reazione a catena della polimerasi): consiste nell’aspirazione di alcune cellule delle lesioni cutanee, del midollo osseo, della milza o dei linfonodi nel paziente e nella successiva amplificazione del materiale genetico di Leishmania;
- test sierologici: consistono nel dosaggio di anticorpi anti-leishmania, in genere sono presenti nelle forme viscerali;
- esami microscopici: consistono nell’osservazione di campioni cellulari (per esempio, in seguito a biopsie cutanee) per l’individuazione dei batteri eventualmente presenti all’interno.
Rischi
La forma cutanea di leishmaniosi in genere si risolve spontaneamente senza produrre gravi conseguenze. Decisamente più pericolose sono invece le forme più aggressive, in quanto tendono a interessare maggiormente pazienti con sistemi immunitari deboli e pertanto possono portare a quadri clinici molto gravi, con complicanze come:- danni d’organo: la leishmaniosi viscerale può causare danni gravi agli organi interni, in particolare al fegato e alla milza che, se non trattati efficacemente, possono portare anche alla morte del paziente;
- recidive: solitamente, la leishmaniosi conferisce un’immunità per eventuali infezioni successive ma nei pazienti immunodepressi questa può non svilupparsi, aumentando il rischio di reinfezione.
Cure e Trattamenti
La leishmaniosi è una malattia che può essere prevenuta avendo cura di proteggersi dalle punture di insetto se ci si trova in aree dove la malattia è particolarmente diffusa. La protezione dagli insetti può essere ottenuta tramite l’uso di vestiti coprenti e di zanzariere, applicando repellenti a base di dietiltoluamide sulle zone di pelle esposte all’aria ed evitando attività all’aperto durante la notte.In genere, la scelta del trattamento per la leishmaniosi dipende dalla gravità dell’infezione, che può variare molto in base alla specie infettante e alle condizioni di salute del paziente.
Nelle forme cutanee più lievi si può decidere di impiegare dei trattamenti di natura topica, che consistono in iniezioni di stibogluconato sodico nella zona della lesione, talvolta associata a crioterapia locale.
Quando invece si ha un coinvolgimento delle mucose, il trattamento deve essere somministrato per via sistemica e genericamente si basa su antiparassitari come amfotericina B, miltefosina e paromomicina. La scelta del farmaco dipende dalla forma della malattia e dalla sensibilità del parassita. In alcuni casi, anche la somministrazione di derivati dell’imidazolo (per esempio, fluconazolo, ketoconazolo o itraconaziolo) ad alte dosi si è dimostrato efficace.
L’uso di miltefosina e amfotericina B è consigliato anche nei pazienti con leishmaniosi viscerali; questi farmaci vengono somministrati nei pazienti per via endovenosa, generalmente associati a una terapia di supporto che può includere liquidi, trasfusioni o antibiotici per le infezioni batteriche secondarie.
In generale, è bene notare che, in base alle zone geografiche in cui si contrae la malattia, i trattamenti possono variare, in quanto varia il sottotipo di Leishmania responsabile dell’infezione.
Nei pazienti con AIDS la risposta immunitaria all’infezione può essere migliorata con l’uso di farmaci antivirali, che possono permettere di evitare recidive.
Bibliografia
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- Desjeux P. Leishmaniasis. Nat Rev Microbiol. 2004 Sep;2(9):692.
- Kobets T, Grekov I, Lipoldova M. Leishmaniasis: prevention, parasite detection and treatment. Curr Med Chem. 2012;19(10):1443-74.
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