Cos’è
Il carcinoma colon-rettale (CCR) è al secondo posto per incidenza in entrambi i sessi dopo il tumore del polmone nell’uomo e della mammella nella donna.
In Italia, ogni anno, sono diagnosticati 30-50 casi di tumori del colon-retto ogni 100000 abitanti. Da 20000 a 30000 persone si ammalano ogni anno e la metà è destinata a morire a causa del tumore stesso.
Cosa provoca il tumore al colon retto?
Non esistono cause specifiche riconosciute per le quali viene dimostrata un'influenza diretta nello sviluppo di neoplasie colorettali, tuttavia vi possono essere alterazioni genetiche responsabili di una forma familiare/genetica di tumore colorettale. La poliposi adenomatosa familiare (FAP) ed il cancro colorettale ereditario non poliposico (HPNCC) sono due condizioni a trasmissione genetica associate ad un altro rischio di sviluppare neoplasie colo-rettali.
Il polipo adenomatoso è la più frequente causa di CCR essendo, infatti, il precursore dell’adenocarcinoma nella totalità dei casi di CCR (tranne in quelli ereditari non poliposici).
L’età (sopra i 50 anni), il fumo, la dieta (povera di fibre e ricche in grassi e proteine) e la presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali sono tutte condizioni associate ed un maggior rischio di sviluppo di tumori colorettali.
Quali sono i sintomi?
Il sanguinamento è il principale sintomo che deve spingere alla ricerca di una neoplasia colorettale dopo i 40 anni di età. Esso si può manifestare come sanguinamento rosso vivo se il tumore è localizzato nel retto o nella parte più distale del colon, o come melena (sangue “nero” digerito) quando il tumore è localizzato nella parte iniziale del colon (cieco/ascendente). È importante, quindi, non trascurare un sanguinamento anale, anche in presenza di ben chiare emorroidi. Per essere sufficientemente chiari, una delle principali cause del ritardo diagnostico di un tumore del colon o del retto, in presenza di un sanguinamento anale, è rappresentato dall’impropria attribuzione del sanguinamento stesso alla patologia emorroidaria.
Ulteriore sintomo è la recente modificazione delle proprie abitudini evacuatorie, con l’improvvisa insorgenza di stitichezza o l’alternanza di episodi di stipsi e diarrea, in individui normalmente “regolari”. Tale sintomo è spiegato dal fatto che il tumore restringe il lume intestinale rendendo meno agevole il transito intestinale e la normale e regolare progressione delle feci nel “tubo digestivo”.
Anche la presenza di muco nelle feci (mucorrea), è un sintomo di CCR.
Come si esegue la diagnosi?
La diagnosi si ottiene attraverso la colonscopia totale con biopsie sul tumore. L'Angio TC total body permette, solo successivamente, una stadiazione del tumore identificando potenziali localizzazioni secondarie del tumore (metastasi).Sono esami di approfondimento diagnostico di seconda intenzione:
- Ecografia epatica;
- risonanza magnetica;
- TAC/PET;
- ecografia transrettale.
Come si cura il tumore al colon retto?
La terapia varia in funzione della localizzazione e dello stadio della malattia. La chirurgia e la chemio-radioterapia pre/post-operatoria sono gli strumenti attualmente nelle mani dei clinici per combattere tale tumore. Il loro impiego viene scelto in concertazione multidisciplinare, al fine di garantire al paziente il massimo del beneficio con il minimo dei rischi e delle possibili complicanze.Come si può prevenire il tumore al colon retto?
Come per altri tipi di tumore, la prevenzione è essenziale per ridurre la gravità e l’insorgenza stessa del tumore. Deve essere eseguita una prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
La prevenzione primaria consta nell’assunzione di quelle abitudini di vita volte a ridurre la possibile comparsa (dieta adeguata, abolizione del fumo, trattamento delle malattie infiammatorie intestinali).
La prevenzione secondaria mira alla diagnosi precoce del tumore, sotto forma di polipo adenomatoso colorettale. I polipi adenomatosi sono polipi benigni che, con elevata probabilità, “si trasformeranno” in adenocarcinomi. Tutti i CCR tranne quelli associati alla Sindrome HNPCC, originano da polipi adenomatosi. I polipi adenomatosi sono spesso asintomatici e la loro diagnosi viene fatta attraverso la colonscopia che ne permette la completa asportazione; per tale ragione la prevenzione secondaria consta nella esecuzione di una colonscopia completa di screening dopo i 45 anni (per individui senza familiarità).
La prevenzione terziaria permette di ridurre le conseguenze indotte da una malattia ormai conclamata e si basa sull’applicazione di interventi volti a ridurre la gravità e le complicazioni indotte dalla malattia stessa.
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