Vista e patente
La valutazione dei requisiti visivi è una tappa prioritaria per la concessione della patente di guida. I mezzi a motore vanno condotti “a vista” e il Codice della strada insiste molto sui controlli da effettuare; innanzitutto, sull’acutezza visiva, cioè quanto si vede da lontano, misurata in decimi.Ad esempio, se l’occhio normale vede dieci decimi, è tollerata e sufficiente per il conseguimento della patente auto una capacità binoculare complessiva di sette decimi, anche con la correzione di occhiali o di lenti a contatto.
L’esame viene effettuato misurando prima un occhio, poi l’altro, perché è necessario accertare singolarmente che l’acutezza visiva sia di almeno due decimi. Altrimenti il soggetto viene considerato monocolo e in tal caso deve possedere almeno otto decimi.
Si passa poi ad esaminare il campo visivo, che normalmente consente l’esplorazione continua dello spazio circostante e di aver consapevolezza della distanza relativa degli oggetti, degli ostacoli e soprattutto degli altri veicoli circolanti sulla strada. Nella visione binoculare, questo è molto ampio e consente, ad esempio, di stimare la velocità delle auto che vengono incontro, cosa molto utile per effettuare i sorpassi in sicurezza. Nel monocolo, questa funzione è ridotta e richiede maggior accortezza nella guida.
Moderni strumenti consentono di misurare anche la sensibilità all’abbagliamento, che si verifica quando l’auto che incrocia non utilizza gli anabbaglianti, uso prescritto dal Codice e che talvolta non è rispettato. L’abbagliamento è comunque pericoloso e in tal caso si consiglia di ridurre la velocità e di distogliere lo sguardo dalla fonte di pericolo. Altra cosa è la valutazione della visione crepuscolare, introdotta dal nuovo Codice, che prevede, fra l’altro, per le scuole guida, almeno due ore di addestramento in condizioni di visione notturna, circolando in strade urbane strette e larghe, con veicoli parcheggiati ai lati e no, affrontando incroci regolati da segnaletica verticale e da impianti semaforici.
Guidare di notte è più difficile?
Questo perché numerosi studi hanno accertato che guidare di notte è certamente più faticoso e pericoloso che di giorno. Si abbassano drasticamente le capacità visive, a cominciare dalla valutazione corretta delle distanze, dei colori e delle forme, mettendo quindi il cervello in condizioni di reagire in ritardo o di valutare erroneamente la velocità degli altri veicoli. Statisticamente, il traffico notturno è notevolmente più basso di quello diurno, eppure un terzo degli incidenti avviene di notte. Se sommiamo anche le condizioni atmosferiche sfavorevoli come pioggia o nebbia, si è visto che il totale degli incidenti sale al 70%.Per i guidatori professionali, autotrasportatori e pullman, si raccomanda di non superare le sei ore di guida notturna, perché si è accertato che l’insufficiente illuminazione può determinare irritazioni a carico della superficie oculare, la cornea, e causare quindi una riduzione della vista.
Inoltre, si deve tener conto che il campo visivo, durante la guida, si riduce in maniera proporzionale alla velocità del mezzo; pertanto, chi guida veloce è più soggetto ad errori. Infine, per chi guida col buio è importante sapere che la visione notturna è caratterizzata da una acuità visiva ben più ridotta, che la percezione dei colori è abolita. Addirittura, alcune ricerche hanno dimostrato che compare una miopia cosiddetta “notturna” con riduzione del “visus” anche di un decimo, che rende più difficile e più lenta la percezione degli ostacoli.
Cosa fare per migliorare la visione notturna?
Usare occhiali protettivi durante il giorno se l’insolazione è elevata; igiene oculare, anche semplicemente con acqua fredda durante i lunghi viaggi di trasferimento; abolizione del fumo, che costituisce un temibile fattore irritante; alimentazione sana e con abbondanza di frutta e verdura. Ricerche importanti hanno assegnato un ruolo primario alla vitamina A, presente in molti alimenti e vegetali e al “vaccinium myrtillus” che aumenta la velocità di rigenerazione dei pigmenti retinici, contenuto nei succhi a base di mirtillo e soprattutto nei frutti freschi.
Bibliografia
- Charman WN. Night myopia and driving. Ophthalmic Physiol Opt. 1996 Nov;16(6):474-85.