Cos’è la tiroidite di Hashimoto?
La tiroidite di Hashimoto è una malattia molto diffusa in tutto il mondo, soprattutto tra la popolazione femminile.È certamente, la causa più frequente d’ipotiroidismo, perlomeno nelle zone in cui lo iodio ambientale è normale. La T. di Hashimoto, ha una patogenesi autoimmune, infatti sono presenti, invariabilmente, alti livelli circolanti di anticorpi antitiroidei, soprattutto anticorpi anti-TPO ma anche anticorpi anti-TG. Esiste una predisposizione genetica alla malattia, non ancora perfettamente identificata. Oltre alla predisposizione genetica, altri fattori di rischio, sono:
- sesso femminile;
- gravidanza;
- alcuni farmaci (amiodarone, litio, citochine);
- radiazioni;
- età;
- infezioni (epatite C).
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi si basa soprattutto sul reperto di valori molto alti di autoanticorpi, accompagnati da un aspetto caratteristico all’ecografia: nella prima fase, i segni ecografici sono aspecifici e si osservano un aumento del volume, con aree più o meno estese di aumento dell’ecogenicità (colore chiaro sul monitor) che possono associarsi ad incremento della vascolarizzazione; in fasi più avanzate si ha un aspetto tipico della tiroidite di Hashimoto che consiste in una disomogeneità diffusa, con strie fibro-cicatriziali.Qual è la terapia di riferimento?
La terapia dipende dal quadro clinico e laboratoristico. In caso di valori di TSH non troppo elevati e livelli normali di ormoni tiroidei, è possibile attendere ed eseguire controlli regolari ogni 6-12 mesi, a meno che non ci siano già fenomeni fibrotici. In presenza di un gozzo molto grande e/o che comprima le strutture vicine è indicata la terapia soppressiva (del TSH) con levotiroxina, che determina una rapida regressione del gozzo nella maggior parte dei casi. Anche in caso d’ipotiroidismo franco è indicato iniziare la terapia sostitutiva, sempre con levotiroxina.La chirurgia, invece, trova indicazione solo in pochissimi casi: quando il gozzo persiste anche dopo un periodo di terapia soppressiva, provocando fenomeni compressivi della trachea (con disturbi respiratori), dell’esofago (con disturbi della deglutizione) e/o dei nervi ricorrenti (con disturbi del linguaggio). In passato alcuni hanno somministrato cortisonici allo scopo di abbassare i livelli di autoanticorpi ma questo approccio è ormai in disuso, perché gli effetti collaterali superavano di molto i benefici ed anche perché, alla sospensione del trattamento, gli anticorpi tornavano alti.
Bibliografia
- Caturegli P, De Remigis A, Rose NR. Hashimoto thyroiditis: clinical and diagnostic criteria. Autoimmun Rev. 2014 Apr-May;13(4-5):391-7.