Come si riconosce l'insonnia? 

In questo disturbo si presenta uno stato di veglia durante le ore normalmente dedicate al sonno, si tratta della compromissione del sonno notturno che se perdura può provocare modificazione giornaliere. Infatti, bisogna capire se la tipologia di insonnia si limiti a creare un sonno disturbato, oppure sia la causa di disturbi più o meno rilevanti anche durante il giorno, come stanchezza, disturbi dell’attenzione e della memoria, ansia ed irritabilità, alterazioni dell’umore e sonnolenza.

L’insonnia infatti, è tanto più grave quanto peggiore è il suo impatto nelle azioni della vita quotidiana.

Illustrazione 1 - Neurologia

Quando parlare di insonnia?

L’insonnia può costituire un disturbo passeggero, legato per esempio a preoccupazioni imminenti, come impegni importanti, un esame universitario o un colloquio di lavoro, oppure può essere ritenuta una vera e propria malattia, per cui rappresenta un grave problema di salute.
 

Cosa caratterizza l’insonnia?

Esistono tipologie differenti di insonnia:

  • Difficoltà di addormentamento;
  • Risvegli notturni frequenti e difficoltà nel riaddormentamento;
  • Risvegli mattutini anticipati.

Questi disturbi possono anche essere associati tra loro, il che ovviamente peggiora nettamente la qualità del sonno. L’insonnia colpisce circa il 20-30% della popolazione dei paesi occidentali.
 

Quali sono i sintomi di chi soffre d’insonnia?

Le persone che soffrono di insonnia possono avere uno o più dei seguenti sintomi:

  • sensazione di stanchezza e pesantezza al risveglio;
  • difficoltà nell’addormentamento;
  • numerosi risvegli durante la notte;
  • risvegli anticipati al mattino;
  • senso di stanchezza generale durante le attività giornaliere;
  • irritabilità, umore instabile;
  • problemi di concentrazione e memoria.

 

Come si diagnostica?

La valutazione del paziente che soffre di insonnia deve essere molto accurata, essa include:

  • l'analisi dei sintomi di insonnia (difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni con fatica a riprendere sonno, risveglio mattutino precoce e/o stanchezza al risveglio);
  • la valutazione delle abitudini personali legate al sonno;
  • l’identificazione di comportamenti scorretti, attraverso l’aiuto di un convivente;
  • la ricerca di componenti fisiche ed emotivi che potrebbero contribuire.

Per una corretta valutazione del disturbo è frequentemente utile chiedere al paziente di prendere nota su un diario dell'ora in cui va a letto, della durata totale di sonno, dell'orario e della durata degli eventuali risvegli notturni, degli eventuali sonnellini durante le ore diurne.

Quali sono i principali esami clinici?

Oltre a questa analisi, si può ricorrere anche a strumenti neurologici ed il principale mezzo tecnologico per studiare il sonno in ambiente specialistico è l'elettroencefalogramma (EEG), una metodica in grado di tracciare una registrazione dell'attività elettrica del cervello durante le ore di sonno. L'EEG del sonno, definito anche 'ipnogramma', è facilmente ottenibile attraverso semplici elettrodi applicati sul cuoio capelluto, i quali captano la relativamente debole attività elettrica, generata a livello della corteccia cerebrale (lo strato più superficiale del cervello).

In alcuni casi vengono utilizzate metodiche aggiuntive per studiare specificatamente le fasi di sonno REM: in questo caso gli elettrodi vengono piazzati attorno agli occhi (elettro-oculogramma) per registrare i movimenti oculari rapidi, tipici di questo stadio del sonno, oppure vengono posti sopra i muscoli delle guance o del collo (elettromiogramma), con lo scopo di misurare l'attività muscolare.
 

Quali complicazioni comporta l’insonnia?

Le complicazioni di riscontro più immediato sono le sofferenze e i disagi diurni, in quanto l’insonnia, patologia della notte, fa pagare il suo prezzo durante il giorno. Oltre a stanchezza, sonnolenza e colpi di sonno, gli elementi ovviamente più frequenti, la persona che soffre di insonnia spesso lamenta mancanza di concentrazione, irritabilità, cali del rendimento e diminuita efficienza, che nei casi più gravi costituiscono motivo di rischio alla guida di autoveicoli e per la sicurezza sul lavoro.

L’insonnia non adeguatamente controllata si ripercuote negativamente sulle condizioni generali dell’organismo, aumentando la suscettibilità verso patologie di varia natura quali cefalea, dolori muscolari, disturbi gastrointestinali, alterazioni cardiocircolatorie.
In ogni caso, l’insonnia peggiora la qualità della nostra vita in modo generale, deteriora i rapporti interpersonali e può essere causa di assenteismo ricorrente e di dissapori familiari, fino a sfociare in disturbi invalidanti di natura psichiatrica quali l’ansia e la depressione.
 

Esistono rimedi per l’insonnia?

Se l’insonnia è dovuta ad una causa identificabile e temporanea, il trattamento viene indirizzato alla rimozione della causa stessa, tutte le volte che ciò è possibile. Ad esempio, se l’insonnia situazionale è dovuta a un disturbo doloroso, il trattamento è finalizzato al contenimento del dolore in modo che non interferisca con il sonno. Quando invece non è individuabile una specifica causa, spesso bisogna verificare che la persona che soffre di insonnia segua un’adeguata igiene del sonno, ossia alcune regole di base che aiutano a dormire bene. A fronte di insonnie persistenti è possibile fare ricorso a diversi tipi di approcci terapeutici, di tipo psicoterapico, o farmacologico

Il trattamento psicoterapico è efficace?

Alcuni trattamenti psicoterapici hanno dimostrato di essere efficaci contro l’insonnia, soprattutto la terapia cognitivo-comportamentale, le terapie di rilassamento, e la cosiddetta terapia di controllo dello stimolo

Cos’è la terapia cognitivo-comportamentale?

La terapia cognitivo comportamentale ha soprattutto l’obiettivo di ridurre lo stato d’ansia e di aspettativa negativa, oltre che di educare il paziente a seguire regole per il miglioramento della qualità del sonno. 

Cosa sono le terapie di rilassamento?

e terapie di rilassamento puntano allo stesso tempo a rilassare i muscoli, a migliorare il respiro e a ricercare uno stato di calma interiore.

Cos’è la terapia di controllo dello stimolo?

La terapia di controllo dello stimolo è invece basata sulla rottura del circolo vizioso che può crearsi tra l’andare a letto e l’insonnia: la persona teme l’insonnia e questo timore si esacerba proprio nel momento in cui va a letto. Il trattamento consiste allora nell’essere guidati dal terapeuta alla rottura di tale legame e infatti il paziente viene educato ad andare a letto solo al momento in cui ha veramente sonno, a non restare a letto se dopo 20 minuti non dorme, a non usare il letto per leggere, mangiare, lavorare al computer, e tutte le altre attività che possono interferire: il letto deve essere un luogo solo per dormire.

Quali sono i migliori farmaci contro l’insonnia?

Quando i trattamenti psicoterapici non funzionano o non è stato possibile utilizzarli, si può far ricorso ai farmaci, sempre tenendo conto di alcune condizioni di base, come l’età, la presenza o meno di uno stato di gravidanza, l’eventuale concomitanza di malattie renali, epatiche, respiratorie. Le categorie di farmaci utilizzate per l’insonnia sono le benzodiazepine e gli ipnotici non benzodiazepinici.

Le benzodiazepine favoriscono l’addormentamento, riducono il numero dei risvegli notturni, prolungano la fase 2 del sonno e riducono la durata relativa della fase REM. Entrambe queste categorie di farmaci possono dare alcuni effetti indesiderati, come sedazione diurna, senso di testa leggera, vertigini. Soprattutto per le benzodiazepine è segnalata la possibilità che un uso prolungato possa interferire con alcune funzioni mnemoniche e può crearsi dipendenza.

 

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