L’importanza dell’igiene orale in gravidanza

Durante la gravidanza le ecografie assumono un ruolo importantissimo per la neomamma che si commuove e si sorprende nel vedere che braccia, mani e gambine del suo piccolo siano già formate; spesso però non sa che fin dal secondo mese di gravidanza si stanno formando anche i denti. 

Illustrazione 1 - Ginecologia e Ostetricia


Nonostante sia noto che salvaguardare la salute del cavo orale della mamma è importante, pochi sanno quanto questo sia fondamentale per la futura salute dei denti del nascituro e di più per il buon esito della gravidanza e solamente il 30% delle donne si rivolge ad un dentista durante i mesi di attesa. 

 

Cosa fare per tutelare l’igiene orale?

Partendo dal presupposto che durante i nove mesi le mamme sono più motivate a cambiare alcune scorrette abitudini di vita, i primi consigli da fornire si riassumono come segue. 

Per prima cosa smettere di fumare e limitare, se non evitare, l'uso di alcolici e di sostanze stupefacenti. Il fumo, infatti, riduce la quantità di ossigeno che arriva al feto, danneggiando oltre che la formazione dei denti, anche tutto il resto dell'organismo del bimbo. 

Una corretta alimentazione sarà necessaria per assicurare alla mamma ed al bimbo un giusto apporto di vitamine; le più importanti sono le vitamine C e D ed il calcio che aiutano la mineralizzazione delle ossa e dei denti. Si raccomanda inoltre di evitare continui snack soprattutto di dolci che espongono i denti all’azione cariogena dei batteri. 

L'apporto di fluoro, sicuramente importante, è ancora controverso; non è infatti chiaro se basti bere acqua con un corretto quantitativo di tale elemento e usare un dentifricio al fluoro o se si debbano usare integratori durante l'intera gestazione. Alcuni dentisti consigliano di eseguire una fluoroprofilassi topica, che consiste nel mettere impacchi di gel di fluoro ad alta concentrazione a contatto con i denti per 3-5 minuti. 

 

Ormoni e salute delle gengive

Tutti questi aspetti dovranno essere integrati, se non preceduti, da un'accurata igiene orale. Durante la gravidanza, infatti, vi sono alte concentrazioni di ormoni estroprogestinici nel sangue; questi agiscono principalmente sulle mucose uterine e le fibre muscolari preparandole ad accogliere il feto che aumenta di dimensioni, ma anche sulla mucosa orale.

Le gengive diventano molto sensibili ed anche una minima quantità di batteri associata a scarsa igiene può portare a problemi gravi. In più gli ormoni funzionerebbero come fattori di crescita per alcuni batteri, come lo Streptococcus Mutans, il principale responsabile delle carie. 

Le gestanti hanno dunque una maggior predisposizione alla formazione di carie e questo dipenderebbe da un’associazione di fattori, tra cui i cambiamenti dietetici come l’incremento del consumo di carboidrati, l’aumento dell’acidità della saliva causato dal vomito, soprattutto nel primo trimestre, e dal reflusso acido dallo stomaco a causa dell’aumento di lassità dello sfintere esofageo e della compressione esercitata dall’utero gravido, nei trimestri successivi. A questo si aggiunge la diminuzione della risposta immunitaria in gravidanza. 

Non dimentichiamo, quindi, che carie non trattate possono portare ad ascessi o celluliti del volto e del collo. Esiste altresì una correlazione tra condizioni di igiene e salute orale nelle madri e lo sviluppo di carie nei figli; ridurre la presenza dello Streptococcus Mutans nella bocca della mamma fin dalla gravidanza diminuisce la possibilità di carie nel bambino nelle età successive. 

Le gengiviti in gravidanza insorgono con una frequenza tra il 60 e il 75% dei casi e circa la metà delle donne che soffrono di tale patologia sviluppa un’esacerbazione durante la gestazione. Più frequentemente il danno iniziale è un arrossamento delle gengive, talvolta associato a sanguinamento specialmente durante lo spazzolamento. Queste lesioni, se riconosciute e curate, sono reversibili; se trascurata invece, la gengivite può portare a lesioni infiammatorie più gravi, tipo l’epulide gravidica, che va rimossa chirurgicamente, o la parodontite, che determina la perdita di osso alveolare e di stabilità del dente fino, nei casi più gravi, alla perdita di quest’ultimo. 

A tutti questi aspetti si aggiungono i possibili danni fetali che possono derivare dalla cattiva igiene orale. 

 

Malattie delle gengive e gravidanza

La malattia parodontale non trattata in donne gravide può costituire un serio fattore di rischio per nascite premature e di bimbi di basso peso, nonché di malattie strettamente legate alla gravidanza come la preeclampsia. Ci sono evidenze che l’infezione possa infatti trasmettersi al tratto genitale ed urinario. Il meccanismo prevederebbe la formazione di tossine da parte dei batteri del cavo orale e la mediazione di sostanze infiammatorie prodotte dalla mamma come prostaglandine ed interleuchine. Da non dimenticare il dato che le mamme con il diabete sono nove volte più predisposte a sviluppare la malattia parodontale. 

È quindi sicuramente opportuno seguire un corretto programma di igiene quotidiana ed eseguire controlli dal dentista preferenzialmente nel periodo prima di un’eventuale gravidanza fino all’intera durata della gestazione. La gengivite in gravidanza è, infatti, strettamente correlata allo stato delle gengive nel periodo precedente la gravidanza. Elemento fondamentale da tenere in considerazione per rassicurare le future mamme è la sicurezza e l’efficacia delle cure in gravidanza. 

Il momento ottimale per effettuare le procedure è il secondo trimestre, tra le 14 e le 20 settimane, quando l’organogenesi è completa, il rischio di abortività e teratogenicità è più basso e la donna può stare sul lettino supina comodamente senza problemi di dispnea o lipotimia da compressione della vena cava. Comunque, cure urgenti devono essere tassativamente offerte in qualsiasi epoca gestazionale. 

Ove sia strettamente necessario e qualora le cure non siano differibili a dopo il termine della gravidanza, è possibile eseguire serenamente anche una radiografia, sebbene utilizzando apposite protezioni per il feto. Anche per quanto riguarda l’uso di amalgama dentale non vi sono evidenze di tossicità per la mamma e per il nascituro, poiché l’esposizione al mercurio normalmente presente è, ad esempio, infinitesima rispetto al mercurio presente nel pesce, comunque consigliato nella dieta della donna in gravidanza. In aggiunta a quanto sopra citato, a tutti i dentisti sono state fornite precise linee guida su quali farmaci utilizzare per le pazienti gravide sia per il dolore che per le eventuali terapie ed anestetici a seconda del periodo di gestazione. 

 

Come fare prevenzione?

Riassumendo, il programma di prevenzione per la mamma in gravidanza prevede: 

  • Istruzione alla corretta igiene orale con spazzolino, filo interdentale e dentifricio al fluoro almeno 2 volte al giorno. Risciacquare la bocca con acqua e bicarbonato dopo eventuali episodi di vomito per minimizzare l’azione che l’acido provoca sullo smalto dentale favorendo la carie;
  • assumere antiemetici ed antiacidi su consiglio del medico quando necessario per minimizzare l’erosione dello smalto da parte della saliva acida;
  • cura delle carie attive e delle infiammazioni gengivali;
  • nel caso in cui la mamma presenti un elevato rischio di carie, applicazione di vernici e somministrazione di clorexidina e fluoro, principalmente sotto forma di collutori o gomme da masticare;
  • Visite dentistiche trimestrali

 

 Bibliografia

  • Silk H, Douglass AB, Douglass JM, Silk L. Oral health during pregnancy. Am Fam Physician. 2008 Apr 15;77(8):1139-44.
  • Hartnett E, Haber J, Krainovich-Miller B, Bella A, Vasilyeva A, Lange Kessler J. Oral Health in Pregnancy. J Obstet Gynecol Neonatal Nurs. 2016 Jul-Aug;45(4):565-73.