Cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono cuscinetti venosi situati all’interno del canale anale che permettono, al momento dell’evacuazione, un “accompagnamento” non-traumatico del cilindro fecale dall’interno del retto all’esterno.

Svolgono, inoltre, un ruolo nel mantenimento della continenza, offrendo agli un cuscinetto elastico che si modella sul canale rendendolo impermeabile.

Per un meccanismo non ancora del tutto conosciuto, (la principale causa o eziopatogenesi rimane ancora non chiara) tali vene o cuscinetti venosi possono andare incontro a vari di tipi di complicanze che si inquadrano in una condizione morbosa definita come Malattia Emorroidaria.
 

Illustrazione 1 - Chirurgia Proctologica e Proctologia


Perché vengono le emorroidi?

Le cause sono:

  • stipsi cronica;
  • aumento della Pressione Venosa nel circolo Portale (Insufficienza epatica);
  • aumento della Pressione Addominale ed intra-addominale (Gravidanza).

Vi sono, inoltre, anche concause ed abitudini di vita che ne favoriscono la comparsa:

  • mantenimento protratto della posizione eretta;
  • sforzi fisici addominali protratti;
  • vitto povero in fibre;
  • alimentazione povera di liquidi;
  • sedentarietà eccessiva;
  • sovrappeso;
  • abuso di alcool, tabacco, spezie.

Come si fa a capire se si hanno le emorroidi?

Le emorroidi possono manifestarsi con sintomi differenti in funzione delle complicanze a cui danno vita e che determinano. Per essere chiari, ad ogni complicanza emorroidaria si associa uno o più sintomi:

  • dolore acuto anale, si presenta in presenza di una trombosi emorroidaria acuta. La trombosi è una complicanza delle emorroidi. Vi è la comparsa di una trombosi (coagulazione del sangue presente all’interno della vena emorroidaria) che si osserva quando il gavocciolo venoso viene “strozzato” all’esterno dell’ano ed il sangue non riesce a defluire.
  • insanguinamento anale, si presenta quando il gavocciolo venoso congesto e repleto di sangue si rompe dando vita al sanguinamento (che avviene sia spontaneamente, sia in occasione dell’evacuazione);
  • presenza di noduli anali esterni e di prolasso, si verifica quando cronicamente le vene emorroidarie e la mucosa ano-rettale prolassano esternamente (fuoriescono) e non riescono più a rientrare.
  • bruciore e prurito anale, si presentano quando alle emorroidi si associa la presenza di una ragade anale (si veda il paragrafo dedicato). Sono determinati dall’irritazione provocata dall’esposizione della sottomucosa o del muscolo al transito delle feci per effetto della fissurazione della mucosa. La ragade non è, infatti, altro che una ulcerazione o fissurazione della mucosa anale. Il prurito è conseguenza della perdita involontaria (soiling) di muco anale, tale secrezione possiede PH acido e tende ad irritare la cute perianale causando anche severe dermatiti perianali.
  • tenesmo, presenza di continuo stimolo evacuatorio anche dopo l’evacuazione stessa. Esso è, infatti, conseguenza della presenza delle emorroidi congeste all’interno del canale anale che simulano, per ingombro, la presenza delle feci.

I sintomi sopra riportati sono caratteristici della patologia emorroidaria, ma non specifici. Ciò vuol dire che altre patologie possono manifestarsi con gli stessi sintomi. E’ importante, quindi, non trascurare un sanguinamento anale. Quest’ultimo, anche in presenza di ben chiare emorroidi, può essere il segnale di ben più gravi patologie. Per essere sufficientemente chiari, una delle principali cause del ritardo diagnostico di un tumore del colon o del retto, in presenza di un sanguinamento anale, è rappresentato dall’impropria attribuzione del sanguinamento stesso alla patologia emorroidaria.

Come escludere altri disturbi e patologie?

Tutti i pazienti studiati per lesioni anorettali dovrebbero essere sottoposti in una fase successiva a colonscopia per poter escludere:

  • polipi;
  • neoplasie;
  • malattie infiammatorie croniche intestinali.

Questa raccomandazione diviene particolarmente stringente per gli individui di età superiore ai 40 anni.

 

Quanti tipi di emorroidi esistono?

Le emorroidi si classificano in:
  • I grado: emorroidi interne;
  • II grado: emorroidi che fuoriescono esternamente al ponzamento ed alla defecazione, ma “rientrano” spontaneamente al termine della stessa;
  • III grado: emorroidi esterne che rientrano sono con manovra manuale o digitale;
  • IV grado: emorroidi complicate (trombosi, prolasso, ecc).

Quale esame fare per capire se si hanno le emorroidi?

La visita proctologica, chirurgica e specialistica in particolar modo, con l’ausilio dell’ano/rettoscopia permettono di fare corretta diagnosi e diagnosi differenziale.
 

Come curare le emorroidi?

Per le emorroidi di I e II grado il trattamento è conservativo. Un cambiamento delle abitudini di vita, comportamenti igienico-alimentari appropriati e l’uso eventuale di integratori di fibre, permettono un miglioramento della patologia o l’aggravamento della stessa. L’alimentazione ricca di fibre, associata al consumo di ampi volumi di acqua, l’integrazione alimentare di fibre vegetali purificate o di blandi lassativi o, ancora di pro-cinetici per correggere una eventuale stitichezza, ma anche l’abbandono della sedentarietà, la perdita di peso e l’interruzione di attività favorenti la comparsa delle complicanze, sono tutti i migliori “trattamenti” delle emorroidi di I e II grado. 

In presenza di sanguinamento, tuttavia, non trascurate il sintomo e, anche se il sanguinamento tende a regredire, consultate il vostro medico di base. Nell’episodio acuto o crisi emorroidaria è, tuttavia, necessario integrare una terapia farmacologica adeguata e differenti trattamenti sistemici o locali sono presenti sul mercato.

Per le emorroidi di III e IV grado il trattamento è chirurgico e - solo temporaneamente - farmacologico per la cura dell’episodio acuto. 

 

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