<Donna barbuta è sempre piaciuta>.

Mai proverbio ha avuto un più chiaro intento consolatorio e ha goduto di minore credibilità. Tanto meno ai giorni nostri in cui le immagini-simbolo che rimbalzano dai settimanali femminili e  di opinione sono quelle di splendide fanciulle liscie e levigate, senza l'ombra di un pelo.
Per adeguarsi a tali glabri modelli moltissime donne, <novelle Sisifo>, si sottopongono alle più estenuanti fatiche: si radono (con rasoi a mano o elettrici), si depilano (con cerette calde, fredde, alle alghe, al miele), si affidano a mani esperte per un'elettrolisi o per un’elettrocoagulazione <definitiva>; ma loro, i peli, irrimediabilmente ricrescono.
È una lotta continua, di cui spesso fanno le spese anche i peli innocenti, quelli normali, quelli che avrebbero tutto il diritto di stare nelle zone fisiologicamente loro assegnate.    

Il problema diventa ancora più stressante quando esiste un reale eccesso di peluria, una iperpelosità, che viene definita ipertricosi quando conserva una distribuzione tipicamente femminile (ascelle, pube, avambracci e gambe), irsutismo quando invece interessa zone che nella donna dovrebbero essere esenti da peli (volto, addome, solco intermammario, zone periareolari della mammella, dorso delle mani, coscie, braccia).

Molte volte questa iperpelosità è espressione di una caratteristica costituzionale (è molto diffusa fra le donne del bacino mediterraneo), perciò detta idiopatica: a livello di follicolo pilifero vi sarebbe un eccesso di un enzima, la 5-alfa-reduttasi, che trasforma il testosterone in un ormone ancora più potente, il diidro-testosterone, proprio come per l’acne.
Ma non è raro, invece, che l'eccesso di peluria sia la parte emergente, la più evidente, di una disfunzione ormonale che determina una iper-produzione di androgeni, per la quale è consigliabile che il terapeuta sia l'endocrinologo e non l'estetista.

La endocrinopatia può essere a partenza ovarica o surrenalica. La patologia di gran lunga più comune alla base di un irsutismo è la policistosi ovarica. Il rischio di incorrere in questa patologia è maggiore se la paziente è in soprappeso perché l’iperinsulinismo associato a questa condizione stimola la la produzione ovarica di androgeni.