Cosa si intende per puerperio?

Per puerperio si intende il periodo che va dall’espulsione della placenta a circa 6 settimane dopo il parto. Durante questo periodo l’apparato genitale e il corpo in generale tornano gradualmente allo stato normale, ad eccezione del seno che svolge l’importantissima funzione dell’allattamento.

Illustrazione 1 - Ginecologia e Ostetricia


Come affrontare i primi giorni dopo il parto?

Dopo un parto per via vaginale resterete per circa un paio d’ore in osservazione in prossimità della sala parto distese su un lettino volante. Se il bambino non ha problemi ve lo lasceranno vicino, ed insieme a voi potrà stare anche il papà e potranno venire a salutarvi per qualche minuto anche alcuni altri familiari. Già in queste prime ore potete cominciare ad attaccare il bambino al seno, perché la suzione favorisce la montata lattea.

Il personale, intanto, registra la nascita chiedendovi i dati anagrafici ed il nome che volete dare al bambino. Attenzione indecisi, questa è l’ultima occasione che avete di cambiare il nome!
Questo periodo di osservazione serve soprattutto a controllare che la perdita di sangue sia nei limiti normali. Dopo circa un paio d’ore arriverà l’ostetrica, che esamina la quantità della perdita e, a volte piuttosto rudemente, vi schiaccerà il basso ventre per vedere se fuoriesce troppo sangue e per valutare se l’utero è contratto. Se va tutto bene a questo punto vi porteranno nel vostro letto.

Se la ve la sentite potete alzarvi anche subito, ma la prima volta fatelo lentamente e in presenza di qualcun altro che possa sostenervi nel caso abbiate un abbassamento di pressione, perché sarete stanche e avrete perso sangue durante il parto. Se non ve la sentite, fatevi una bella dormita, e alzatevi dopo qualche ora. Mettete una guaina se la muscolatura addominale è molto rilassata.

Se avete fame o sete, potete mangiare e bere anche subito dopo il parto qualcosa di leggero.
In alcuni ospedali, per qualche giorno dopo il parto, vengono somministrati dei farmaci per far contrarre l’utero. Nelle donne che non possono allattare si somministrano dei farmaci per inibire la lattazione, e vi verrà fatta un’iniezione di siero anti-D se siete Rh negativa e il vostro bambino Rh positivo.

Se vi è stata fatto l’episiotomia avrete dolore o fastidio nella zona perineale. Abbiate pazienza, starete molto meglio quando vi toglieranno i punti! L’ostetrica controlla giornalmente la ferita e vi insegna come tenerla pulita. Se ci sono dei punti da togliere, di solito vengono rimossi dopo 4-5 giorni.

Anche le emorroidi possono dare parecchio fastidio dopo il parto; se vi fanno male, chiedete all’infermiera di darvi una pomata.

In alcuni ospedali è previsto che il neonato stia in una culla nella stanza con la mamma (rooming-in). Naturalmente questo è possibile solo se vi sono delle camere singole o doppie; in questo caso solo il papà può entrare nella stanza, per evitare che il bambino venga a contatto con troppo persone.
 

Quando si viene dimessi dall'ospedale dopo il parto?

La dimissione dall’ospedale avviene da 1 a 5 giorno dopo il parto, a seconda dell’ospedale, di come sta la mamma e di come sta il bimbo. A Milano si sta sperimentando la dimissione precoce: la mamma esce con il bimbo il giorno dopo il parto, e un’ostetrica del consultorio di zona va a visitarla ogni giorno controllando che tutto vada per il meglio.

Dopo un taglio cesareo, invece ,la degenza è un po’ più lunga, con un ricovero di 5-7 giorni.
Se avete fatto l’anestesia generale per qualche ora vi sentirete piuttosto confuse, e rimarrete in uno stato di dormiveglia, mentre sarete del tutto coscienti se avete avuto l’anestesia spinale o peridurale. Se fate questo secondo tipo di anestesia a volte anche il padre, se se la sente, può rimanervi vicino durante l’intervento. Dopo, avrete sicuramente dei dolori addominali, determinati oltre che dalla ferita anche dalle contrazioni dell’utero che si sta rimpicciolendo, e se è il caso il medico vi somministrerà un antidolorifico.

 

Come sono i primi giorni dopo il parto?

Per 1-2 giorni verrete nutrite per via endovenosa, ma potrete cominciare a bere piccole quantità di liquidi qualche ora dopo l’intervento. Dopo un paio di giorni si può cominciare a mangiare qualcosa di leggero per passare gradualmente verso il 5° giorno ad un’alimentazione normale.

Vi aiuteranno ad alzarvi il giorno dopo l’intervento, perché è importante riattivare la circolazione degli arti inferiori per evitare embolie. Soprattutto dopo un cesareo, è utile indossare una guaina elastica, per ridurre lo sforzo cui sono sottoposti i muscoli. Nel giro di 4-5 giorni riprenderete a muovermi normalmente.

Il medico controlla la ferita tutti i giorni, dopo 5 giorni si comincia a togliere qualche punto e dopo 7 giorni, se non ci sono complicazioni, si tolgono tutti. Invece dei punti ci possono essere delle graffe di metallo, oppure una sutura continua. Oltre ai farmaci per far contrarre l’utero, dopo un cesareo a volte vengono somministrati degli antibiotici.

La montata lattea avviene normalmente anche in caso di taglio cesareo. Durante la degenza in ospedale le infermiere della nursery danno ai genitori molti utili consigli di puericultura: insegnano alla mamma e al papà come si cambia il pannolino, come si veste il bimbo, come gli si fa il bagnetto, come si medica il moncone dell’ombelico, come si fa la pesata. Questo è molto importante perché i bambini sembrano ai neo-genitori delle cose fragilissime e pericolosissime da maneggiare, quindi se si comincia a prendere dimistichezza già in ospedale si riducono le crisi di panico tra le mura domestiche.

La puericultrice insegna anche alla mamma come fare ad allattare: la posizione da assumere, come attaccare il bambino, cosa fare se il bimbo non vuole succhiare, e vari altri trucchi del mestiere.

Alla dimissione, il medico di guardia vi farà una visita ginecologica per controllare che l’utero sia normalmente involuto (cioè che sia tornato piccolo), che non vi siano eccessive perdite ematiche dalla vagina e che la ferita dell’episiotomia o del taglio cesareo abbia un aspetto normale.

Spesso, il medico dell’ospedale rilascia una prescrizione con dei farmaci polivitaminici, ferro, acido folico e calcio per aiutare la mamma durante l’allattamento.

 

Quanto tempo impiegano gli organi genitali dopo il parto per tornare “normali”?

Subito dopo l’espulsione della placenta, l’utero comincia a contrarsi e le sue dimensioni si riducono fino a tornare normali nel giro di circa un mese dopo il parto (involuzione uterina). Nei primi giorni dopo il parto queste contrazioni possono essere anche abbastanza dolorose, soprattutto nelle donne che hanno già un altro figlio (morsi uterini), anche perché a volte vengono somministrati dei farmaci proprio per stimolarle Anche durante l’allattamento si ha secrezione di ossitocina, un ormone in grado di causare contrazioni uterine, che vengono avvertite dalla puerpera come dei dolori mestruali.

Nei primi giorni dopo il parto ci sono delle perdite di sangue piuttosto abbondanti, simili a mestruazioni, che durano circa una settimana. Poi, per tutto il primo mese ci possono essere delle perdite meno abbondanti, di colore rosato o marrone scuro, che sono dette lochiazioni.

Per evitare complicazioni infettive, visto che il canale cervicale è ancora un po’ dilatato, durante il primo mese è preferibile non usare assorbenti esterni e cambiare spesso quello esterno. Per l’igiene intima non usate lavande interne e lavatevi con un buon detergente intimo a pH acido, e per i primi 15 giorni preferite la doccia al bagno.

La vulva e il perineo riprendono abbastanza rapidamente il loro aspetto di prima della gravidanza. Però l’episiotomia, nonostante sia ben cicatrizzata, può continuare a dare fastidio per qualche mese, specialmente nei rapporti sessuali.

Inoltre, durante il parto, il muscolo del perineo (che si chiama elevatore dell’ano) si stira enormemente e a volte dopo il parto rimane molto rilassato. Questo può causare un abbassamento dell’utero, che con il tempo potrebbe trasformarsi in un vero e proprio prolasso, un’incontinenza urinaria o una difficoltà a trattenere l’urina, e scarsa sensibilità durante i rapporti. 

 

Come evitare il prolasso uterino?

Per ovviare a questi problemi attualmente, già nei corsi di preparazione al parto, si insegnano degli esercizi per tonificare la muscolatura perineale, da eseguire sia prima che dopo il parto, almeno per tutto il primo mese:

  • quando andate a fare pipì, cercate di interrompere il flusso almeno 3 volte durante la minzione. Così facendo si obbliga il muscolo perineale a contrarsi e si prende coscienza della sua esistenza. Questo esercizio viene chiamato pipì stop;
  • quando avete ben capito la localizzazione e la funzione del muscolo del perineo, esercitatelo eseguendo almeno una ventina di volte al giorno delle contrazioni: stringete come per trattenere la pipì e mantenete contratto per qualche secondo. Fate attenzione a non aiutarvi né con i muscoli addominali, che devono rimanere rilassati, né con i muscoli dell’interno della coscia. Facendo questo esercizio non c’è bisogno di assumere una posizione particolare: potete farlo da sdraiate, da sedute magari guardando la televisione, o anche in piedi.
Illustrazione 2 - Ginecologia e Ostetricia


Gli esercizi per la muscolatura del perineo devono precedere gli alti esercizi di ginnastica, che molte mamme decidono di fare per ritornare alla forma fisica di prima della gravidanza. Infatti, se si eseguono gli esercizi addominali con un muscolo elevatore dell’ano ancora poco o per niente tonico, si rischia di peggiorare l’abbassamento dell’utero e il rilassamento del muscolo, perché questi esercizi aumentano la pressione addominale determinando una spinta verso il basso. Può addirittura succedere che dopo l’inizio di un corso di ginnastica che non prevede esercizi per la muscolatura del perineo, si verifichi un’incontinenza che prima non c’era.

La prima mestruazione dopo il parto si chiama capoparto. Può essere piuttosto abbondante, quindi non spaventatevi se questo si verifica. Nelle donne che non cominciano nemmeno ad allattare il capoparto si verifica di solito da 30 a 40 giorni dopo il parto, mentre se una donna allatta, anche a lungo, le mestruazioni possono anche non esserci per tutto questo periodo (vedi allattamento).

 

Quando riprendere i rapporti dopo il parto?

Già 20-30 giorni dopo il parto si può riprendere ad avere rapporti sessuali. Molto spesso, però, c’è un calo del desiderio causato da vari fattori: 

  • paura del dolore, 
  • stanchezza,
  • riduzione della libido dovuta alla particolare situazione ormonale del puerperio. 

Non preoccupatevi, perché nel giro di qualche settimana questi problemi si risolveranno da soli, anche se è innegabile che con i figli in giro le occasioni di intimità bisogna crearsele, non si presentano più tanto facilmente come prima! È molto importante sottolineare che, anche durante l’allattamento e anche in assenza di mestruazioni, è possibile rimanere incinta, per cui è necessario adottare un metodo anticoncezionale sicuro se non si desidera subito un’altra gravidanza.

 

Si possono usare contraccettivi?

Se non si allatta, si può optare per la pillola estroprogestinica, la spirale, il preservativo o il diaframma. La pillola si può cominciare appena si presenta la mestruazione, la spirale si può inserire anche durante la visita la visita di controllo dopo il parto (anche nelle donne che hanno avuto un cesareo).

Se, invece, state allattando, potete usare la minipillola (a base di solo progestico) o mettere la spirale.

 

Cosa succede psicologicamente a una donna dopo il parto?

La gravidanza, il parto e il ritrovarsi in casa con un neonato sono degli eventi bellissimi ed entusiasmanti, ma che incidono enormemente sia sul fisico che sull’emotività. È quindi abbastanza frequente che non siate psicologicamente preparate ad affrontarli nel modo migliore, ed è piuttosto facile che, dopo l’euforia dei primi giorni, vi ritroviate a piangere per un nonnulla e che tutte le piccole difficoltà che sicuramente si presentano vi sembrino degli ostacoli insormontabili. La tensione psicologica che vi ha accompagnato per tutta la gravidanza registra il suo culmine al parto, dopodiché, come spesso succede dopo il raggiungimento di un obiettivo tanto sospirato, ci si sente come svuotate e prive di scopo e di energia.

Questa situazione viene definita “depressione post-parto”, che è un termine abbastanza improprio perché in realtà si tratta solo di una reazione di adattamento psicologico alla nuova situazione, e non di una vera e propria depressione, fenomeno fortunatamente molto più raro e che del resto può insorgere in qualsiasi fase della vita.

Per reagire tenete presente che:

  • le vostre reazioni sono determinate in gran parte dalla stanchezza fisica e dalla mancanza di sonno (il bambino mangia anche di notte!). Appena vi rimetterete in sesto fisicamente e potrete dormire un po’ di più, quelle che prima vi sembravano delle montagne vi appariranno come delle collinette;
  • anche il subitaneo cambiamento delle condizioni ormonali ha un grosso peso nel determinare la vostra fragilità psicologica, ma è un fenomeno transitorio al quale il fisico si abitua molto presto;
  • cercate di non essere maniacali sull’orario, sulla quantità e sul numero dei pasti, sulle pesate, sul bagnetto quotidiano, sull’ordine della casa. Essere un po’ elastiche, senza cercare di fare proprio tutto nel miglior modo possibile, vi aiuterà a rilassarvi e a dare il giusto peso alle cose. Mentre il bambino dorme, è più salutare per il vostro equilibrio psichico leggere un libro o schiacciare un pisolino piuttosto che mettere in ordine il salotto;
  • la mamma è indispensabile, ma per qualche ora il bambino ne può benissimo fare a meno. Se siete stanche non cercate di fare tutto lo stesso, perché probabilmente arriverete ad un punto in cui non sarete in grado di fare proprio un bel niente. Fatevi aiutare dal papà, dalla mamma, dalla suocera, dalle amiche e dalle zie, senza pensare che solo voi sapete fare le cose come si deve e che solo con voi il bambino sta tranquillo;
  • cercate di trovare degli spazi per voi stesse, per fare shopping, fare ginnastica, andare al cinema o uscire con le amiche. Insomma, per qualche ora ogni tanto, dimenticate di essere mamma;
  • prendetevi cura del vostro aspetto, vestendovi bene, truccandovi, andando dal parrucchiere, cercando di smaltire i chili di troppo, perché se lo specchio vi rimanda un’immagine insoddisfacente di voi stesse, il vostro disagio interiore non farà che aumentare.
Illustrazione 3 - Ginecologia e Ostetricia
 

Quando è necessario fare una visita di controllo dopo il parto?

Dopo circa 6 settimane dal parto è opportuno fare una visita di controllo presso il ginecologo. Questa visita ha la finalità di:
  • controllare che l’utero sia normalmente involuto, cioè che sia tornato di piccole dimensioni;
  • controllare la cicatrizzazione dell’episiotomia;
  • valutare il grado di tonicità del muscolo perineale e insegnare, se la donna già non la conosce, gli esercizi di ginnastica perineale;
  • fornire consigli sulla contraccezione.


 

Bibliografia

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