tratto dal Libro "Una Mela al Giorno", casa editrice Priuli & Verlucca

Non è possibile vivere senza stress. È il “sale della vita”. Ma, come il sale, quando è troppo può far male.
Quale il mecccanismo biologico? Qualunque situazione ambientale nuova viene captata e <processata> dalla corteccia cerebrale di un soggetto: se ritenuta potenzialmente pericolosa, si innesca una <reazione d’allarme>, cioè un’immediata attivazione neuro-ormonale che pone l'organismo in una stato di massima allerta e pronto alla risposta più adeguata all’evento minacciante. Si ha un rapido aumento dell’adrenalina e del cortisolo (prodotti dalla ghiandola surrenale), delle endorfine (sostanze prodotte principalmente del cervello, che, avendo un effetto biologico simile a quello degli oppiacei, sono anche dette <droghe interne>), e un’inibizione degli ormoni sessuali.

Le finalità di questo sommovimento sono ben precise: le endorfine esplicano un'azione di stimolo psicologico, inducendo ottimismo nella riuscita dell'impresa; l'adrenalina garantisce un adeguato afflusso di sangue là dove serve e fornisce un surplus di glucosio e di acidi grassi liberi come materiale energetico di pronto impiego; il cortisolo sensibilizza gli organi all'azione dell'adrenalina (azione permissiva); il blocco degli ormoni sessuali, infine,  serve a inibire desideri che potrebbero distrarre in una situazione d'emergenza. Questa attivazione neuro-ormonale dura fin quando dura  lo stato d’allerta  e ha in sè stessa la capacità di auto-limitarsi e auto-risolversi: l’eccesso di cortisolo in circolo, infatti, esercita una <retro-regolazione> (feed-back negativo) su alcune zone del cervello (ipotalamo e ipofisi), interrompendo la sorgente stessa dello stress.

Lo stress, quindi, è una <risposta adattativa> fisiologica dell’organismo, estremamente utile in particolari  circostanze, quando è necessario affinare le capacità di concentrazione, attenzione e discriminazione percettiva. Può, tuttavia, trasformarsi in causa di patologie (definite psico-somatiche) se gli stimoli inducenti (stressor) sono eccessivamente frequenti e prolungati, oppure se è vissuto dal soggetto in modo eccessivamente allarmato. Un evento, infatti, è recepito più o meno stressante secondo un sistema di lettura del tutto individuale condizionato dalla propria cultura, dalla propria esperienza, dalle proprie aspettative di vita e di lavoro. Alcuni soggetti hanno costituzionalmente una <soglia emotiva> così bassa che stimoli anche di scarsa entità possono produrre una risposta d’allarme importante. Esiste una predisposizione psichica particolare, definita personalità di tipo A, caratterizzata da marcata ambizione, senso dell'incalzare del tempo, astio latente, desiderio di dominare l'ambiente circostante e metterlo sotto il proprio controllo, per cui chi ne è portatore vive in uno stato di tensione perenne, <attivandosi> per qualsiasi situazione che non aderisca perfettamente a quella da lui prefigurata.

Un simile soggetto è destinato ad una attivazione neuro-ormonale  quasi continua, definita  stress cronico, e ha molte più probabilità di andare incontro a  patologie cardio-vascolari (ipertensione arteriosa, infarto del miocardio), gastroenteriche (ulcera peptica, colon irritabile, rettocolite  ulcerosa, morbo di Crohn), dermatologiche (dermatite e dermatosi di vario genere), psichiatriche (depressione, ansia), immunitarie (ridotta capacità di opporsi a virus, batteri, cellule tumorali) di  un soggetto con personalità “tipo B”, molto meno competitivo e ambizioso, che prende la vita come viene, dando una ragione scientifica al detto popolare <chi si accontenta gode>.