Cos'è l'Arteriopatia obliterante periferica (AOP)?

L’arteriopatia obliterante periferica (AOP) è una patologia molto diffusa ed è spesso associata ad altre manifestazioni aterosclerotiche come la malattia coronarica e la vasculopatia cerebrale.

Quanto è grave?

Anche se non tutte le lesioni arrivano a manifestarsi clinicamente, la frequenza della AOP è sicuramente rilevante e può evolvere forme più avanzate di ischemia con complicanze così gravi per il paziente da portare all’amputazione dell’arto o alla morte.

L’AOP asintomatica, diagnosticata con test non invasivi, è presente nella popolazione tra il 3 e il 10, con un incremento fino al 15-20% nei soggetti di età >70 anni.
 

Stadi e principali sintomi

Per semplicità, dal punto di vista della sintomatologia, le AOP sono classificabili sulla base della gravità dei sintomi secondo i classici quattro stadi di Fontaine:

  • I stadio: si riferisce ai pazienti asintomatici. Le lesioni steno-ostruttive non sono emodinamicamente significative oppure lo sviluppo del circolo collaterale fornisce un adeguato compenso sia a riposo che durante l'esercizio fisico; 
  • II stadio: è caratterizzato dalla comparsa di claudicatio intermittens. Il dolore si sviluppa durante la deambulazione ed è riferito come crampiforme, preferenzialmente al polpaccio, alla coscia o al gluteo. Il paziente riferisce anche un senso di pesantezza all'arto colpito. La distanza percorsa senza dolori (intervallo libero) può variare da poche decine ad alcune centinaia di metri in base allo sviluppo del circolo collaterale;
  • III stadio: è uno stadio di ischemia più avanzata, con dolore severo localizzato al piede e presente anche a riposo, tanto da impedire il sonno;
  • IV stadio: rappresenta lo stadio estremo caratterizzato dalla necrosi tessutale. Questa può assumere le caratteristiche dell'ulcera ischemica o della gangrena.

La storia naturale dell’AOP può portare a una stabilizzazione, dovuta allo sviluppo di circoli collaterali o ad un adattamento metabolico del muscolo, oppure a una progressiva evoluzione verso quadri più severi con aumentato rischio di conseguente amputazione dell’arto.
 

Linee guida per il trattamento

È importante distinguere la CI da altre patologie che comportano algie agli arti inferiori, come la compressione delle radici nervose, la stenosi del canale midollare e quadri artrosici dell’arto inferiore.

Tutti i pazienti con fattori di rischio per AOP (fumo, ipertensione, iperlipidemia, diabete e/o familiarità), sintomatologia da claudicatio dell’arto o sintomi di Ischemia critica cronica dovrebbero essere sottoposti ad una accurata valutazione dell’anamnesi vascolare, ad una visita specialistica e a indagini diagnostiche come l’EcoColorDoppler o l’angioTC o angioRMN nei casi più severi.

Illustrazione 1 - Chirurgia Vascolare
 

Qual è la terapia più efficace?

Nel paziente arteriopatico, devono essere fatte una serie di valutazioni relative alle condizioni generali del paziente, l’eta biologica, le aspettative di vita e le implicazioni sulla vita di relazione lavorativa e familiare, la localizzazione e l’estensione delle lesioni, la storia naturale della malattia, la gravità della sintomatologia nonché le aspettative di miglioramento clinico ottenibili con le differenti opzioni terapeutiche. È possibile quindi modulare l'intervento terapeutico tra le diverse opzioni disponibili: controllo dei fattori di rischio, terapia riabilitativa, terapia medica e terapia chirurgica convenzionale, endovascolare (PTA e/o stent) o ibrida.
 


Illustrazione 2 - Chirurgia Vascolare                 Illustrazione 3 - Chirurgia Vascolare
 

Stenting della stenosi                 Bypass periferico



Bibliografia

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