La terapia ormonale sostitutiva è utile?

Questo articolo è un'ulteriore prova che la terapia ormonale sostitutiva in menopausa apporta più benefici che danni in assenza di fattori di rischio: 

  • elimina i sintomi che influiscono pesantemente sulla qualità della vita: vampate, sudorazione, secchezza vaginale con difficoltà di rapporti, e riduce notevolmente i rischi di frattura vertebrale e femorale da osteoporosi;
  • migliora il profilo glicemico, riducendo il rischio di diabete;
  • migliora il profilo lipidico, riducendo il rischio cardiovascolare nelle donne che iniziano il trattamento prima dei 60 anni o prima che siano trascorsi 10 anni dall'inizio della menopausa.
Illustrazione 1 - Ginecologia e Ostetricia


Una nuova revisione, pubblicata su CMAJ, raccomanda la terapia ormonale sostitutiva (HRT) in menopausa come prima linea di trattamento in donne prive di fattori di rischio.
I sintomi della menopausa, come vampate di calore, sudorazioni notturne e diurne, oltre ai disturbi del sonno, possono influire sulla salute, sulla qualità della vita, sull'attivita lavorativa e nelle relazioni sociali. Si possono manifestare fino a 10 anni prima dell'ultimo ciclo mestruale e/o durare per più di 10 anni.

La revisione mette in primo piano le evidenze più recenti concernenti diagnosi e trattamento dei sintomi della menopausa, nonché i rischi e i benefici delle terapie. La terapia ormonale sostitutiva apporta benefici, riducendo le vampate di calore nelle pazienti con sintomi da moderati a gravi. Svolge un'azione positiva sull'assetto lipidico e glucidico, riducendo rispettivamente il rischio cardiovascolare e la predisposizione al diabete. Diminuisce inoltre il rischio di fratture da osteoporosi dell'anca e della colonna vertebrale. 

 

La terapia ormonale sostitutiva comporta rischi?

Nonostante in precedenza sia stato dimostrato un aumento del rischio di tumore mammario, tale rischio è molto più basso nelle donne tra 50 e 59 anni e nelle donne che iniziano la terapia ormonale sostitutiva entro i primi 10 anni dall'inizio della menopausa. Vi sono studi che rilevano un incremento del rischio di ictus ischemico nelle donne di età superiore ai 60 anni che iniziano la terapia 10 anni dopo l'inizio della menopausa, ma il rischio diminuisce nelle donne di età inferiore ai 60 anni.

Nelle donne con fattori di rischio, o che non desiderano assumere la terapia ormonale sostitutiva, alcuni inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono alleviare i sintomi. Vanno tuttavia tenuti presenti gli effetti collaterali di questi farmaci sul sistema nervoso centrale e/o periferico.

A dispetto di alcune preoccupazioni, riguardanti un aumento del rischio di eventi avversi cardiovascolari con la terapia ormonale sostitutiva, vi sono prove crescenti che mostrano come la terapia sia associata a una possibile riduzione della malattia coronarica tra le pazienti che iniziano il trattamento prima dei 60 anni o entro 10 anni dalla menopausa.

È dunque fondamentale valutare gli eventuali sintomi presenti prima e durante la menopausa ed i potenziali fattori di rischio, al fine di personalizzare al meglio la scelta terapeutica che va comunque discussa con le pazienti in relazione alle loro preferenze personali.

 

Bibliografia

  • Vigneswaran K, Hamoda H. Hormone replacement therapy - Current recommendations. Best Pract Res Clin Obstet Gynaecol. 2022 May;81:8-21.
  • Hodis HN, Mack WJ. Menopausal Hormone Replacement Therapy and Reduction of All-Cause Mortality and Cardiovascular Disease: It Is About Time and Timing. Cancer J. 2022 May-Jun 01;28(3):208-223.