(articolo pubblicato sul n. 5-6 2010 della rivista Cuore e Salute)

Fibrillazione atriale: cos'è?

La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca più comune e la sua frequenza aumenta con l’età tanto da interessare circa il 10% delle persone con più di ottanta anni. Essa è caratterizzata da una totale irregolarità del battito cardiaco e si associa spesso ad un aumento della frequenza cardiaca, cioè del numero delle contrazioni che il cuore compie ogni minuto.

Illustrazione 1 - Cardiologia


Quali trattamenti esistono?

Per il trattamento di tale aritmia sono disponibili due differenti strategie terapeutiche quella denominata “controllo del ritmo” e quella definita “controllo della frequenza”. Nella prima l’obiettivo è il ripristino, mediante i farmaci o la cardioversione elettrica  (l’erogazione di una scossa elettrica al cuore capace di resettarne il ritmo), e poi il mantenimento del normale ritmo sinusale, nella seconda si opta per la cronicizzazione dell’aritmia badando solo a prevenire l’eventuale aumento della frequenza cardiaca.

Controllo del ritmo e controllo della frequenza

Numerosi studi negli ultimi anni hanno dimostrato la sostanziale sovrapponibilità delle due strategie terapeutiche sia in termini di sopravvivenza, che di qualità di vita o di prevenzione degli eventi cerbrovascolari (la più temibile complicanza della fibrillazione atriale).
 

Qual è la strategia terapeutica più efficace?

Alla luce di tali risultati la strategia di controllo della frequenza si è andata sempre più diffondendo anche in considerazione della sua maggiore semplicità. Non sono però noti quali siano i valori di frequenza cardiaca auspicabili e se una maggiore riduzione dei battiti si associ ad un miglioramento della prognosi. Ciò nonostante le linee guida, basandosi su dati empirici e non “evidence-based”, raccomandano uno stretto controllo della frequenza cardiaca anche se questo, necessitando di una terapia farmacologia più aggressiva,  può comportare un aumento degli effetti indesiderati dei farmaci nonché del carico assistenziale sia per i medici che per i pazienti.

Un recente studio olandese pubblicato sul New England Journal of Medicine dello scorso marzo ha cercato di chiarire questa zona d’ombra. A tale scopo 614 pazienti con fibrillazione atriale permanente sono stati randomizzati in uno studio di non inferiorità in due gruppi, nel primo l’obiettivo era il raggiungimento di una frequenza cardiaca a riposo inferiore a 110 battiti per minuto (bpm), nel secondo, il gruppo a controllo più aggressivo, la frequenza cardiaca non doveva superare gli 80 bpm a riposo ed i 110 bpm durante sforzo moderato. Dopo circa 3 anni di follow up l’end point primario dello studio (una combinazione di morte per cause cardiovascolari, ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco, stroke, embolie sistemiche, sanguinamenti maggiori ed eventi aritmici) si era verificato nel 12.9% dei soggetti del primo gruppo e nel 14.9% del secondo, senza significative differenze tra i due gruppi.

Al momento non è possibile sapere se eventuali differenze tra i due tipi di trattamento potrebbero emergere in un periodo di follow up più prolungato. Ciò nonostante, la conclusione degli autori era che in caso di fibrillazione atriale permanente in cui si opti per il controllo della frequenza una strategia meno aggressiva sia da preferire anche in considerazione del minore impegno richiesto sia al medico che al paziente.

In sintesi, per la fibrillazione atriale niente andamento lento, anche perché, come ricordava l’editoriale di accompagnamento, questo studio ricorda a tutti come sia più importante trattare il paziente nel suo complesso piuttosto che un suo singolo parametro, peraltro importante, come la frequenza cardiaca!



Bibliografia

  • Van Gelder I, Groenveld HF, Crijns H et al. Lenient versus strict rate control in patients with atrial fibrillation. N Engl J Med 2010; 362: 1363-1373.
  • Koniari I, Artopoulou E, Velissaris D, Mplani V, Anastasopoulou M, Kounis N, de Gregorio C, Tsigkas G, Karunakaran A, Plotas P, Ikonomidis I. Pharmacologic Rate versus Rhythm Control for Atrial Fibrillation in Heart Failure Patients. Medicina (Kaunas). 2022 May 30;58(6):743. doi: 10.3390/medicina58060743. PMID: 35744006; PMCID: PMC9228123.