dott. PP. Mariani, dott. G. Cerullo, dott. M. Giaracuni

Le lesioni isolate acute del legamento crociato posteriore sono considerate delle lesioni legamentose rare, causate da traumi a bassa energia, di solito negli sport di contatto a seguito di una caduta a ginocchio flesso con piede in flessione plantare. Molti autori raccomandano un trattamento conservativo per tutte le lesioni acute isolate altri invece sostengono che valga la pena consigliare un trattamento chirurgico al fine di evitare la comparsa di sintomatologia dolorosa a distanza di anni oppure il combinarsi di altre lesioni associate. Il reale problema nell’individuazione di una lesione isolata del LCP è la diagnosi precoce attraverso la clinica obiettiva e quella radiologica convenzionale. Tuttavia anche la diagnosi artroscopica delle lesioni interstiziali o parziali del LCP è di difficile esecuzione poiché alcune volte durante la visione artroscopica è evidenziabile solo la presenza di una zona emorragica in corrispondenza del rivestimento sinoviale. In questi casi è necessario con un palpatore, dopo aver aperto la guaina del rivestimento sinoviale, valutare accuratamente la continuità e l’integrità funzionale del legamento.

Solitamente la rottura del LCP avviene al terzo medio, mentre l’avulsione dal femore è evenienza rara e più frequentemente interessa il solo legamento a livello della giunzione fibrocartilaginea, senza alcuna bratta ossea, inquadrandosi nella lesione tipo “peel-off”, mentre l’avulsione dell’inserzione tibiale risulta comprendere anche la superficie ossea inserzionale. Attualmente, risulta condiviso in letteratura che la ricostruzione del LCP è artroscopica, utilizzando un trapianto a scelta del chirurgo. Discriminante per la scelta della tecnica e del trapianto è la tipologia della lesione anatomo-chirurgica. Alla presenza di una lesione di un solo fascio o di un cassetto posteriore modesto con integrità dei legamenti meniscofemorali, eseguiamo l’augmentation con il solo tendine semitendinoso raddoppiato invece nelle lesioni complete preferiamo la ricostruzione con tecnica transtibiale a singolo tunnel femorale, con visione transeptal, utilizzando i tendini dei muscoli gracile e semitendinoso duplicati o il tendine quadricipital mentre invece nell’avulsione ossea dalla tibia, eseguiamo la reinserzione per via artroscopica con fili di sutura transtibiali.