Fin dall’inizio dell’esercizio fisico si riduce il tono vagale (sistema neurovegetativo “rallentatore” delle attività cardiache); aumenta il tono simpatico (sistema “acceleratore” o “attivatore” delle attività cardiovascolari e non solo) e il rilascio di adrenalina in circolo; vi è un aumento della frequenza cardiaca (numero di battiti cardiaci in ogni minuto) e della funzione di pompa del cuore; una dilatazione delle arterie coronarie (che assicurano l’apporto di sangue al muscolo cardiaco). La contrazione dei muscoli scheletrici causa un aumento del ritorno di sangue venoso dalla periferia verso i polmoni, i quali “scaricano” una maggior quantità di sangue verso le cavità cardiache di sinistra, con conseguente aumento della quantità di sangue espulsa dal cuore nell’unità di tempo.
Nelle attività c.d. “di resistenza”, che comportano cioè uno sforzo costante, ripetitivo, prolungato, la gittata cardiaca (quantità di sangue espulsa dal cuore ad ogni contrazione) e la frequenza cardiaca aumentano. La cavità ventricolare di sinistra si dilata durante la sua fase di riempimento (diastolica); lo spessore del setto interventricolare e della parete libera del ventricolo di sinistra aumenta di poco; la pressione arteriosa aumenta in maniera moderata. Esempi di attività sportive di resistenza sono la corsa di fondo, la marcia, la bicicletta, il nuoto.
Nelle attività c.d. “di potenza” gli sforzi sono intensi e di breve durata. La gittata cardiaca aumenta moderatamente ma la pressione arteriosa può subire incrementi anche cospicui. Le dimensioni della cavità ventricolare sinistra non cambiano e lo spessore del setto e della parete libera aumenta in proporzione alla sollecitazione che grava sul miocardio. Esempi di attività sportive di potenza sono il sollevamento pesi e il lancio del peso, del martello, del giavellotto.
Durante lo sforzo aumenta il consumo di ossigeno massimale al minuto, la cui valutazione è utile non solo per stimare la resistenza allo sforzo nell’atleta o nello sportivo dilettante ma anche nei pazienti cardiopatici.?Il rischio di andare incontro ad un evento cardiaco maggiore (infarto, morte improvvisa) si riduce progressivamente con lo svolgimento regolare di un’attività fisica moderata e di tipo aerobico. La vita sedentaria espone ad un rischio maggiore di avere un infarto durante o subito dopo un’attività fisica intensa.
Con l’esercizio fisico moderato e costante nel tempo si riduce il rischio cardiovascolare anche attraverso la prevenzione del sovrappeso o il ritorno del peso corporeo nella norma, a cui conseguono una riduzione dell’insulinoresistenza, un miglioramento della tolleranza ai carboidrati e del profilo lipidico (aumento del colesterolo-HDL, riduzione del colesterolo-LDL e dei trigliceridi).
L’attività fisica regolare riduce anche la pressione arteriosa nei soggetti ipertesi, migliora la capacità dei muscoli di utilizzare l’ossigeno ai fini della produzione energetica, aumenta la tolleranza agli sforzi, riduce la frequenza cardiaca media sia a riposo sia durante gli sforzi e quindi il consumo di ossigeno a livello cardiaco.
L’inizio fin da giovanissimi di una pratica sportiva moderata, di tipo aerobico e la regolarità nello svolgimento dell’attività fisica (stando attenti a non superare la frequenza cardiaca in rapporto all’età e al grado di allenamento), sono mezzi di riconosciuta importanza per prevenire i rischi di aritmie “minacciose” o di eccessivo aumento della pressione arteriosa e conseguente aumento del rischio di eventi cardiovascolari acuti.
In sintesi, l’attività fisica regolare, moderata e di tipo aerobico causa:?- un miglioramento della funzione di pompa cardiaca, della funzione respiratoria e quindi dell’ossigenazione dei tessuti, organi e apparati?- una maggior fluidità del sangue, quindi una riduzione del rischio di andare incontro a fenomeni trombotici?- una diminuzione della pressione arteriosa media a riposo?- un aumento dell’HDL (“il colesterolo buono”), una riduzione dell’LDL (“il colesterolo cattivo”) e dei trigliceridi?- una maggior efficienza dei muscoli scheletrici attraverso un aumento del loro tono e della loro capacità di estrarre e utilizzare l’ossigeno dal circolo.
Quali sono le modificazioni immediate e a distanza provocate dall’esercizio fisico sul sistema cardiovascolare (e non solo)?

A cura del Dr. Salvatore Milito
Cardiologo Medico Chirurgo, specialista in Cardiologia ed in Malattie del Fegato e del RicambioL'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
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