Cos’è l’angiotermografia dinamica?

L'angiotermografia dinamica (DATG, dall'inglese Dynamic AngioThermoGraphy) è una tecnica non invasiva per la diagnostica del tumore al seno. Lo strumento è composto da una sottilissima placca termografica a cristalli liquidi che cambiano colore in funzione della temperatura e restituiscono quindi un'immagine della vascolarizzazione della mammella, quando appoggiata sulla stessa.

Illustrazione 1 - Ginecologia e Ostetricia
Figura 1 - Tipiche immagini di termografia mammaria: a) seno sano, b) seno sinistro con tumore in stadio avanzato.

La DATG si basa sul principio dell'angiogenesi, per cui un tumore, per nascere, svilupparsi e crescere, ha necessità di nuovi vasi e, quindi, studiando le variazioni del pattern sanguigno, è possibile diagnosticare anche neoplasie molto precoci. In particolare, si è dimostrato che ogni donna ha una sua propria forma di vascolarizzazione che, in assenza di patologie, non varia per tutta la vita. Ripetere quindi l'esame periodicamente permette un controllo efficiente sull'insorgenza di patologie, anche nelle fasi iniziali della loro insorgenza.

Questa tecnica, non nuova ma ancora poco diffusa, si inserisce nell'insieme delle tecniche diagnostiche per lo studio e la prevenzione del tumore al seno al fine di completare il quadro clinico della paziente. 

Il grande vantaggio della DATG è che non fa uso di radiazioni, non è invasiva né dolorosa, ed essendo a costo contenuto, può essere ripetuta periodicamente senza controindicazioni e con successo. L'esame angiotermografico permette quindi la visualizzazione del pattern sanguigno senza ricorrere all'uso di un mezzo di contrasto. D'altro canto, pur riuscendo a mettere in evidenza variazioni della vascolarizzazione mammaria, la DATG non è in grado di indicare la dimensione del tumore né la sua profondità. In questo articolo si partirà dal quadro storico, si illustrerà la tecnica e la strumentazione ed infine si daranno pratiche indicazioni sull'utilizzo della metodica.

 

Come prevenire il tumore al seno?

Nonostante le molteplici tecniche diagnostiche, secondo l’OMS il tumore al seno costituisce, insieme al carcinoma del polmone e del colon retto, la seconda causa di decesso nei paesi sviluppati. Negli ultimi anni, anche nei paesi in via di sviluppo, questa patologia ha acquisito un’importanza di primo piano. 

Ogni tecnica diagnostica presenta vantaggi e limiti e solo una corretta sinergia tra le diverse tecniche e una collaborazione multidisciplinare può portare a un vero progresso. A tal fine, lo screening costituisce un passo estremamente importante al fine della prevenzione che, d'altra parte, richiede una organizzazione capillare e una disponibilità finanziaria non indifferente. 

Esistono tecniche diagnostiche efficienti (quale la MRI) ma molto costose, il cui impiego è giustificato solo quando si presenta una situazione di alta probabilità di un tumore. Una metodica con caratteristiche interessanti, ma poco nota, è la DATG.

Questa tecnica - che non deve essere confusa con la termografia mammaria - fa uso di uno strumento in grado di registrare la temperatura nella distribuzione del sangue (blood pattern) relativa alla ghiandola mammaria. La variazione di tale distribuzione, dovuta alla presenza di nuovi vasi sanguigni (angiogenesis), può essere correlata a presenze di malignità. L'idea di base è che ogni donna abbia il proprio blood pattern, come un'impronta digitale, che - in condizioni di buona salute - non cambia nel tempo. L'alterazione di questo pattern, al contrario, potrebbe essere la prova di una presunta attività tumorale o pre-tumorale.

 

Cenni storici

L'importanza dell'influenza della vascolarizzazione nelle neoplasie è stata evidenziata e ampiamente studiata da Judah Folkman a partire dal 1965. Per la sua ricerca sull'angiogenesi ottenne, nel 1992, il Premio Wolf per la medicina. Studi sull’angiogenesi sono proseguiti in Francia dove, negli anni '70, il medico J. Tricoire realizzò la prima termografia a contatto. Per visualizzare la distribuzione della temperatura sulla superficie del seno, egli sviluppò lastre (plates) ricoperte con cristalli liquidi. Le immagini, acquisite da una fotocamera, furono analizzate da medici esperti nella DATG (di solito ginecologi e radiologi). Dallo studio del pattern della vascolarizzazione fu possibile mettere in relazione immagini DATG e cancro.

La ricerca di Tricoire è proseguita a Bologna presso la clinica privata “Madre Fortunata Toniolo” ed è stata portata avanti da due ginecologi, il Dott. Giancarlo Montruccoli e suo figlio, il dottor Daniele Montruccoli. Durante più di 30 anni di attività clinica, sono stati acquisiti circa 8.000 casi di cui 3.000 confrontati con esami istologici. 

Poiché la tecnica originale, sviluppata da Tricoire, dava luogo a numerosi “falsi positivi” e l'immagine aveva una modesta risoluzione spaziale, nuove placche furono sviluppate in collaborazione con il Gruppo di Fisica Medica del Dipartimento di Fisica e Astronomia (DIFA) dell'Università di Bologna. Nell’Appendice A sono riportate le immagini della distribuzione della temperatura su un fantoccio in plexiglass di mammella e uno di paraffina, come registrate da una lastra usata per la DATG.

 

Come funziona la DATG?

Mentre nell’usuale termografia mammaria si registra, mediante una fotocamera all’infrarosso, la temperatura della zona da investigare - mostrata in “falsi colori” come un’immagine colorata - con la DATG è il pattern della vascolarizzazione a essere analizzato.

Lo strumento per effettuare l'esame è realizzato in due parti: il sensore termografico, da mettere in contatto con il seno, e una fotocamera digitale collegata con un computer. Il sensore - una lastra ricoperta da speciali cristalli liquidi - è in grado di fornire chiare immagini della vascolarizzazione del sangue con una precisione di +/0,5°C, in un range di temperature da 30°C a 38°C. Per avere buoni risultati, detto intervallo di temperatura è coperto da tre piastre, aventi differenti sensibilità. 

Quando il sensore è appoggiato al seno, il calore - prodotto dalla vascolarizzazione - induce un cambiamento dello stato dei cristalli che passano dallo stato solido (colore nero) a quello liquido. Sulla lastra l'immagine della vascolarizzazione è colorata dal giallo al blu, in funzione della temperatura del sangue (blu è per la temperatura più alta). In un seno sano, il pattern del sangue, relativo a un'arteria mammaria, ha la forma di un piccolo canale che termina con una punta nella direzione del capezzolo.


Illustrazione 2 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 2 - Foto della macchina Aura.

 

In caso di presenza di tumore o di lesione precancerosa, l'immagine formata sul sensore ha una forma arrotondata o è il risultato di diversi canali convergenti per l'alimentazione del tumore

Illustrazione 3 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 3 - Esempi di immagini angiotermografiche di mammella sana. Sono evidenti linee di correnti normali, cioè che seguono l'anatomia del seno, puntano verso il capezzolo e non escono dal loro quadrante di riferimento.



Illustrazione 4 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 4 - Esempi di immagini angiotermografiche di casi sospetti. Le linee di corrente appaiono deviate, non spiculate ed escono o puntano ad un quadrante diverso da quello di loro competenza.



Illustrazione 5 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 5 - Esempi di immagini angiotermografiche di casi evidentemente maligni. a) Linee di corrente che si incrociano a formare una “stella maligna”, b) linee di corrente che convergono verso un “hot-spot”, c) e d) linee di corrente che convergono da territori differenti.

L'immagine digitale può essere immediatamente interpretata dal medico che, a sua volta, può essere aiutato da strumenti di elaborazione d’immagini. Per diminuire il rumore dovuto alle vene superficiali, la pelle del seno è raffreddata da un flusso di aria fresca. Nella Fig.6 è mostrato il reticolo venoso come appare prima e dopo il raffreddamento. 

L'immagine che si forma non dipende dal diametro dell'arteria o dalla sua distanza dalla cute, ma è causato dall’intensità del calore emanato, cioè dal flusso ematico nell’unità di tempo che, in alcuni casi di vasi superficiali, non è sufficiente a far virare i cristalli liquidi. Ciò dimostra che la placca ha una buona sensibilità nell'evidenziare le variazioni della temperatura della distribuzione sanguigna nonché una buona risoluzione spaziale.


Illustrazione 6 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 6 - Esempio di raffreddamento della cute. a) Foto della mammella con evidenza delle vene superficiali, b) immagine angiotermografica senza raffreddamento della cute, c) immagine angiotermografica dopo il raffreddamento.

In una mammella sana, la vascolarizzazione rimane inalterata nel tempo, come mostrano due immagini della stessa paziente acquisite a distanza di 16 anni. Data la totale mancanza di invasività della tecnica, le analisi possono essere eseguite anche temporalmente molto ravvicinate; il che risulta di grande utilità nel follow-up dopo un intervento chirurgico alla mammella.


Illustrazione 7 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 7 - Esempio di persistenza del pattern sanguigno per lungo tempo. a) Primo esame angiotermografico, b) esame a distanza di 16 anni. È evidente come le due immagini rappresentino lo stesso schema sanguigno.

Molto importante è il confronto con altre immagini DATG precedentemente acquisite o acquisite nello stesso laboratorio con altri metodi (ad esempio ecografia o mammografia). La Fig.8 e la Fig.9 riportano due esempi di analisi angiotermografica a confronto con la mammografia della stessa mammella. La Fig.10 mostra il confronto tra DATG e una MRI.
L’immagine acquisita con la DATG è di tipo “dinamico”: si forma sulla placca con una velocità e un’intensità che, a parità delle altre condizioni, dipende dalla temperatura e dalla profondità della distribuzione sanguigna. La Fig.11 mostra la sequenza nella formazione dell’immagine relativa al pattern sanguigno di una mano.


Illustrazione 8 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 8 - Confronto fra DATG e mammografia. a) Immagine angiotermografica b) mammografia.


Illustrazione 9 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 9 - Confronto fra DATG e mammografia. a) mammografia, b) Immagine angiotermografica.


Illustrazione 10 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 10 - Confronto fra DATG e Risonanza Magnetica Nucleare. a) Immagine angiotermografica b) immagine di Risonanza. La Risonanza Magnetica Nucleare mostra una recidiva locale confermata dalla DATG.


Illustrazione 11 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 11 - Esempio di formazione dell'immagine angiotermografica: la sequenza rappresenta come, in istanti successivi al contatto della mano con la placca, avviene la colorazione dei cristalli fino alla formazione dell'immagine completa.

 

Sensibilità e specificità della DATG

Recentemente i dati acquisiti dai Dottori Montruccoli sono stati elaborati da tre degli autori del presente documento e sono in fase di prossima pubblicazione. I dati analizzati sono stati raccolti in oltre venti anni di attività dai due specialisti in cancro al seno e sono stati confrontati, in gran parte, con analisi istologiche e con i risultati di altri metodi diagnostici (ad esempio, mammografia e ecografia) quando presenti.

I dati sono stati analizzati per la mammella destra (RX) e la mammella sinistra (LX), considerate indipendenti. L'età media (che coincide con la mediana) è 48.6 anni, con un intervallo temporale che va da 15 a 86 anni. I risultati sono stati sorprendentemente buoni. Nel caso peggiore, la sensibilità complessiva è stata del 91% (9% di falsi negativi) e la specificità del 96% (4% di falsi positivi). Una percentuale molto bassa di falsi negativi è stata ottenuta anche dall'esperienza di altri gruppi che, attualmente, utilizzano la DATG con la stessa strumentazione (in Brasile, Croazia e Romania, così come in Italia).
 

Quali sono i vantaggi e i svantaggi della DATG?

Come tutte le metodologie di diagnostica, la DATG presenta vantaggi e svantaggi:

Vantaggi

 
  • è molto utile per pazienti giovani o con mammelle dense;
  • è eseguita velocemente (5-6 minuti per la visita) e richiede una strumentazione poco costosa e facile da spostare, se necessario;
  • è totalmente non invasiva (senza radiazioni ionizzanti o agenti di contrasto) e senza compressioni dolorose del seno, utilizzabile anche nei casi di mastite acuta o cronica;
  • segni di sospetto o di malignità sono indipendenti dalle dimensioni e dalla forma della lesione e compaiono anche nei casi di carcinomi non formanti massa;
  • il risultato è indipendente dall’età e dalla condizione di menopausa o stato fertile; non è quindi condizionato dalla ghiandolarità o adiposità mammaria.
  • è utile per lo screening ed è anche in grado di rilevare lesioni precancerose laddove non vengono evidenziate con l’esame clinico (palpazione) o le altre metodiche strumentali in uso;
  • è utilissima anche nella difficile diagnosi di carcinoma lobulare, midollare e colloideo;
  • è particolarmente indicata nel monitoraggio delle pazienti a rischio di familiarità e/o sottoposte a terapia ormonale contraccettiva e sostitutiva estroprogestinica e a stimolazione ovarica per fecondazione in-vitro;
  • le malattie dermatologiche (Herpes zoster, angiomi cutanei, Recklinghausen) non influenzano il risultato;
  • la gravidanza e l’allattamento non costituiscono fattori limitanti per la diagnosi;
  • il melanoma cutaneo riproduce una formazione caratteristica dell'immagine (ulteriori studi saranno effettuati in futuro);
  • importante nella diagnosi differenziale tra lipoma e liposarcoma mostrando nel primo la totale assenza di vascolarizzazione e viceversa;
  • adatta al controllo di terapia (follow-up): Chemioterapia Antiblastica;
  • indicata nello screening, soprattutto nei Paesi in “via di sviluppo”.

Svantaggi

 
  • fornisce la distribuzione della vascolarizzazione in 2D, non una distribuzione 3D, come la risonanza magnetica, PET e DOBI; 
  • non è in grado di determinare le dimensioni del tumore, ma indica la presenza di una lesione sospetta e i punti della zona dove cercarlo con, ad esempio, la risonanza magnetica. Infatti, l'intensità e la dimensione delle caratteristiche nell'immagine, acquisita da DATG, non sono correlate alla forma e alle dimensioni del tumore, ma alla sua attività biologica di base;
  • creme per il corpo e gel ecografico, se applicati poco prima della visita, possono fare da filtro e indurre una diagnosi non corretta soprattutto di falso negativo.
 

Le protesi mammarie, gli interventi di chirurgia plastica quali mastopessi, riduzione etc. non sono una controindicazione assoluta di esclusione (sarebbe opportuno avere l'immagine DATG pre-operatoria).

 

Confronto con altre metodologie diagnostiche

Vi sono molte tecniche diagnostiche per il tumore alla mammella e, tra le tante, ricordiamo (con i vantaggi e gli svantaggi): 
 
  • mammografia;
  • ecografia;
  • risonanza magnetica con mezzo di contrasto;
  • Positron Emission Tomography (PET);
  • Dynamic Optical Breast Imaging (DOBI);
  • termografia mammaria;
  • Dynamic Angiothermography (DATG). 
 

Negli ultimi tempi ognuna di queste tecniche ha avuto notevoli miglioramenti, cosicché un confronto tra esse, che non si basi su dati recenti, è privo di fondamento. 

Mammografia

La mammografia è ancora considerata la tecnica di riferimento (“gold” standard) per lo screening per il tumore al seno. Essa mette in evidenza la differenza della densità del tessuto mammario nella mammella. I moderni mammografi effettuano acquisizioni digitali a bassa e alta energia dei raggi X (dual energy) dopo somministrazione di liquidi di contrasto a base di iodio. Questo metodo permette una buona risoluzione sulla densità del tessuto ed è utile per identificare lesioni in mammelle ad elevata densità. Un ulteriore miglioramento della mammografia è la CT della mammella. Questa tecnica mostra il tumore in 3D ed evita la compressione della mammella. La radiazione impartita al seno è circa il doppio di quella impartita in una mammografia convenzionale.

 
  • Vantaggi: la mammografia 2D standard è una tecnica economica e veloce, ben conosciuta;
  • svantaggi: la maggiore densità del tessuto mammario in pazienti più giovani di 40 anni degrada l’immagine. Per acquisire una mammografia 2D è necessario comprimere la mammella, con relativo fastidio per la paziente. L’acquisizione dell'immagine mammografica è eseguita con somministrazione di raggi X. Il rischio di indurre un tumore al seno - piccolo ma non nullo - è compensato dal beneficio di una possibile diagnosi precoce. 

Ecografia

Con lo sviluppo delle moderne sonde, l’ecografia ha fatto notevoli passi avanti. Questa tecnica ha dimostrato di essere di grande utilità se contestuale ad altre tecniche che misurano parametri fisici diversi, quali mammografia, DATG o palpazione clinica. Gli ultrasuoni sono in grado di misurare la dimensione del tumore e distinguere la sua natura liquida o solida all’interno del tessuto mammario. La tecnica richiede notevole abilità da parte del medico che effettua tale esame. È dunque estremamente operatore dipendente.

 
  • Vantaggi: può essere effettuata su donne di ogni età ed è totalmente non invasiva. La possibilità di rilevare il tumore rimane alta indipendentemente dalla dimensione dello stesso;
  • svantaggi: non è in grado di evidenziare tumori non palpabili, quali quelli segnalati da microcalcificazioni. La difficoltà di distinguere l’impedenza acustica di diverse strutture del seno, può dare alcuni falsi positivi. È noto che in alcuni casi il carcinoma si manifesta con caratteristiche di nodulo benigno avente struttura omogenea e contorni regolari (come ad esempio nel carcinoma colloideo, mucinoso ed intracistico). Inoltre quando un tumore è a cellularita’ scarsa il Doppler risulta negativo.

Risonanza magnetica (MRI)

L’imaging mediante risonanza magnetica (MRI), qualora sia effettuato con un opportuno materiale per aumentare il contrasto (ad esempio, il gadolinio) può misurare la distribuzione sanguigna entro la mammella in 3D. La MRI può essere considerata la migliore tecnica diagnostica per il tumore invasivo. Essa è raccomandata per donne che hanno una storia familiare relativa a tumori al seno o all’ovaio. Sia la sensibilità che la specificità sono molto alte. 

Prima di un intervento chirurgico, un esame con MRI è molto apprezzato dal chirurgo per le buone indicazioni (distribuzione spaziale) riguardante la parte di tessuto da asportare.
 
  • Vantaggi: può essere effettuata su donne di ogni età (anche con seno denso). Ha una sensibilità molto alta e non fa uso di radiazioni ionizzanti.
  • svantaggi: è un’analisi laboriosa (occorre molto tempo) e richiede apparecchiature molto costose. Per dare buone immagini diagnostiche bisogna far uso di liquidi di contrasto che possono dare manifestazioni allergiche. Vi sono diversi limiti per la sua esecuzione. Tra le controindicazioni assolute ricordiamo i portatori di protesi metalliche e impianti cocleari, placche, viti o chiodi, di protesi valvolari meccaniche, neurostimolatori, pacemaker cardiaco, espansori tissutali (mammella) e tatuaggio eseguito da meno di sei mesi. Tra le controindicazioni relative ricordiamo lo stato di gravidanza nel I trimestre e la claustrofobia.

Positron Emission Tomography (PET)

Un altro metodo per evidenziare la circolazione sanguigna è la tecnica nucleare denominata Positron Emission Tomography (PET). Si inietta nel sangue un radioisotopo che, decadendo, emette positroni. Il positrone emesso interagisce con un elettrone, annichilandosi e dando luogo all’emissione di due fotoni (raggi gamma) da 511 keV che escono in opposte direzioni. 

I due fotoni sono rivelati da una serie di contatori che circondano l’organo del quale si intende fare la PET. Un software dedicato ricostruisce le immagini digitali dell’area del sangue dove la reazione ha luogo creando, in tal modo, una mappa della vascolarizzazione.

 
  • Vantaggi: Alla stessa stregua della MRI, fornisce un'immagine 3D della circolazione del sangue; 
  • svantaggi: la dose di radiazione è molto superiore a quella rilasciata dalla mammografia. La definizione spaziale dell’immagine non è troppo buona. 

Dynamic Optical Breast Imaging (DOBI)

 La DOBI è una tecnica di mammografia ottica dove, al posto dei raggi X, è utilizzata una radiazione elettromagnetica del vicino infrarosso. Per illuminare la mammella, leggermente compressa, si usa un array di LED. Un sistema con camera digitale veloce (molte immagini al sec) registra la luce che attraversa il tessuto mammario; tale quantità di luce dipende dal rapporto tra emoglobina e deossiemoglobina. Un procedimento matematico ricostruisce la concentrazione 3D della deossiemoglobina nel tessuto mammario permettendo, in tal modo, una valutazione della vascolarizzazione. Questo test può essere effettuato su donne di ogni età (anche con mammella densa), ha un costo non molto alto e buona tollerabilità. Una recente valutazione effettuata presso la Fondazione Onlus ANT a Bologna, riguardante oltre 1000 casi, ha fornito per questa tecnica alta sensibilità (circa l’86%) e buona specificità (75%).
 
  • Vantaggi: è una tecnica totalmente non invasiva, richiede poco tempo e una lieve compressione della mammella. L’esame DOBI può essere effettuato anche su donne che hanno protesi mammarie. È un test buono per monitorare recidive;
  • svantaggi: scarsa risoluzione spaziale nell’immagine della distribuzione del sangue a causa del multi-scattering della luce con la lunghezza d’onda del vicino infrarosso. A volte non fornisce risultati affidabili per donne che hanno subito un intervento chirurgico da meno di un anno, biopsie da meno di tre mesi, radioterapia da meno di un anno e per donne che allattano al seno per la densità della secrezione del latte. Altre cause di perturbazione nella misura possono essere l’iperpigmentazione e l’infiammazione della cute.

Termografia 

Il corpo umano emette radiazione infrarossa la cui lunghezza d’onda dipende dalla sua temperatura. La distribuzione superficiale della temperatura del corpo può essere acquisita mediante camere fotografiche con sensore per l’infrarosso. Le moderne camere per infrarosso possono evidenziare variazioni di temperatura dell’ordine di 0.025 °C. 

Per una miglior interpretazione dell’immagine, a determinati intervalli di temperatura sono associati colori diversi (immagini “a falsi colori”). I tessuti tumorali con elevata vascolarizzazione hanno una temperatura più elevata di quelli sani. La Fig.1 mostra un’immagine termografica di una mammella sana, mentre la Fig.2 mostra la mammella sinistra affetta da un cancro in fase avanzata. 

Come metodologia per screening mammario, la termografia iniziò nel 1956; ebbe l’approvazione della FDA degli USA e fu ben accetta dai medici. Nel 1977 uno studio diede minor credito alla mammografia affermando che forniva troppi falsi positivi. Questo studio, parzialmente smentito, lasciò un alone di inaffidabilità alla termografia. Oggi, con lo sviluppo di nuove termocamere, la termografia mammaria ha recuperato la sua credibilità, soprattutto negli USA.

  • Vantaggi: è un test facile da effettuare e non costoso. È totalmente non invasivo e può essere effettuato su donne di ogni età. Il miglior contributo della termografia è la possibilità di segnalare anomalie in giovani pazienti per le quali la mammografia non fornisce risultati affidabili;
  • svantaggi: l’immagine non definisce correttamente il luogo dove fare la biopsia. La maggior parte dei falsi-negativi deriva dalle microcalcificazioni, anomalie che non sono identificate dalla termografia. La precisione della misura dipende anche dalle condizioni ambientali (ad es. costanza della temperatura del luogo dove sono eseguite le misure).
 

Considerazioni conclusive

Così come per un'opera d'arte, l'osservazione da punti di vista diversi fornisce una maggiore possibilità di comprensione e fruizione del bene, lo stesso vale per la DATG. Questa tecnica diagnostica non si sostituisce, infatti, alle altre tecniche ma si integra con esse allo scopo di aggiungere informazioni al quadro clinico da un altro punto di vista: quello della variazione della distribuzione del sangue (angiografia) legata allo sviluppo di tumori.

Questa tecnica, di facile acquisizione (possono fare diagnosi corrette: ginecologi, radiologi, ecografisti, oncologi, purché adeguatamente preparati) e di buona accessibilità dal punto di vista economico, può svolgere un ruolo molto importante soprattutto per le giovani donne e per gli impieghi dove sia necessario una frequente analisi (follow-up).
 

Appendice

Le caratteristiche fisiche della placca (risoluzione spaziale dell’immagine e persistenza della stessa) sono state misurate mediante due fantocci in perspex, contenenti un “reticolo” di termoresistenze percorse da una corrente che le portava a 37°C (con una variazione non superiore a 1°C). Nel primo fantoccio vediamo una serie di resistenze a distanza sempre più ravvicinata e la relativa distribuzione di temperatura acquisita dalla placca (Fig.1A). Con tale strumento è stato possibile valutare una risoluzione spaziale di qualche decimo di mm. 

Con il secondo fantoccio (Fig.2A) è stato possibile verificare che il tempo per la formazione corretta dell’immagine è dell’ordine di soli 3 secondi. Analoghe misure sono state effettuate in corrispondenza di placche a cristalli liquidi commerciali, ottenendo risultati molto peggiori.

Un terzo fantoccio, costituito da un parallelepipedo di paraffina, è servito per simulare la distribuzione del sangue in una mammella. In questo “pane” di paraffina (Fig.3A) sono state inserite due cannule, del diametro di circa 2mm, percorse da acqua a circa 37°C. La figura mostra chiaramente che la cannula che penetra nell’interno del “pane”, analogamente alla vena che si dirige in basso verso il capezzolo, dà luogo a un’immagine che termina “a cuneo”, indicando una corretta circolazione sanguigna.

Illustrazione 12 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 1A - Sequenza di termoresistenze e analisi con placca a cristalli.

Illustrazione 13 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 2A - Fantoccio con termoresistenze per misurare il tempo di acquisizione di immagine corretta.

Illustrazione 14 - Ginecologia e Ostetricia

Figura 3A - Blocco di paraffina con tubicino percorso da acqua calda.

 

Gli autori ringraziano sentitamente la Breastlife S.r.l. per il supporto alle attività di ricerca e la Fondazione Onlus ANT a Bologna per il sostegno alla diffusione della tecnica angiotermografica. In particolare gli autori ricordano con affetto e con ammirazione il Dott. Daniele Montruccoli, prematuramente scomparso, che è stato l'anima di questa ricerca.

 

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