L'acronimo LGBT+ viene usato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e, più in generale, a tutte quelle persone che non si riconoscono pienamente sotto l'etichetta di uomo o donna eterosessuale.
Genere: indica l'identità e il ruolo di un soggetto in relazione alle categorie di “maschile” e “femminile”. Se con il termine sesso si vuole denotare l'appartenenza ad una categoria biologica e genetica, il concetto di genere e di identità di genere (cioè il senso soggettivo di appartenenza alle categorie di maschio o di femmina, quindi la percezione di sé all'interno di una delle due categorie), sposta il riferimento sul piano dell'esperienza psicologica, culturale e politica delle categorie di maschile e femminile. Il genere è dunque una rappresentazione sociale che indica le credenze culturali e familiari sull'uomo e sulla donna.
Orientamento sessuale: caratteristica dell'individuo che indica l'attrazione sessuale e affettiva indirizzata verso persone dello stesso sesso (omosessualità), del sesso opposto (eterosessualità), o di entrambi (bisessualità).
Transessuale: persona il cui sesso biologico differisce dalla sua identità di genere. Attua o si propone di attuare interventi chirurgici e/o ormonali per adeguare il proprio aspetto a come sente di essere psicologicamente.
Transgender: persona che travalica ruoli, atteggiamenti e aspettative legati al proprio genere pur mantenendo inalterato il proprio sesso biologico.
Non-binary: persona che non accetta di essere etichettata in nessuna delle categorie.
Per identità non binarie si intendono le persone la cui identificazione o espressione di genere travalica il tradizionale dualismo uomo-donna e la cui esperienza può essere percepita ed espressa in una grande varietà di modi che può includere il non appartenere ad alcun genere, l'appartenere ad entrambi o l'alternarsi fra i generi.
Nel 2006 l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la sessualità come: un aspetto centrale dell'essere umano lungo tutto l'arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l'orientamento sessuale, l'erotismo, il piacere, l'intimità e la riproduzione.
La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche ruoli e relazioni.
Oggi l'identità, le relazioni e i comportamenti appaiono come imprescindibili per uno sviluppo sano psico-affettivo degli individui e, altrettanto, la sessualità che non può più essere considerata solo dal punto di vista istintuale e riproduttivo ma anche come veicolo e serbatoio di emozioni, idee, credenze e fantasie che influenzano scelte, modi di pensare e di agire.
L'orientamento sessuale e l'identità di genere sono riconosciuti come aspetti peculiari e non patologici dell'identità sessuale di ogni persona; punto di partenza per un riconoscimento e una valorizzazione delle differenti sfumature che caratterizzano l'essere umano, in un'ottica inclusiva che rigetti discriminazioni basate su queste caratteristiche personali.
Le problematiche psicologiche associate sono legate a due processi principali:
Disforia di genere: disagio legato allo sviluppo del proprio corpo in modo incongruente con la propria identità di genere, che provoca sofferenza, malessere e stress. Da notare che, non tutti i giovani TG e NB sperimentano un disagio anche se per alcuni può invece esserlo.
Minority stress: modo in cui il pregiudizio della società nei confronti delle persone LBGT+ impatta in modo negativo sulla salute mentale e fisica.
Secondo Ilan Meyer, il minority stress si compone di tre dimensioni:
a) omofobia interiorizzata, intesa come atteggiamento negativo e conflittuale che, più o meno consapevolmente, la persona omosessuale ha verso le proprie fantasie e desideri;
b) stigma percepito, per cui quanto maggiore è la percezione del rifiuto sociale, tanto maggiori saranno la sensibilità all'ambiente, il livello di vigilanza relativo alla paura di essere “smascherati”, il ricorso a strategie difensive inadeguate;
c) esperienze vissute di discriminazione e violenza,con caratteristiche traumatiche acute e/o croniche.
Negli ultimi anni stiamo osservando un numero sempre crescente di giovani che giungono in terapia per problemi legati alla loro identità di genere. Nel Regno Unito un famoso centro di psicoterapia, la Tavistock Clinic, ha registrato tra il 2009 e il 2017 un aumento degli invii da 96 a 2016 all'anno. Probabilmente la maggiore conoscenza, la diffusione in internet di informazioni, la nascita di associazioni Lgbt hanno aiutato e incoraggiato a cercare sostegno e supporto, una parte di adolescenti che prima restava sommersa.
Le reazioni delle famiglie influiranno sul benessere psicofisico di questi giovani.
Le persone Lgbt fortemente rifiutate dai loro genitori hanno 8 volte di più la possibilità di tentare il suicidio; 6 volte di più la possibilità di ammalarsi di gravi depressioni; 3 volte di più la possibilità di usare droghe illegali; 3 volte di più la possibilità di contrarre HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili.
E' ovvio quindi quanto il contesto familiare impatti in modo decisivo nel trasformare una incongruenza in disforia cioè in patologia. L'incongruenza non è una malattia da curare ma una caratteristica che deve dar luogo ad un percorso di affermazione di sé e della propria identità di genere.
Non è il corpo ad essere sbagliato ma spesso lo è il contesto.
In psicoterapia la sfida che si presenta è quella di aiutare i pazienti a riconoscere e affrontare l'angoscia rispetto al corpo, esplorarne i significati psicologici e avviare un percorso, se necessario anche insieme alle famiglie, di costruzione identitaria forte e consapevole, di accettazione e inclusione. Ciò che conta è l'individuo, la sua libertà, la sua capacità di esprimere pienamente le sue potenzialità senza condizionamenti esterni né limiti e il diritto di essere visti e riconosciuti nella propria identità e corporeità percepita.
Fonti:
- Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5 ) ICD-10 ;
- Citizen gay, di Vittorio Lingiardi.