Cos’è l’ansia sociale?
La vita di oggi è caratterizzata da diverse situazioni di disagio tipo paura di cadere in malattia, timore di perdere il lavoro, preoccupazione di non trovarlo più e inquietudine generalizzata per l'attuale insicurezza personale ed economica. Questo stato di disagio fa nascere nell'animo umano il sospetto che la vita sia un po' troppo vacillante: venendo meno i punti fissi dell'esistenza, infatti, l'equilibrio ne accusa il malessere e la vita appare sempre più in salita da annullare la temperanza di chi desidera andare avanti.Esistere, infatti, vuol dire "nascere", "essere nel mondo", "durare", "trovarsi con gli altri" e avere la certezza di poter cambiare, qualora non dovessimo più accettarci di essere come abitualmente siamo. La mancanza di codeste certezze genera ansia personale nel senso che per ognuno di noi, non potendosi più unire con i propri simili, gli altri diventano estranei, esterni, separati. Nasce così la paura del contatto con cui il vuoto affettivo si riempie di solitudine che ti fa chiudere sempre più in te stesso e ti fa sentire gli altri come giudici delle tue azioni.
L'ansia personale, in tal modo, si trasforma in ansia sociale alla quale noi reagiamo con vampate di caldo in viso, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà di respirazione, cambiamento del tono vocale e, a volte, anche con disturbi intestinali.
L'ansia è una malattia?
Per fortuna non siamo malati, ma solo gravemente disturbati da un affanno psico quotidiano che inasprisce le nostre relazioni familiari: siamo più suscettibili ad arrabbiarci nelle piccole azioni sfavorevoli, abbiamo maggiori difficoltà di controllare il nostro umore, siamo poco predisposti a comprendere le emozioni altrui e rischiamo di chiuderci in noi stessi da sembrare schizofrenici.In realtà non siamo schizofrenici, ovverosia matti, paranoici e dissociati; siamo solo agitati, nevrastenici, nevrotici, ansiosi.
Che cosa ci manca?
Ci mancano saggezza ed equilibrio: virtù che non si comprano al mercato, perché le cose belle le abbiamo dentro di noi.
Sono nel nostro inconscio, dove le abbiamo collocate in un momento di paura che ci ha mostrato l'instabilità della nostra esistenza. Avendole abbandonate nella nostra cantina, non ci siamo resi conto di arrecare malessere anche i nostri simili ai quali non abbiamo più offerto un punto d'incontro con noi. In un certo senso li abbiamo traditi.
Che cosa dovremmo fare per eliminare l'ansia personale che, da un lato ci allontana dal mondo, dall'altro ci impedisce di crescere insieme con gli altri? Occorre esercitare la nostra mente per riattivare le nostre capacità di resistenza e di resilienza verso un futuro di speranza, pieno di imprese economiche e padronanza concreta delle nostre competenze.
L'Ortopedia mentale (OM), la Programmazione Neuro Mentale (PNM) e la Programmazione Neuro Linguistica (PNL) sono i metodi più concreti per ottenere maggiore successo.
Nella presunta sicurezza che anche gli altri stiano pensando le nostre stesse cose, puntiamo verso orizzonti fiduciosi, perché l'uomo non è tanto masochista da tagliarsi gli attributi per danneggiare quella società in cui anche lui vive, è solo un po' sadico e negazionista da non capire che respingendo la realtà effettuale, rischia la propria vita.
Bibliografia
- Procacci, M., Popolo, R., & Marsigli, N. (2010). Ansia e ritiro sociale. Valutazione e trattamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Gabbard, G. O. (2015) Psichiatria Psicodinamica . Quinta edizione basata sul DSM-V. Milano: Raffaello Cortina Editore.