Endocardite

A cura del Prof. Pietro Serra
Medico Internista Medico Chirurgo - Professore Ordinario, specialista in Medicina Interna, in Cardiologia ed in Malattie Infettive Creato il: 04/08/2017 Ultimo aggiornamento: 02/10/2017
Cos'è
L’endocardite è una patologia infiammatoria dell’endocardio, la membrana che ricopre la cavità cardiaca e le valvole cardiache. Le endocarditi più frequenti sono di natura infettiva; una volta erano frequenti anche le endocarditi reumatiche; assai raramente ci possono essere endocarditi autoimmuni (Endocardite di Libman Sacks).
L’Endocardite infettiva (EI) è una sepsi in cui il focolaio infettivo che alimenta la sepsi è nelle valvole cardiache o in eventuali apparecchi protesici nel cuore (Cateteri vascolari o pacemaker).

Cause
L’EI è per lo più causata da batteri, che, penetrati nel sangue in seguito a un’infezione a carico di un altro organo o occasionalmente, in seguito a batteriemie transitorie, quali si possono avere in seguito a manipolazioni gengivali per cure dentistiche o in seguito ad esami quali una colonscopia, o in portatori di cateteri venosi da lungo tempo, vanno a localizzarsi sulle valvole cardiache.
Molti pazienti che contraggono l’EI hanno già un problema cardiaco o hanno avuto nel passato un intervento chirurgico.
Sintomi
I sintomi con cui l’EI si manifesta possono essere assai subdoli: una febbre o febbricola che sembra sensibile al trattamento antibiotico istituito empiricamente, prima che venga fatta una precisazione diagnostica, per poi ripresentarsi a distanza di giorni dalla sospensione antibiotica.
Per lo più i sintomi sono quelli di una febbre con brivido, come nella maggioranza delle sepsi. Ad essi eventualmente si aggiungono i sintomi dovuti alla compromissione cardiaca o di altri organi (ictus se vi è un’embolia cerebrale, ematuria, ecc.).
Diagnosi
Per un’opportuna identificazione della malattia, per controllare meglio la sua evoluzione e per il frequente impiego di associazioni antibiotiche da somministrare endovena e continuativamente nell’arco delle 24 ore, nella maggioranza dei casi è necessario il ricovero in ambiente ospedaliero.
Rischi
L’EI può portare a problemi gravi in parte per lo stato settico generale, in parte per le alterazioni a carico del cuore che possono manifestarsi con uno scompenso cardiaco e, in parte, perché dalle valvole infette possono liberarsi degli emboli settici che possono causare danni e sintomi a carico dei vari distretti eventualmente colpiti (emboli cerebrali, emboli renali, ecc.).
Cure e Trattamenti
L’EI può avere un’evoluzione grave, soprattutto se non è trattata nella maniera adeguata, cioè attraverso una buona scelta degli antibiotici, che devono essere somministrati per periodi di tempo abitualmente superiori a quelli degli abituali trattamenti antibiotici, e, a volte, con il tempestivo impiego del trattamento chirurgico.
Per ottenere dei buoni risultati nella cura di questa malattia occorre rivolgersi a persone esperte nella conoscenza sia dei variabili quadri clinici con cui si può presentare, sia delle tecniche microbiologiche e strumentali idonee all’identificazione dei microrganismi causali e alla documentazione della malattia, così come a persone esperte nell’uso degli antibiotici.
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