Che cos'è la cataratta?

Col termine cataratta si intende l'opacizzazione del cristallino naturale. Questa perdita di trasparenza impedisce alla luce di raggiungere normalmente la retina. Quindi, chi presenta questa malattia ha la sensazione di avere un progressivo annebbiamento della vista tale da rendere difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Illustrazione 1 - Oculistica


Esistono dei fattori di rischio?

Solitamente la cataratta è una conseguenza del processo di invecchiamento dell'occhio (cataratta senile). Infatti, è rara in età giovanile, anche se vi sono casi di cataratta nei bambini, quasi sempre congenita.

Anche altri fattori concorrono alla perdita di trasparenza del cristallino:
 
  • presenza di diabete mellito;
  • uso prolungato di farmaci (come il cortisone);
  • traumi all'occhio;
  • esposizione a radiazioni o quella costante ai raggi ultravioletti;
  • malattie a carico dell'occhio, come il glaucoma.
 

Con quali sintomi si manifesta?

Il sintomo più evidente della cataratta consiste nell'annebbiamento e nella progressiva riduzione della vista. Si avverte, inoltre, fastidio alla luce e disorientamento. Il campo visivo può risultare alterato, soprattutto se l'opacità non coinvolge l'intero cristallino ma prevalentemente una parte. Anche la percezione dei colori può essere alterata: le tonalità del blu, per esempio, vengono percepite in modo ridotto.
 

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi può essere fatta solo dall'oculista con un esame approfondito dell'occhio, per valutare se i sintomi riferiti siano dovuti all'opacizzazione del cristallino o possano dipendere da altre cause. Non sempre la cataratta viene riconosciuta attraverso i sintomi: può succedere che, nel corso di una visita oculistica per altri accertamenti, lo specialista si accorga della presenza del disturbo, non avvertito dalla persona.

Si ricorre alla lampada a fessura (il microscopio normalmente usato nelle visite oculistiche): vengono illuminate le strutture interne all'occhio e, con l'ausilio del microscopio, si analizzano le condizioni del cristallino. Se la luce non riesce a illuminare la sezione posteriore dell'occhio, significa che il cristallino (che si trova nella parte anteriore) è opaco. In genere è bene, poi, effettuare esami accurati e completi dell'occhio per rilevare la presenza di eventuali malattie concomitanti.
 

Come si cura?

Le cure sono di tipo chirurgico. l'intervento per l'asportazione della cataratta si svolge soprattutto attraverso la facoemulsificazione, una tecnica chirurgica così diffusa a livello mondiale che risulta essere seconda solo al parto, in termini di frequenza di applicazione.

L'intervento si svolge nel seguente modo: servendosi di un microscopio operatorio per ingrandire i dettagli dell'occhio, l'oculista pratica, in genere, un'anestesia topica (cioè instilla gocce di anestetico nell'occhio), molto efficace e ben tollerata; effettua, poi, una piccola incisione di 2-3 millimetri nella cornea, e introduce una minuscola sonda ad ultrasuoni che frammenta e aspira il cristallino opaco. Successivamente viene introdotta e impiantata, al posto del cristallino rimosso, una lente intraoculare artificiale che:
 
  • non provoca rigetto;
  • è di durata illimitata;
  • non richiede cure o manutenzione;
  • consente un aspetto normale;
  • non interferisce con la visione naturale.
L'intervento dura in media dai 15 ai 40 minuti ed è indolore. Al termine, l'occhio viene medicato con colliri antibiotici e generalmente protetto con una benda o un paio di occhiali da sole.

 

Ci sono complicanze?

Con le tecniche attuali il rischio di complicanze è molto basso, ma particolari precauzioni richiedono le persone immunodepresse, chi presenta problemi oculari complessi e chi soffre di malattie vascolari.

I rischi più seri sono costituiti da un'emorragia improvvisa ed incontrollabile (soprattutto in chi è molto anziano o soffre di problemi vascolari) e da un'infezione postoperatoria, più frequente in chi ha una riduzione delle difese immunitarie. Però, grazie all'impiego sempre più diffuso di materiale chirurgico monouso e a selezionati metodi di sterilizzazione, le infezioni sono state ridotte allo 0.01%. A distanza di tempo dall'intervento chirurgico, invece, può comparire la cosiddetta cataratta secondaria: si opacizza il sacco capsulare (il sacco in cui viene impiantato il cristallino artificiale). È sufficiente una semplice applicazione di laser per ridare trasparenza e nitidezza in modo definitivo.
 

Bibliografia

  • Wormald RP, Foster A. Cataract surgery. Br J Ophthalmol. 2004 May;88(5):601-2.