Per prevenire le malattie cardiocircolatorie la dieta mediterranea è meglio di tante restrizioni
Colesterolo alto: cosa devo fare?
L’attenzione tutta puntata sul colesterolo delle raccomandazioni dietetiche mirate a proteggere il sistema cardiovascolare sta perdendo consensi.
Finora le linee guida approvate dall'American Heart Association, la più alta autorità mondiale in campo cardiologico, sono state incentrate essenzialmente sulla riduzione del livello del colesterolo nel sangue, secondo un programma di ristrutturazione dietetica sviluppato in due livelli di intervento:
- primo livello: rivolto alla popolazione generale, prevede che l'assunzione di grassi alimentari non superi il 30 per cento delle calorie totali giornaliere, con il 10 per cento di grassi saturi e con un’assunzione di colesterolo non superiore ai 300 milligrammi al giorno;
- secondo livello: rivolto a chi ha già una patologia cardiovascolare, prevede che l'assunzione di grassi saturi non superi il 7 per cento delle calorie giornaliere e quella del colesterolo non superi i 200 milligrammi al giorno, nel tentativo di raggiungere un livello di colesterolo-LDL soddisfacente, cioè sotto i 130 mg/dl
Come prevenire le malattie cardiocircolatorie?
È evidente la difficoltà di calcolare e di seguire una simile rigida impostazione dietetica, che infatti non ha mai goduto di grande adesione.
A questa impostazione nutrizionale che pone il colesterolo al centro delle attenzioni, se ne va contrapponendo un'altra più facile da comprendere e da attuare in quanto:
- non necessita di calcoli astrusi;
- ha dato prova di ottenere migliori risultati nella prevenzione secondaria, cioè nel rallentare la progressione di una patologia cardio-vascolare già in atto
Una simile sorprendente evidenza emerge dal Lyon Diet Heart Study, un'indagine francese coordinata da De Longerin, che è stata programmata allo scopo di valutare se una dieta di tipo mediterraneo sia in grado o meno di ridurre il ripetersi di un malanno cardiaco.
Dieta mediterranea e prevenzione
Lo studio
L’indagine ha coinvolto più di 600 uomini e donne che avevano già subito un infarto del miocardio: la metà di questi ha continuato a seguire una dieta "colesterolo-centrica" di tipo continentale, quella di solito raccomandata ai cardiopatici negli ospedali secondo le già citate linee-guida, mentre all'altra metà si è suggerito un regime alimentare di tipo mediterraneo, senza rigidi calcoli.
Lo studio che era stato programmato della durata di cinque anni, è stato interrotto dopo 27 mesi per motivi etici essendo presto apparsa evidente la notevole differenza di eventi nei due gruppi in esame.
Nel gruppo "mediterraneo" si sono verificati 14 nuovi infarti contro 44 del gruppo di controllo "continentale", con una riduzione degli eventi legati alla progressione della patologia cardiovascolare (angina instabile, ictus, scompenso cardiaco, embolia polmonare e periferica) tra il 50 e il 70 per cento.
Risultati stupefacenti che non possono non essere attribuiti proprio alle modificazioni dietetiche, visto che i profili di rischio e le terapie sono rimasti del tutto simili nei due gruppi.
Cosa devo mangiare per prevenire le malattie cardiocircolatorie?
Ai membri del “gruppo mediterraneo” è stato chiesto di seguire un regime alimentare che seguisse le seguenti linee guida:
- mangiare più pane e altri tipi di cereali;
- più legumi e vegetali verdi;
- meno carne di bue, di agnello e di maiale e più carne di pollo e pesce;
- frutta tutti i giorni;
- una modica quantità di vino rosso;
- sostituire il burro e la panna con una margarina ricca di acido linoleico e con l'olio di oliva o di canola.
Dieta mediterranea: perché funziona meglio?
Gli autori del Lyon Diet Heart Study ritengono che uno dei fattori favorevoli sia da ricercare nell'equilibrio fra gli acidi grassi omega-6 e omega-3, due categorie di acidi grassi polinsaturi definiti "essenziali", cioè che devono essere necessariamente assunti con l'alimentazione, avendo l'uomo perso nel corso dell'evoluzione la capacità di sintetizzarli. La necessità di queste sostanze è piuttosto modesta, circa 5 grammi al giorno, per cui è tanto importante che venga colmata una carenza, molto rara, quanto che venga rispettato un equilibrio fra queste sostanze. Equilibrio non rispettato nel regime dietetico continentale, che contiene troppi omega-6 rispetto agli omega-3.
Si calcola che la dieta di "tipo mediterraneo" contiene in media il 30 per cento di grassi (8 per cento saturi, 13 per cento mono-insaturi, 5 per cento polinsaturi) e 203 milligrammi di colesterolo: una quantità di lipidi non dissimile da quella raccomandata dal secondo livello dal NCEP (National Cholesterol Education Program), approvato dalla American Heart Association.
Ma, ancora una volta, è la qualità dei lipidi introdotti che conta, qualità che è diversa.
Gli omega-3, presenti in abbondanza nella dieta mediterranea, entrano nella composizione delle membrane cellulari e nella sintesi degli ormoni eicosanoidi che svolgono un effetto protettivo sul sistema cardiocircolatorio attraverso molteplici meccanismi (effetto antiaritmico, effetto antinfiammatorio, inibizione della sintesi di citochine e di fitogeni, stimolo della produzione di ossido nitrico, effetto antitrombotico). Un ruolo protettivo sul sistema cardiocircolatorio è anche svolto dalle sostanze antiossidanti e dalle fibre alimentari di cui la dieta mediterranea è ricca.
Colesterolo o Dieta Mediterranea?
Si può, quindi, dire che pur mantenendo il colesterolo la considerazione di elemento negativo nei confronti del sistema cardio-vascolare, una sorta di "rivoluzione copernicana al contrario" tenta di toglierlo dal centro del sistema dietetico volto alla protezione cardiovascolare, per sostituirlo con una costellazione di fattori positivi, non ancora tutti identificati, fattori dei quali la dieta mediterranea è certamente ricca.
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