Molte persone desiderano connessioni autentiche, ma si tirano indietro proprio quando la relazione si fa intensa. Questo accade per una forma di resistenza alla vicinanza emotiva, una difficoltà che non ha a che fare con la timidezza, ma con la paura di mostrarsi davvero nel profondo e lasciarsi coinvolgere.
Cosa significa avere difficoltà nei legami affettivi
Chi sperimenta questo blocco teme di soffrire: essere giudicato, abbandonato o sopraffatto. Per difendersi, può evitare rapporti coinvolgenti, scegliere partner “impossibili” o fuggire quando il legame diventa più serio.
Le radici di questa difficoltà possono risalire a:
- esperienze infantili instabili o dolorose;
- traumi relazionali;
- bassa autostima;
- paura di essere rifiutati o conflittuali.
In alcuni casi si intreccia con ansia, depressione o modalità di evitamento affettivo.
Come si manifesta
Chi vive questo tipo di difficoltà può:
- sentirsi oppresso dalla presenza del partner;
- raccontarsi poco o evitare di parlare di emozioni;
- reagire con disagio dopo momenti di vicinanza;
- chiudere relazioni senza motivazioni chiare.
Si può cambiare?
Sì. Il primo passo è riconoscere il proprio funzionamento, senza giudicarsi. Un percorso psicologico può aiutare a sciogliere i blocchi, rivedere gli schemi affettivi e costruire fiducia nelle relazioni.
Un aiuto in più: il lavoro ipnotico nella terapia
L’ipnosi clinica, inserita in un percorso terapeutico con uno specialista, può potenziare il cambiamento lavorando a livello profondo. Ecco come:
- accesso all’inconscio: permette di raggiungere memorie e meccanismi nascosti che influenzano il modo di vivere i legami;
- modifica delle convinzioni limitanti: si lavora su pensieri radicati del tipo: “Non merito amore” o “Se mi apro, verrò ferito”, sostituendoli con immagini e sensazioni più positive.
- riduzione dell’ansia da vicinanza emotiva: lo stato di rilassamento profondo aiuta il corpo e la mente ad abituarsi a risposte più calme e fiduciose;
- esperienze relazionali simulate: l’immaginazione guidata permette di sperimentare, simbolicamente, relazioni accoglienti e sicure, favorendo la riparazione emotiva.
L’ipnosi non è una “scorciatoia magica”, ma uno strumento potente se usato con competenza e in una relazione terapeutica basata sulla fiducia.
Se ti riconosci in queste dinamiche, non sei solo. Il bisogno di protezione a volte copre un profondo desiderio di contatto autentico. Lavorare su queste difficoltà, con l’aiuto di un professionista, può aprire la strada a relazioni più libere, vere e soddisfacenti. Lasciarsi coinvolgere può fare paura… ma si può anche guarire.
Bibliografia
- Fonagy, P., Gergely, G., Jurist, E. L., & Target, M. (2002). Affect Regulation, Mentalization and the Development of the Self. New York: Other Press