Igiene intima femminile: quali prodotti usare?

Il pH è l'indicatore che misura il grado di acidità: esso è neutro a 7, acido per valori inferiori a 7 e alcalino per valori superiori. Il pH vaginale della donna in età fertile è acido, compreso tra 3,5 e 4,5, perché la flora batterica vaginale normale è composta prevalentemente da lattobacilli, che producono acido lattico.

L'acidità del pH contribuisce, a sua volta, a mantenere stabile la flora batterica vaginale, impedendo o limitando la crescita di specie batteriche patogene, cioè in grado di causare malattie. Quindi, per l'igiene intima è consigliabile usare detergenti che abbiano un pH simile a quello vaginale normale, cioè acido.

Nell'infanzia e dopo la menopausa, invece, il pH vaginale è più elevato, perché i lattobacilli sono presenti in minore quantità. È, quindi, più opportuno a queste età utilizzare detergenti a pH neutro.

Illustrazione 1 - Ginecologia e Ostetricia

Non è consigliabile utilizzare abitualmente delle lavande vaginali, a meno che siano presenti infezioni o infiammazioni che richiedono una terapia. La flora batterica vaginale è, infatti, in una situazione di delicato equilibrio. L'immissione di disinfettanti o antibiotici ne causa lo sconvolgimento, determinando quindi più un danno che un beneficio.

 

Infezioni: cosa fare in caso di prurito e bruciore intimo?

Prurito e bruciore dei genitali sono sintomi di un'infezione della vulva e/o della vagina, che di solito è causata da Candida o da Trichomonas. La candida è un microrganismo appartenente al genere miceti o lieviti (funghi) e costituisce la causa più frequente di infezione vaginale. I sintomi sono:

  • bruciore;
  • prurito;
  • arrossamento;
  • gonfiore;
  • perdite vaginali di colore bianco con aspetto "a latte cagliato".

Nell'uomo, invece, può dare irritazione del glande, con bruciore, prurito e lesioni cutanee come puntini rossi o gonfiore.

La terapia è a base di farmaci antimicotici che possono essere somministrati per via locale o orale. Nelle forme recidivanti, di solito, si somministra il trattamento anche al partner, poiché, pur essendo senza sintomi, può essere un portatore sano in grado di trasmettere l'infezione.

Il trichomonas, invece, è un microrganismo in grado di causare:

  • perdite giallastre;
  • bruciore;
  • prurito. 

Si cura con antibiotici per via orale, che dovrà assumere anche il partner (ugualmente se è asintomatico).

Come vedi, le cause del prurito possono essere diverse, e richiedono una terapia personalizzata basata su una diagnosi certa. Temporaneamente, posso consigliarti una terapia locale con crema vaginale a base di clotrimazolo, da applicare alla sera internamente e mattino e sera esternamente per una settimana.Bisognerà inoltre abbinare anche lavaggi esterni con Saugella Attiva, che ha un'azione antinfiammatoria.

Nella donna l'infezione vulvo-vaginale da candida solitamente avviene non per via sessuale ma per colonizzazione dei genitali da parte di miceti (funghi), provenienti dal tratto intestinale della paziente stessa, dato che questo microrganismo è normalmente presente nell'intestino.

Quando, poi, si verifica un'alterazione della flora batterica intestinale con l'emergenza di ceppi potenzialmente patogeni come i miceti, ad esempio dopo terapie antibiotiche o
diarrea, la probabilità di infezione da candida diventa elevata.

Illustrazione 2 - Ginecologia e Ostetricia

Cosa fare in caso di candida recidiva?

Il problema delle vaginiti ricorrenti da candida è tutt'altro che infrequente. Per le infezioni ricorrenti da candida la terapia per via locale (sertaconazolo o isoconazolo ovulo) o per via orale (fluconazolo 150 mg o itraconazolo 200 mg compresse) deve essere ripetuta a intervalli di 7 giorni. La presenza di questo fungo innesca una reazione autoimmune che autoalimenta l'infezione, ma una terapia prolungata ed a intervalli ravvicinati, di solito, riesce a debellarla. La prima dose di antimicotico per via orale dovrebbe essere somministrata anche al partner, che frequentemente è un portatore sano.

Si consiglia, inoltre, in questi casi, di eseguire un tampone vaginale con antimicogramma, per valutare di che specie sia la candida e quale sia la sua sensibilità ai comuni farmaci antimicotici.

 

Perdite maleodoranti: cosa sono?

Penso si tratti di un'infezione batterica, probabilmente causata da un germe chiamato Gardnerella Vaginalis. La Gardnerella è un microbo tra le cause più frequenti di vaginite. I sintomi che causa sono perdite di cattivo odore (odore di pesce marcio), ma senza bruciore e prurito. Può essere diagnosticata dal ginecologo tramite un semplice test (Sniff test), che mette appunto in evidenza il caratteristico odore.

L'infezione da Gardnerella si cura con antibiotici per via locale (clindamicina o metronidazolo ovuli) o per via orale (metronidazolo). Dato che tende a recidivare facilmente, probabilmente per il coesistente squilibrio della flora batterica vaginale, si consiglia di utilizzare in seguito per qualche mese dei cicli di terapia locale con Lattobacilli (i batteri che mantengono acido il pH vaginale) o con acidificanti.

Solitamente il partner non viene trattato perché la via di trasmissione non è sessuale. La causa della vaginite da Gardnerella infatti sembra risieda, come ho detto più sopra, in uno squilibrio della flora batterica vaginale, con innalzamento del pH.

 

Mi è stata diagnosticata un'infezione da HPV: è grave?

HPV sta per Human Papilloma Virus. Si tratta di un virus che si trasmette soprattutto per via sessuale, anche se non sempre è possibile risalire alla fonte di contagio. Non si può escludere anche una trasmissione per via non sessuale, attraverso acqua o oggetti contaminati. Si calcola che circa il 70% delle persone, prima o poi nella vita, vada incontro a infezione da HPV. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si va incontro ad una risoluzione spontanea e l’infezione passa del tutto inosservata.

L'HPV è un virus oncogeno, cioè ha la capacità di causare alterazioni tumorali delle cellule della mucosa che riveste il collo dell'utero, determinando quindi il tumore del collo dell'utero. L'HPV ha vari sottotipi, che hanno diversa potenzialità di causare trasformazioni tumorali. Solo una piccola minoranza delle persone venute a contatto con il virus avranno problemi di questo tipo, e fortunatamente il tumore è preceduto da alterazioni pretumorali (displasie) che si possono facilmente curare con terapie conservative, come la rimozione della sola piccola parte di mucosa colpita. Molte spesso le lesioni da HPV vanno incontro alla regressione spontanea, per cui molti casi di displasia lieve non si trattano ma vengono solo controllati nel tempo.

Le lesioni da HPV che causano alterazioni tumorali o pretumorali del collo dell'utero, in genere, non causano lesioni nel maschio. Alcuni tipi di HPV possono causare anche i condilomi genitali, specie di verruche che si localizzano alla zona vulvare.
Queste lesioni hanno un potenziale oncogeno molto scarso, mentre sono molto infettive per cui vanno trattate. Il modo più semplice è quello di applicare localmente una soluzione a base di podofillina e, solo se questa risulta inefficace, passare alla rimozione con diatermocoagulazione o laser.

Illustrazione 3 - Ginecologia e Ostetricia

A mia figlia di 12 anni è stata proposta la vaccinazione per l’HPV. Cosa mi consiglia?

Ti consiglio senz’altro di fargliela fare. Tutte le esperienze cliniche dimostrano, infatti, che i possibili effetti collaterali sono lievi e si limitano,di solito, ad arrossamento e dolore passeggeri nella sede di inoculazione. Il vaccino viene somministrato in 3 tempi:

  • dose iniziale;
  • seconda dose dopo 2 mesi;
  • terza dose dopo 6 mesi.

Gli studi dimostrano che la copertura è come minimo di 5 anni ma, probabilmente, prolungando la sperimentazione sul campo risulterà che l’immunizzazione è più lunga, come per gli vaccini. Il vaccino non protegge contro tutti i ceppi di HPV ma solo per i più frequenti e pericolosi. Offre, inoltre, una certa immunità crociata anche per gli altri ceppi. Questo non vuol dire che tua figlia non dovrà più fare il pap-test perchè non avrà problemi al collo dell’utero ma, sicuramente, si ridurrà la sua probabilità di andare incontro a questa patologia. In Italia, il tumore del collo dell’utero è ormai abbastanza raro perché, da molti anni, esiste la diagnosi precoce attraverso il pap-test. Tuttavia, le lesioni pre tumorali, sono invece di riscontro abbastanza frequente.


A 17 anni, posso fare la vaccinazione per l’HPV? 

Si consiglia di fare la vaccinazione per l’HPV tra i 12 e 26 anni perché, facendola prima di aver avuto rapporti sessuali, si massimizza il suo effetto protettivo e la risposta immunitaria è molto più vivace in giovane età. Ciò non toglie che il vaccino si possa fare anche se si hanno già avuto dei rapporti sessuali e, probabilmente, in futuro la vaccinazione verrà allargata anche oltre i 26 anni.

Non è necessario fare un pap test prima della vaccinazione. Se ci fosse già in atto un’infezione da HPV non succederebbe niente, anche se in questo caso ovviamente il vaccino non è più utile.Non puoi fare il vaccino all’insaputa dei tuoi genitori, si tratta di una procedura medica che richiede il consenso dei genitori, come tutte le procedure mediche prima dei 18 anni (esclusa la contraccezione e l’interruzione volontaria di gravidanza).

Molti ospedali - o enti - offrono la vaccinazione a prezzo molto agevolato, puoi informarti presso il Consultorio Familiare o su internet per sapere dove puoi trovare queste convenzioni nella tua zona.

Infezione da HPV: si può trasmette?

L’HPV che causa alterazione del pap-test non causa lesioni nel maschio. Il maschio, probabilmente, ha un’infezione passeggera, causa o conseguenza dell’infezione femminile. Se tu hai l’infezione è, quindi, estremamente probabile che il tuo fidanzato l’abbia anche lui o che l’abbia già avuta e si sia già liberato del virus. Non ha, quindi, molto senso fargli dei test. Se tu verrai curata dall’infezione, il tuo fidanzato non sarà in grado di infettare ancora perché, nel frattempo, la sua infezione sarà già passata ed entrambi avrete degli anticorpi protettivi sviluppati in seguito all’infezione.

 

Mancanza di piacere nel mio primo rapporto sessuale: è normale?

Penso sia molto difficile che il primo rapporto sessuale sia soddisfacente per la donna, e che sia molto improbabile raggiungere l'orgasmo vaginale durante i primi approcci sessuali. 
Ti consiglio, però, di dire al tuo partner, in seguito, che tu non hai avuto l'orgasmo, così, col tempo, troverete un modo di farlo che piaccia a tutti e due.

Tieni conto che moltissime donne non raggiungono l'orgasmo con la sola penetrazione vaginale (si parla addirittura del 50% o più), per cui il maschio dovrebbe imparare a stimolare loro il clitoride durante il petting prima del rapporto o durante il rapporto. In questo modo dovrebbe essere possibile anche per la donna avere l'orgasmo e, quindi, provare molto più piacere durante il rapporto.

Per alcune donne i rapporti sessuali sono impossibili a causa della contrattura dei muscoli perineali (vaginismo). Si tratta sempre di un problema psicologico, derivato da paura o inibizioni verso il rapporto sessuale. Escludo la presenza di problemi anatomici, e un intervento chirurgico non è senz'altro indicato, perché ovviamente non migliora l'avversione psicologica. Proverei dedicando un maggior tempo al petting, cioè ai preliminari e alla stimolazione del clitoride, in modo da aumentare l'eccitazione e la lubrificazione. Poi inizierei introducendo molto gradatamente prima 1 dito, poi 2 dita, poi 3 dita e infine il pene, nel corso di vari incontri.

Le prime volte puoi usare una crema anestetica chiamata EMLA (reperibile in farmacia), applicarla all'imboccatura della vagina e provare gradualmente queste penetrazioni 15-30 minuti dopo l'applicazione.

Metti anche prima del rapporto del Saugella Gel, per aumentare la lubrificazione. Se dopo un paio di mesi non riuscite a risolvere la situazione mi rivolgerei ad un ginecologo specializzato in sessuologia, che in genere è in grado di risolvere il problema in poche sedute. Se ti rivolgi al Consultorio Familiare della tua zona, sicuramente sapranno indicarti lo specialista adatto.
 

Cosa potrei fare per le mestruazioni dolorose?


I dolori mestruali (dismenorrea) sono causati dalla secrezione di sostanze chiamate prostaglandine, che danno i sintomi di cui parli. Perciò per calmare i dolori si usano farmaci inbitori delle prostaglandine che sarebbero poi i comuni antidolorifici come ibuprofene o naprossene.

Questi farmaci vanno presi al primo insorgere dei sintomi e continuati 2-3 volte al giorno per i primi 2 giorni del ciclo.

Si può usare anche il magnesio, che ha dimostrato di essere attivo, prendendolo nella settimana precedente il ciclo e durante le mestruazioni. Se nonostante questi farmaci il dolore non passa, è consigliabile fare un’ecografia per valutare se vi possano essere delle cause.
Nel caso la dismenorrea non fosse dominabile, si può ricorrere alla pillola contraccettiva, che solitamente riduce o fa scomparire i dolori mestruali.

Illustrazione 4 - Ginecologia e Ostetricia

Ritardo nelle mestruazioni: cosa mi sta succedendo? 

Se il test è negativo, sicuramente si può escludere una gravidanza, quindi da quel lato non devi preoccuparti. Un ritardo del ciclo è sempre possibile, anche in donne che normalmente hanno un ciclo regolare. La causa risiede in un'alterazione ormonale di solito causata da stress, emotivo o fisico.

Generalmente, l'alterazione è transitoria, dopo un po' le mestruazioni arrivano, e poi tutto torna normale. Aspetta quindi un altro paio di settimane senza preoccuparti, altrimenti, se le mestruazioni non dovessero ancora comparire, rivolgiti al ginecologo.


Ho l'ovaio micropolicistico: è grave?

L'ovaio micropolicistico è una sindrome caratterizzata da irregolarità mestruale (cicli lunghi o periodi di amenorrea, cioè assenza di mestruazioni), acne, ipertricosi (aumento dei peli) e sovrappeso. Si verifica a causa dell'irregolare secrezione ormonale da parte delle ovaie, con aumento di secrezione di ormoni maschili e in molti casi assenza di ovulazione.

La diagnosi si basa sulla storia clinica, sugli esami ormonali e sull'ecografia. Questa sindrome può manifestarsi con sintomi da lievi a gravi, e la terapia varia di conseguenza. Nei casi lievi si può non fare nulla, gli altri casi di solito vengono trattati con la pillola contraccettiva, che comunque ha una funzione puramente sintomatica e non curativa, cioè regolarizza il ciclo durante l'assunzione, ma alla sospensione tutto torna come prima.

La sindrome dell’ovaio micropolicistico (MPCO) si accompagna spesso a sindrome metabolica, cioè obesità di tipo androide (grasso depositato soprattutto nella parte superiore del corpo, forma a mela) e ridotta tolleranza al glucosio, cioè diabete o tendenza al diabete. In questi casi la terapia deve senz’altro comprendere la riduzione del peso tramite opportune dieta. In alcuni casi si può anche usare un antidiabetico orale (metformina).

Ottiene dei buoni risultati anche l’inositolo, un integratore alimentare in grado di riequilibrare il metabolismo degli zuccheri e in molti casi di ripristinare l’ovulazione, soprattutto se abbinato ad una dieta ipocalorica.

La sindrome dell'ovaio micropolicistico causa infertilità solo se costantemente non si verifica l'ovulazione, cosa che succede solo in alcuni casi.

Comunque, non è sufficiente vedere con l'ecografia delle piccole cisti sulle ovaie per fare diagnosi di sindrome dell'ovaio micropolicistico, bisogna valutare la situazione nel suo complesso.


Ciclo irregolare: come si risolve?

Immagino che tu abbia già fatto degli esami ormonali, dai quali non è risultato nulla di particolare. Innanzitutto voglio tranquillizzarti dicendoti che il ciclo irregolare è una caratteristica costituzionale e non una malattia, che moltissime donne hanno un ciclo irregolare e che questo non porta conseguenze negative sul fisico.

Non è quindi necessario attuare una terapia, che del resto nemmeno esiste. Le cure ormonali infatti hanno un'azione solo sintomatica, limitata al periodo di assunzione. Questo naturalmente vale anche per i rimedi naturali.

Smetti quindi di preoccuparti di quando ti vengono le mestruazioni, e prendi la pillola solo se hai anche un'esigenza contraccettiva.


Ho dimenticato di prendere la pillola per giorno: rischio di rimanere incinta?

La dimenticanza di una pillola (oltre le 12 ore) è pericolosa può causare una riduzione dell’efficacia della pillola se la pillola dimenticata è tra le prime 7 o le ultime 7 della scatola (escludendo le pillole bianche nelle confezioni a 28 compresse), mentre le 7 (10, nelle confezioni a 28 compresse escludendo le 4 bianche) pillole centrali possono essere dimenticate senza che vi sia una riduzione dell'efficacia contraccettiva.

Se si dimentica invece una delle prime 7 o delle ultime 7 pillole, e se si è avuto un rapporto 3 giorni prima o entro una settimana dalla dimenticanza, potrebbe esserci il rischio di gravidanza.

Se non sono ancora passate 72 ore dal rapporto a rischio si può prendere la pillola del giorno dopo, che può essere prescritta da un ginecologo, dal medico curante o dal pronto soccorso ginecologico dell'ospedale.

Illustrazione 5 - Ginecologia e Ostetricia

Prendo la pillola da un anno. Devo fare una pausa?

Non c'è nessun bisogno di fare pause nell'assunzione della pillola, nonostante in giro si possa sentir dire il contrario. La pillola non ha alcun effetto dannoso sul fisico, e può essere presa anche per molti anni senza mai smettere, a meno che non esistano delle controindicazioni.

Voglio iniziare a prendere la pillola. Quali esami devo fare?

Molti specialisti non ritengono necessario eseguire degli esami del sangue di controllo prima di iniziare l'assunzione della pillola in una persona sana che non ha, o non ha avuto, malattie e con pressione arteriosa normale.

Poche sono le vere controindicazioni all'uso delle pillola che non emergano già dalla storia medica personale o familiare, e queste sono molto rare. Anch'io sono di questa opinione, come del resto stabiliscono le linee guida per la contraccezione ormonale pubblicate dall’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità.

Gli esami del sangue del resto hanno un potere molto rassicurante, per cui nella pratica alla fine molte volte si fanno. Mi limiterei comunque a esami di routine normali, come emocromo, glicemia, transaminasi, colesterolo, trigliceridi, sfruttando anche l'occasione per eseguire il Rubeo test.

Se non risultassi immune per la rosolia, in vista di una futura gravidanza, dovresti eseguire la vaccinazione. Non sono senz’altro consigliabili gli esami per la coagulazione, se non ci sono dei sospetti nella storia familiare o personale.

Le pillole molto leggere che si utilizzano attualmente hanno una capacità inferiore, rispetto a quelle del passato, di controllare il ciclo mestruale, per cui è abbastanza frequente che si verifichino delle perdite di sangue al di fuori delle mestruazioni. Questo fenomeno è soprattutto frequente durante il primo mese di assunzione, ma di solito il ciclo si regolarizza dal secondo mese in poi. Ti consiglio quindi di avere pazienza per questo mese. Si tratta comunque di un disturbo causato dal basso dosaggio, che non ha alcun effetto negativo sul fisico. Solo se il fenomeno dovesse ripetersi nei cicli successivi è consigliabile cambiare tipo di pillola. Il potere anticoncezionale è in tutti i casi assicurato.

Prendendo pillole a basso dosaggio è abbastanza frequente che a volte non si presenti l’emorragia da sospensione.


Pillola del giorno dopo: cos'è?

La pillola del giorno (contraccezione d’emergenza) dopo consiste in 1 compressa (Lonel o Norlevo), da prendere entro 72 dal rapporto. La sua efficacia non è totale (mediamente 80%, 95% nelle prime 24 ore). Non viene data senza ricetta, ma deve essere prescritta da un ginecologo, dal medico curante o dal pronto soccorso ginecologico dell'ospedale. Non dà effetti collaterali di rilievo, se esiste un dubbio è sempre meglio prenderla. È attualmente in commercio anche un pillola che si può prendere entro 5 giorni dal rapporto a rischio (Ellaone), ma il Ministero della Sanità obbliga il medico ad ottenere un test di gravidanza negativo prima di prescriverla.

Anche se prese abbastanza frequentemente non causano effetti collaterali di rilievo. Bisogna tener conto però che non possono essere usate come contraccettivo se si hanno rapporti saltuari perché come già detto la loro efficacia è al massimo del 95%.


Coito interrotto: che rischi ci sono?

Nel liquido preeiaculatorio non sono contenuti spermatozoi, e se raramente qualcuno se ne trova non è in numero sufficiente a determinare una gravidanza. Quindi se l’eiaculazione è sicuramente avvenuta fuori dalla vagina non rischi una gravidanza. Però utilizzare il coito interrotto come metodo contraccettivo è rischioso, perché l’uomo potrebbe non ritrarsi in tempo. Ti consiglio quindi in futuro di usare un metodo meno rischioso.

 

Gravidanza: come faccio a capire quali sono i giorni fertili?

Il periodo fertile sono i 6 giorni (5 giorni prima dell'ovulazione e il giorno dell'ovulazione) in cui è possibile rimanere incinta, questo perché l’ovulo ha una vita di sole 24 ore, mentre gli spermatozoi possono sopravvivere fino a 5 giorni nei genitali femminili. Tutti i giorni del ciclo, con maggiore o minore probabilità, possono ricadere nel periodo fertile, anche i giorni della mestruazione o vicino alla mestruazione.

Usare, quindi, il metodo dei giorni per non restare incinta è assolutamente aleatorio. Se, invece, vuoi rimanere incinta, è preferibile avere rapporti ogni 3-4 giorni lungo tutto il ciclo piuttosto che concentrarsi in un particolare periodo.

Comunque, i giorni centrali del ciclo (8°-17°), se il ciclo è regolare, sono, probabilisticamente parlando, i più fertili.

Questa storia delle false mestruazioni è più che altro una leggenda che circola su internet. È vero che nei primi mesi di gravidanza ci possono essere delle perdite di sangue, ma queste perdite non hanno mai le caratteristiche di una mestruazione normale che avviene nel periodo previsto. Perciò, se hai avuto le mestruazioni, puoi stare tranquilla che non sei incinta.


Come riconoscere una gravidanza?

Non si può basarsi su dei sintomi vaghi e poco specifici per fare una diagnosi di gravidanza, Questi sintomi potrebbero essere dovuti a malesseri passeggeri, oppure all’ansia e all’autosuggestione. Se hai usato il preservativo non basta la presenza di questi sintomi a poterti far pensare di essere incinta.

 

Illustrazione 6 - Ginecologia e Ostetricia

Le mestruazioni non sono sempre uguali, a volte possono essere più abbondanti, a volte più scarse, anche senza particolari motivi. Se hai usato dei metodi contraccettivi validi anche se l’ultima mestruazione è stata scarsa non devi temere di essere incinta.

Succede molto frequentemente che una gravidanza non arrivi subito ma ci metta qualche mese. Infatti, si sconsiglia di eseguire esami per la sterilità prima che sia passato almeno un anno di rapporti liberi e frequenti (almeno 2 alla settimana). Perciò per il momento non vedo motivi di preoccupazione.

 

Interruzione di gravidanza: cos'è?

Non ci sono in commercio in Italia dei farmaci che possano causare l'aborto. E’, infatti, necessario ricorrere all'intervento chirurgico o, comunque, al ricovero in ospedale. L'intervento di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) si effettua in ospedale in anestesia generale o locale, di solito con procedura di day hospital.

È necessario ottenere un certificato medico che attesti la gravidanza e il desiderio di interromperla. Può essere fatto dal ginecologo privato o dal ginecologo di un consultorio familiare, previa presentazione di un test di gravidanza positivo.

Con questo certificato ci si deve presentare all'ospedale scelto per l'intervento, presso il quale saranno dati l'appuntamento per l'intervento stesso e gli esami da eseguire prima dell'intervento.

L'intervento dura circa 10 minuti. Consiste nella dilatazione del collo dell'utero, nell'aspirazione del materiale ovulare ed,  infine, nel raschiamento della cavità uterina. Dopo l'intervento, di solito, ci sono delle perdite di sangue che possono durare alcuni giorni. Se non ci sono delle complicazioni (e di solito non ci sono), non è necessaria nessuna convalescenza e si possono riprendere le normali attività già nel giorno successivo.