Che cosa sono le vene varicose?

Oggi parliamo di vene varicose. Quelle formazioni tubulari bluastre che compaiono sulle gambe sono vene sfiancate e non più funzionanti che possono portare a seri problemi quali flebiti e ulcere ma comunque provocano fastidio continuo in termini di pesantezza e gonfiore alle gambe.

Illustrazione 1 - Chirurgia Vascolare

Sono una malattia?

Le vene varicose sono una malattia vera e propria che, se non curata, nel tempo peggiora e provoca complicanze.

Il meccanismo del peggioramento è facile da intuire e consiste nella moltiplicazione e nell’accrescimento dei “bozzi” sulle gambe sino al raggiungimento di quadri a “carta geografica fisica tridimensionale”, ossia un insieme di pianure (cute normale), fiumi (vene non rilevate e capillari), colline (vene poco rilevate), montagne (vene rilevate) e depressioni (aree di alterazione permanente della cute) di colore variabile dal rosa pallido al blu.
 

Quanto sono pericolose e perchè curarle?

Le complicanze, poi, non sono rare. Le più frequenti ed immediate sono le flebiti cui possono far seguito alterazioni della cute e ulcere difficili da guarire. La flebite è un evento certo nella storia della malattia varicosa.

L’unico dato incerto è il tempo che passa prima che questa faccia la sua comparsa. Se una flebite è “programmata” per svilupparsi al compimento dei 148 anni di età, chiaramente il soggetto non avrà il tempo di sperimentarla ma di solito non è così. Chi soffre di varici ha una probabilità 20 volte maggiore rispetto agli altri di avere una flebite.

In seguito alle flebiti, più o meno clinicamente importanti, la cute soffre e con il passare del tempo si crea un cratere che si definisce ulcera. A quel punto tutto si fa più difficile e le cure sono lunghe e fastidiose.
 

Cosa fare se sono affetto da vene varicose?

Ovviamente rivolgersi a uno specialista che potrà consigliare la terapia più adatta dopo una valutazione clinica e strumentale (ecocolordoppler). Bisogna sempre tenere a mente che le vene varicose sono una patologia "chirurgica", e che, quindi, si risolve solo con un intervento, dato che tutte le terapie alternative sono palliative e spesso inutili. Quindi, se lo specialista vi consiglia di operarvi, non fate come quelle signore ultraottantenni che vengono da me con ulcere e flebiti varie rammaricandosi di non aver dato retta al medico che gli aveva consigliato di togliersele: obbedite!

Regime di day-hospital

E non abbiate paura: la toppa non è mai peggio del buco! Oggi la chirurgia delle varici si effettua in anestesia locale e in regime di day-hospital con un pieno ritorno alle proprie attività lavorative a breve.
 

Prevenzione primaria e secondaria

Sulla scorta di quanto detto, quindi, il perché curare le vene varicose diviene facilmente comprensibile. Concluderei ricordando che il trattamento delle varici è un atto di “prevenzione secondaria”. Mi spiego. La “prevenzione primaria” è quella che serve a non far comparire una malattia (non fumare, fare attività fisica, avere una dieta bilanciata, non esporsi alle radiazioni o all’amianto e così via) mentre la “prevenzione secondaria” è quella che si effettua a malattia presente per prevenirne l’evoluzione e/o le complicanze. Così, trattando le varici mi metto a riparo dalle flebiti e dalle ulcere.


Terapie e trattamenti efficaci

Fermo restando il concetto basilare: le uniche terapie per le varici sono invasive e consistono nella chirurgia in primis e nella scleroterapia in casi selezionati.

Meglio la chirurgia laser o quella tradizionale?

La chirurgia personalmente la eseguo tradizionale in anestesia locale, associata a una lieve sedazione, e in day hospital mentre la scleroterapia prevede un accesso di pochi minuti in ambulatorio. Infine voglio sottolineare alcuni concetti derivati dalla Medicina Basata sull’Evidenza: non ci sono differenze tra chirurgia tradizionale e laser nel trattamento della safena ma quest’ultimo prevede spese molto maggiori, la scleroterapia è il gold standard nel trattamento dei capillari, delle vene reticolari e delle recidive, le calze elastiche non sembrano avere più alcun ruolo se non di sollievo soggettivo e i farmaci “per le vene” risultano veramente poco efficaci.

 

Bibliografia

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