Cosa si intende per diabete mellito?

Il diabete mellito è conseguenza di un difetto di utilizzo del glucosio all’interno delle cellule.

Il glucosio è sostanza fondamentale per crescita, vita e funzione di tutte le cellule. Il glucosio come ogni altra sostanza tende a passare dal circolo ematico ove più abbonda all’interno delle cellule ove invece ve n’è meno perché continuamente consumato. Un enzima cellulare, esochinasi, che avvia il glucosio al suo consumo metabolico, facilita il passaggio. Ma, affinché il rapido consumo del glucosio non depauperi la cellula della sua riserva di energia, l’ormone.

L’Insulina attiva sulla membrana cellulare IRS (Insulina Receptor) per la trascrizione di glucotrasportatori (Glut-4) e di enzimi catalizzatori del metabolismo del glucosio fino alla sintesi di acidi grassi e aminoacidi, gli altri due ingredienti essenziali per la vita.

Il diabete mellito sarà conseguenza del venir meno di una o più di queste azioni e ciò potrà accadere per processi infiammatori distruttivi da autoimmunità anti-Insula (diabete tipo 1), o in conseguenza di fattori che negativamente interferiscono sulla attività del recettore insulinico (eccessi dietetici, obesità e sindrome metabolica), da infiammazione o tumori del pancreas.

Illustrazione 1 - Endocrinologia

Cos’è il diabete mellito monogenico?

Più rara (1-4 % della totalità dei casi di diabete mellito) è la evenienza di fattori genetici trasmissibili ma abbastanza frequente da suggerire attenzione nella diagnosi differenziale con le forme di diabete di altra natura.

C’è da aspettarsi che in questi casi il diabete si manifesti già nella infanzia ma talvolta l’esordio è tardivo, in genere entro i 25 anni e, oltre che la familiarità, quel che li caratterizza è che a differenza del diabete del tipo 1, per lungo tempo dall’esordio non saranno insulino-dipendenti. Per tali caratteristiche è stato coniato l’acronimo di MODY (Moderate Onset Diabetes in Youngs).

Sono state identificate almeno 14 mutazioni genetiche associate a questo tipo di diabete (MODY 1-14), ognuna comportante la compromissione di un passo nella lunga catena che dall’ingresso del glucosio nella cellula porta al suo utilizzo metabolico. Il gene alterato esprime in quasi tutti gli organi fattori coinvolti nei processi di crescita cellulare e la sua alterazione è diabetogena già in condizione di eterozigosi (trasmissione autosomica dominante), per cui nella discendenza c’è il 50% di incidenza della malattia da genitori eterozigoti, del 100 % da genitori omozigoti.  I difetti più frequentemente riscontrati in età adulta sono MODY 1, 2, 3 e rappresentano insieme 80-90 % dei casi di diabete famigliare.
 

Come ci si accorge di avere il diabete?

La diagnosi genetica del diabete MODY non viene fatta di routine ma solo in casi di particolare utilità, come il counseling in caso di matrimonio tra soggetti con storia famigliare di diabete. In genere la malattia si manifesta prima del 25° anno di età con iperglicemia. Le complicanze sono in genere tardive o inesistenti.

Spesso, il riscontro di iperglicemia è del tutto casuale (così come avviene per il diabete tipo 2) e può avvenire durante un check-up di routine. Pertanto, è possibile che il diabete MODY possa rimanere in forma silente (cioè, senza dare sintomi apparenti) fino alletà adulta e non essere mai scoperto.

Talora si fa diagnosi di diabete di tipo 2 mentre in realtà si tratta di soggetti MODY, con ovvie ripercussioni sfavorevoli di erronee impostazioni terapeutiche. Ciò accade quando il medico curante non è a conoscenza dellelevata familiarità per diabete, o non dà troppo peso alla presenza di una ridotta tolleranza al glucosio (IGT ) o di valori glicemici da prediabete.

 

Bibliografia

  • 2017 Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
  • DOTTORATO DI RICERCA IN: Scienze Mediche Generali e dei Servizi, Ciclo XXIX, Settore Concorsuale di afferenza: 06G1, Settore Scientifico disciplinare: MED 38.
  • TITOLO TESI Diabete monogenico nell'età pediatrica: nuovo approccio clinico-molecolare per una diagnosi accurata ed un appropriato trattamento.
  • Presentata da: Dott. Giulio Maltoni,Coordinatore Dottorato Relatore Prof. Luigi Bolondi Prof.ssa Laura Mazzanti.